Aree di iperfissazione

Gentile Dott., mio padre di 50 anni ha fatto una tac in cui è stato messo in evidenza un pacchetto linfonodale (che misura 23 per 21mm) in sede paratracheale dx e nelle stazioni dell'arco aortico,essendo un paziente che tra le altre cose (tra cui diabete) è stato precedentemente sottoposto a una nefrectomia sinistra per presenza tumorale, si è deciso di fare la pet (è stata fatta due volte), i risultati della nuova pet (17-10-12) sono arrivati oggi e avrei bisogno diciamo di una sua interpretazione a riguardo: l'esame pet evidenzia due aree di iperfissazione in sede paratracheale inferiore dx e in sede ilare polmonare omolaterale, aumentate per dimensioni e fissazione, rispetto al precedente esame (9-01-12).
Cosa potrebbe consigliarci, considerano che visti i precedenti del paziente non può essere sottoposto ad esame di tipo istologico.
La ringrazio
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Dr. Ottorino Perrone Chirurgo toracico 93 4
Gentile Utente,
il campionamento istologico è indifferibile. Se il corteo patologico del paziente, come mi pare di capire, controindica un'intervento diagnostico in senso proprio (mediastinoscopia), opterei per approfondimento con metodica EBUS. La valutazione clinica specialistica, l'interpretazione del dato radiologico attraverso la visualizzazione delle immagini in suo possesso ed uno studio anestesiologico particolareggiato potrebbero meglio indirizzarla verso la scelta più idonea.

Dr. Ottorino Perrone

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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 782 31 20
Gentile utente perdoni la mia "ottusità" ma sinceramente non mi sono ben chiari i motivi per i quali suo papà non puó essere sottoposto ad un campionamento bioptico a scopo diagnostico direttamente sui linfonodi patologici quali i mediastinici paratracheali e ilo-polmonari mediante videomediastinoscopia o videotoracoscopica.
Saluti

Prof.  Claudio Andreetti
Divisione di Chirurgia Toracica
Ospedale Sant'Andrea Roma

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Utente
Utente
Salve Dott.,
Si tratta di un paziente estremamente "delicato",l'oncologo che lo segue ma anche tanti altri medici, hanno assolutamente rinunciato a questa possibilità, perchè come ci dicono i dottori questo pacchetto linfonodale (o uno di loro) si trova in zona a rischio, a quanto pare dietro l'aorta, e a ciò si aggiungono le molteplici patologie di mio padre: cardiopatia ischemica, ipertensione arteriosa, diabete, arteriopatia obliterante cronica arti inferiori, nel 2002 ictus celebrale ischemico, nel 2006 trombosi venosa asse mesenterico- portale,, 2008 ricovero per insufficenza respiratoria acuta da polmonite,2010 intervento di nefrectomia sinistra (carcinoma), a partire dallo stesso anno riscontro di moderata insufficenza renale. Lei Dott.,che ne pensa? cosa si potrebbe fare?
Cordialmente.
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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 782 31 20
Grazie per i chiarimenti. Nel caso di suo papà deve essere fatto assolutamente un gioco di squadra: oncologo-chirurgo. Innanzitutto l'oncologo ci deve dire quale sarà il suo approccio terapeutico sulla base di una diagnosi e in considerazione del quadro clinico di papà. Una volta stabilito questo si procederà per fasi al fine di ottenere una diagnosi. Come giustamente ha già detto il Dott. Perrone la broncoscopia con biopsia trans-bronchiale/tracheale sarà il primo passo. Se non si dovesse ottenere diagnosi in questo modo suggerisco l'asportazione dei linfonodi mediante videotoracoscopica.
Mi tenga aggiornato.
Saluti
[#5]
Utente
Utente
Salve Dott.,
stamattina mio padre è andato a visita dall'oncologo, visto il referto della pet (riportata nel mio primo messaggio) e il carcinoma che aveva avuto al rene, il Dottore ha spiegato che queste aree di iperfissazione evidenziate sono metastasi (IV stadio) originatesi dal primario carcinoma renale. La situazione dunque è assai grave, io ho chiesto al medico riguardo la ecoendoscopia transbronchiale e broncoscopia e ha detto che non servirebbero in questo caso, mentre per la videotoracoscopia ha detto che aiuterebbe nella diagnosi ma si tratta di un operazione invasiva (con apertura torica e ricerca difficoltosa) e dice che a quanto pare per mio padre è altamente sconsiglato. Perciò l'approccio terapeutico è questo : attendere fino a fine mese per fare un ulteriore tac, nella speranza che queste metastasi non crescano, e la terapia (in realtà non è neanche molto propenso ad applicarla perchè viste tutte le patologie di mio padre risulterebbe pesante e probabilmente insostenibile) pensa di adottare prevede una scelta tra questi medicinali nutent, votrient(questo nonostante pare sia il più tollerabile non pare indicato per il suo caso), nexavar.
La ringrazio per l'interesse
Cordiali Saluti
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Dr. Ottorino Perrone Chirurgo toracico 93 4
Comprendo, non condivido. Una cosa è l'ipotesi diagnostica, altra è la diagnosi. Avevo sostenuto l'idea dell'EBUS per ottenere la certezza che non si trattasse di un sincrono. Che si possa avvalorare la tesi del suo oncologo, che, avendo visionato le immagini e conoscendo la storia di suo padre, può meglio di me esprimersi sul quadro specifico, non c'è dubbio. Ma che in assoluto la metodica non serva a dirimere il pur minimo dubbio sulla diagnosi mi pare altrettanto chiaro. Spero stia meglio, il resto sono parole.
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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico 782 31 20
Mi sento di appoggiare in tutto e per tutto il collega Perrone: inoltre non condivido questa assoluta presa di posizione senza consulta un chirurgo toracico.
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Utente
Utente
Ringrazio per l'interessamento, da come ci è stata prospettata la situazione è molto grave comunque mio padre per ora sta bene non ha il minimo dolore, tra gli altri anche il medico di famiglia dice che le possibilità d'intervento per mio padre sarebbe da escludere perchè molto probabilmente non riuscirebbe a sostenere l'operazione, e questo lo sostengono tutti i dottori che per le varie motivazioni lo hanno in cura forse è per questo che escludono la collaborazione chirurgica...comunque io proverò a richiedere riguardo l'ebus perchè se giustamente può aiutare ad avere una maggiore certezza, perchè non farla.
Cordialmente
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