Pectus escavatum e utilizzo della vacuum bell

Buongiorno,
volevo chiedere un parere riguardo all'utilizzo della vacuum bell
ne ho comprata una per ridurre un PE lieve e che non è classificato come 'caso di interesse' dal punto di vista chirurgico.

parliamo di un pe profondo 1.6 cm e con un indice di haller che non ricordo ma che era comunque basso
So che per molti di voi non è una terapia risolutiva, tuttavia volevo provare, conscio del fatto che, male che vada, ho tentato.

La sto usando per due o tre volte al giorno con pressioni basse, ma lo sterno è arrivato quasi immediatamente ad essere totalmente piatto (condizione che in realtà riuscivo ad ottenere anche contraendo molto gli addominali).

Il problema principale è che lo sterno al momento mi fa male se ci premo sopra e si è formato anche un lieve livido di colore giallo/verde (molto molto leggero) che immagino sia il motivo per cui mi fa male al contatto.

Altro problema è che ho la tosse da qualche giorno, in realtà la avevo anche prima di cominciare la terapia, tuttavia nella mia testa mi sono convinto che siano in qualche modo collegate.

Ho spulciato parecchio su pubMed alla ricerca di possibili rischi per la salute relativi all'utilizzo della vacuum bell ma non ho trovato nulla, e non vorrei finire per fare cherry picking.

Secondo voi la vacuum bell, usata a pressioni medio basse, è sicura?

nel senso che non vorrei che, per curare un qualcosa di estetico, mi ritrovi con mezzo polmone perchè mi fa uno pneumotorace a caso.
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Dr. Giorgio Enrico Gerunda Chirurgo toracico, Chirurgo generale 2k 96
La Vacuum bell è un’opzione non chirurgica per i pazienti affetti da Pectus Excavatum di
grado medio e/o pazienti con petto grave che non intendono sottoporsi o non sono considerati
candidati alla correzione chirurgica. Esistono vari tipi di vacuum bell che si adattano a differenti conformazioni del torace. Lo strumento agisce creando un vuoto tra parete toracica e ventosa, permettendo allo sterno di risalire. L’utilizzo di questo strumento per almeno un’ora al giorno per un periodo minimo di 6 mesi (il tutto in relazione all’età del paziente ed alla sua struttura toracica) consente di ottenere la massima correzione possibile. In circa 2 anni di utilizzo, la correzione può diventare permanente.
Anche se si tratta di un trattamento non chirurgico è sempre meglio utilizzarlo con la supervisione di uno specialista di petto escavato, in quanto la possibile presenza di patologie cardiocircolatorie misconosciute può rendere l’utilizzo di questo strumento pericoloso. Questo è quanto gli esperti dicono della procedura e quindi anche nelle forme ridotte come nel suo caso è bene seguire quanto il chirurgo che le ha consigliato la procedura dice in base alla sua esperienza. In ogni modo gli esperti della procedura sono a Firenze al Meyer (il Prof. Messineo).
Cordialmente
Giorgio Gerunda

Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia