Pneumotorace post intervento - varie recidive
Buongiorno,
sono un ragazzo di 20 anni che da circa quattro anni soffre di vari problemi legati a pneumotorace spontaneo. I primi sintomi li ebbi appunto quattro anni fa, come dolore improvviso alla schiena che poi andava diffondendosi alla spalla. Pensando fosse un dolore muscolare feci fisioterapia sotto consiglio anche del medico di base. Ma poi gli episodi continuarono e mi resi conto definitivamente che doveva essere altro quando ebbi lo stesso identico dolore dalla parte destra. Così feci una lastra e scoprii una falda apicale di circa 2 cm che fu curata tramite drenaggio. Dopo un mese si ripresentò sempre a destra e fui operato in toracoscopia a giugno 2011. Da allora al polmone destro non ho più avuto problemi se non qualche dolore ogni tanto. Dopo 6 mesi ebbi un nuovo episodio al polmone sinistro e fui operato a gennaio 2012. Per un anno tutto bene finchè a gennaio 2013, sentendo gli stessi inconfondibili dolori al torace, mi reco al pronto soccorso dove viene evidenziata una falda apicale di 7 millimetri. I dottori dicono che non è necessario operare e si opta per un riassorbimento spontaneo. A marzo 2013 ho una nuova recidiva ma non mi reco in ospedale perchè in base al dolore che mi provocava potevo stimare una falda di pochi millimetri, non certo di 2-3 cm che mi causava molto più dolore. A maggio 2013, ancora una recidiva. Mi reco al pronto soccorso dove vengo sottoposto alle solite lastre che vengono visionate dagli stessi dottori che mi hanno operato. Riferisco anche l'episodio di marzo e nonostante sia la terza recidiva mi dicono che non è necessario l'intervento vista la posizione e l'entità della falda (circa 6 mm). Per un altro anno tutto bene fino a ieri. Stesso dolore, stesse bolle d'aria che "scoppiettano" all'interno del torace. In proporzione al dolore mi sembra che sia sempre la solita falda apicale da pochi millimetri (che tra l'altro non era completamente riassorbita neanche quando mi dimisero dopo l'intervento).
Ora mi chiedo:
1) se continuassi ad avere questi episodi di recidive minime sarebbe opportuno valutare la possibilità di un nuovo intervento? Se sì,c'è un numero limite di recidive (anche come entità di distacco della falda) entro le quali potrei evitare l'intervento?
2) se invece non volessi operarmi, questi continui episodi potrebbero causare futuri problemi al polmone? Sentivo per esempio parlare della possibile formazione di tessuti rigidi...
3) mentre le altre recidive sono avvenute a riposo, questa si è presentata immediatamente dopo uno "stiracchiamento mattutino". Azioni che provocano un estensione della gabbia toracica (come magari nel nuoto, nel tennis o semplice palestra) possono facilitare queste ricadute? Alla dimissione dall'ospedale mi dissero che potevo tranquillamente riprendere l'attività sportiva ma a me sembra che non faccia altro che provocarmi nuovi dolori collegabili al pnx e nuove preoccupazioni.
Ringrazio in anticipo per la disponibilità.
sono un ragazzo di 20 anni che da circa quattro anni soffre di vari problemi legati a pneumotorace spontaneo. I primi sintomi li ebbi appunto quattro anni fa, come dolore improvviso alla schiena che poi andava diffondendosi alla spalla. Pensando fosse un dolore muscolare feci fisioterapia sotto consiglio anche del medico di base. Ma poi gli episodi continuarono e mi resi conto definitivamente che doveva essere altro quando ebbi lo stesso identico dolore dalla parte destra. Così feci una lastra e scoprii una falda apicale di circa 2 cm che fu curata tramite drenaggio. Dopo un mese si ripresentò sempre a destra e fui operato in toracoscopia a giugno 2011. Da allora al polmone destro non ho più avuto problemi se non qualche dolore ogni tanto. Dopo 6 mesi ebbi un nuovo episodio al polmone sinistro e fui operato a gennaio 2012. Per un anno tutto bene finchè a gennaio 2013, sentendo gli stessi inconfondibili dolori al torace, mi reco al pronto soccorso dove viene evidenziata una falda apicale di 7 millimetri. I dottori dicono che non è necessario operare e si opta per un riassorbimento spontaneo. A marzo 2013 ho una nuova recidiva ma non mi reco in ospedale perchè in base al dolore che mi provocava potevo stimare una falda di pochi millimetri, non certo di 2-3 cm che mi causava molto più dolore. A maggio 2013, ancora una recidiva. Mi reco al pronto soccorso dove vengo sottoposto alle solite lastre che vengono visionate dagli stessi dottori che mi hanno operato. Riferisco anche l'episodio di marzo e nonostante sia la terza recidiva mi dicono che non è necessario l'intervento vista la posizione e l'entità della falda (circa 6 mm). Per un altro anno tutto bene fino a ieri. Stesso dolore, stesse bolle d'aria che "scoppiettano" all'interno del torace. In proporzione al dolore mi sembra che sia sempre la solita falda apicale da pochi millimetri (che tra l'altro non era completamente riassorbita neanche quando mi dimisero dopo l'intervento).
Ora mi chiedo:
1) se continuassi ad avere questi episodi di recidive minime sarebbe opportuno valutare la possibilità di un nuovo intervento? Se sì,c'è un numero limite di recidive (anche come entità di distacco della falda) entro le quali potrei evitare l'intervento?
2) se invece non volessi operarmi, questi continui episodi potrebbero causare futuri problemi al polmone? Sentivo per esempio parlare della possibile formazione di tessuti rigidi...
3) mentre le altre recidive sono avvenute a riposo, questa si è presentata immediatamente dopo uno "stiracchiamento mattutino". Azioni che provocano un estensione della gabbia toracica (come magari nel nuoto, nel tennis o semplice palestra) possono facilitare queste ricadute? Alla dimissione dall'ospedale mi dissero che potevo tranquillamente riprendere l'attività sportiva ma a me sembra che non faccia altro che provocarmi nuovi dolori collegabili al pnx e nuove preoccupazioni.
Ringrazio in anticipo per la disponibilità.
[#1]
Gentile utente
credo che il suo sia uno dei casi in cui l'intervento o un reintervento sia indicato.
Non esistono regole bene precise sul numero di recidive "limite" tuttavia già la seconda recidiva dovrebbe far propendere ad una soluzione definitiva del problema anche perché si rischio di incappare in un circolo vizioso dal quale non si esce più, ovvero dolori strani che vengono interpretati in cento modi diversi, giornate intere perse al pronto Soccorso, decine di radiografie etc.
Il classico intervento di resezione polmonare apicale e pleurodesi meccanica presenta altissime probabilità di successo ed anche nei pochi casi di insuccesso il reintervento è efficace.
credo che il suo sia uno dei casi in cui l'intervento o un reintervento sia indicato.
Non esistono regole bene precise sul numero di recidive "limite" tuttavia già la seconda recidiva dovrebbe far propendere ad una soluzione definitiva del problema anche perché si rischio di incappare in un circolo vizioso dal quale non si esce più, ovvero dolori strani che vengono interpretati in cento modi diversi, giornate intere perse al pronto Soccorso, decine di radiografie etc.
Il classico intervento di resezione polmonare apicale e pleurodesi meccanica presenta altissime probabilità di successo ed anche nei pochi casi di insuccesso il reintervento è efficace.
Dr. Francesco Inzirillo
- Ospedale "Morelli" - Sondalo
- Istituto Clinico Humanitas - Milano
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta.
Ora però mi sorge un grosso dubbio. I dottori che mi operarono mi dissero che per queste piccole recidive in zona apicale non è indicato l'intervento con pleurodesi abrasiva perchè si tratta di zone molto innervate e con molti vasi sanguigni. Intervenendo c'è il rischio di andare a ledere qualcosa di importante. Mi dissero anche che per intervenire su un distacco così piccolo bisognerebbe andare e "ristaccare" tutto il resto del polmone dove invece la pleurodesi eseguita in precedenza "tiene bene". In pratica non ne varrebbe la pena.
Sono molto confuso. La ringrazio nel caso volesse darmi ulteriori delucidazioni a riguardo.
Ora però mi sorge un grosso dubbio. I dottori che mi operarono mi dissero che per queste piccole recidive in zona apicale non è indicato l'intervento con pleurodesi abrasiva perchè si tratta di zone molto innervate e con molti vasi sanguigni. Intervenendo c'è il rischio di andare a ledere qualcosa di importante. Mi dissero anche che per intervenire su un distacco così piccolo bisognerebbe andare e "ristaccare" tutto il resto del polmone dove invece la pleurodesi eseguita in precedenza "tiene bene". In pratica non ne varrebbe la pena.
Sono molto confuso. La ringrazio nel caso volesse darmi ulteriori delucidazioni a riguardo.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.9k visite dal 05/05/2014.
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