Sei costole fratturate emitorace dx

Mio padre, caduto da un muretto di circa 2 meti, lo abbiamo trasportato al locale pronto soccorso.
Dopo circa 2 ore, e dopo aver eseguito analisi radiologiche, emocromo e consulto in chirurgia toracica, veniva dimesso con una diagnosi: "frattura della V VII e IX cosa emitorace dx. Prognosi 30gg e nessuna terapia farmacologica consigliata.
Dopo 4gg. rieseguiva un'ulteriore esame radiologico presso un istituto privato che evidenzia un diverso responso: "frattura a carico della IV, VI, VII, VIII e IX costola destra, con monconi affrontati in fase di consolidazione. Coesiste frattura scomposta della V costola destra."
Cosa dovrei fare secondo voi sia dal punto di vista medico che legale?
Grazie mille per la sicura attenzione.
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Dr. Andrea Casullo Radiologo, Radiologo interventista 87
A Lei cosa interessa, soprattutto, lo stato di salute di Suo padre o i risvolti legali della questione? Come sta, ora Suo padre?

"Del senno del poi, i fossi ne sono pieni" o "Chi vede dopo vede meglio". Queste sono due "massime" che come nessun'altra si addicono alla traumatologia costale.
Dopo una valutazione clinico-laboratoristica, radiologica e, perfino, chirurgica, i Colleghi hanno stabilito, evidentemente, che non era necessario sottoporre il paziente ad un intervento chirurgico. Questa è la terapia per le fratture costali scomposte e INSTABILI suscettibili di procurare lesioni gravi agli organi adiacenti. Visto che, evidentemente, Suo padre non rientrava in questa situazione e non si riscontrava nient'altro di acuto oltre le fratture da Lei riferite, lo hanno mandato a casa. Mi pare assolutamente corretto il comportamento avuto dai colleghi.
Tutto ciò, salvo eventuali ulteriori risvolti della situazione.

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Utente
Utente
Grazie per la risposta Dott. Andrea Casullo.
Mio padre è caduto una settimana fa e a parte i dolori e le difficoltà di movimento sta abbastanza bene.
A me interessava sapere se la frattura scomposta, verificata successivamente tramite radiologia in un istituto privato, potesse variare la tipologia di cura prevista dai medici dell'ospedale (l'unico esame stumentale eseguito all'ospedale è radiologico), che non l'hanno diagnosticata e quindi non ne erano a conoscenza al momento di stabilire la situazione traumatologica.
Ringraziandola nuovamente per il consulto gratuito da lei fornitomi, vorrei chiederle di riflettere su le due massime da lei espresse: "Del senno del poi, i fossi ne sono pieni" o "Chi vede dopo vede meglio". Se tra voi dottori (o CASTA?) possono anche andar bene, mi sembra un po' cinico palesarle a un paziente o chi ne è coinvolto affettivamente.
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signore,
vorrei aggiungere, a quanto giustamente detto dal dr. Casullo, che in alcuni casi le fratture costali composte radiologicamente non si riconoscono subito ma a distanza di tempo per la formazione di callo osseo ("...con monconi affrontati in fase di consolidazione").
Quindi le massime citate in merito alle fratture( "Del senno del poi, i fossi ne sono pieni" o "Chi vede dopo vede meglio") rispecchiano solo la realtà clinica.
Il trattamento poi riguarda solo il dolore o le eventuali complicanze, che possono insorgere anche a distanza di giorni dal trauma.
Ad esempio :
- una frattura composta può, in seguito ad un colpo di tosse o di un semplice starnuto, diventare scomposta.
- una frattura scomposta può causare un pneumotorace
- la mancata escursione toracica, antalgica, può favorire un versamento pleurico; etc.
La cosa importante quando si manifestano queste complicanze quindi è riconoscerle e trattarle nel modo più idoneo.

Cordiali saluti

Dr. F. Nardacchione
NB: qualunque sia il consulto la visita medica rimane imprescindibile

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Dr. Andrea Casullo Radiologo, Radiologo interventista 87
Le mie massime sono riferite a quanto precisato dal Collega Nardacchione. In particolare "....che in alcuni casi le fratture costali composte radiologicamente non si riconoscono subito ma a distanza di tempo per la formazione di callo osseo...." e quindi una "parafrasi clinica".
Le mie considerazioni "ciniche" non volevano essere affermative di un corporativismo, che non porta a nulla, ma ad una riflessione che spesso non viene indotta nei pazienti o nei congiunti da parte di Colleghi che sono abituati a denigrare l'operato precedente, sebbene condotto opportunamente.
Questo, semplicemente.
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Utente
Utente
Mi scuso col Dott. Casullo per aver frainteso le sue parole e per essere stato scortese nei suoi confronti.
Grazie ancora per il Vostro aiuto che ha rasserenato le mie ansie.
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Dr. Francesco Inzirillo Chirurgo toracico 653 13
Vorrei aggiungere che spesso il maggiore problema è la mancanza di comunicazione o di comprensione tra medico e paziente che porta ad utilizzare termini particolari tipo "casta".
Nel caso specifico non posso non condividere l'operato dei colleghi che hanno dimesso il paziente in quanto in assenza di fratture chiaramente scomposte che possano determinare importanti danni le uniche terapie sono il riposo e il trattamento antalgico.
sulla possibile evoluzione delle fratture (da composte a scomposte hanno già parlato i precedenti colleghi)

Dr. Francesco Inzirillo
- Ospedale "Morelli" - Sondalo
- Istituto Clinico Humanitas - Milano