Laparocele e artrite reumatoide
Soffro di artrite reumatoide dal 1990. Circa 4 anni fa, in seguito ad un grave incidente automobilistico sono stata sottoposta ad un intervento chirurgico per rottura della milza ed emorragia del peritoneo, per il quale mi è stata praticata una incisione longitudinale che va dal pube al petto. Conseguentemente al suddetto intervento si è formato un laparocele che parte dall'ombelico ed è grande supergiù come un grosso uovo. Inoltre tutta la zona circostante appare prominente e, pur essendo io molto magra, il mio addome, prima ultrapiatto, ha una strana forma a globo. I chirurghi che mi hanno vista propongono un intervento con rete non riassorbibile, ma non hanno esperienza su pazienti con la mia patologia. E io ho forti perplessità perchè temo che a causa dell'artrite reumatoide il mio organismo possa non tollerare la rete. Mi sbaglio ? In proposito non ho ancora ricevuto alcuna informazione, perciò vorrei il vostro parere.
Inoltre mi chiedo, può la rete da sola risolvere il problema dello sventramento, se i muscoli non vengono riavicinati?
Vi ringrazio per l'aiuto che vorrete darmi.
Inoltre mi chiedo, può la rete da sola risolvere il problema dello sventramento, se i muscoli non vengono riavicinati?
Vi ringrazio per l'aiuto che vorrete darmi.
[#1]
neanche io ho esperienza di reti su persone con artrite reumatoide. L'intervento in sè è di poco impatto, visto che si svolge con sedazione e con anestesia locale con lidocaina, quindi si può fare anche se il paziente avesse dei fattori di rischio.Naturalmente siccome vi sono varie forme e varie gradazioni di severità della AR, bisognerà programmare e valutare il momento dell'intervento con il reumatologo, con ttenzione anche alle terapie in atto in quella fase. Che io sappia non vi sono in sè, deficit di guarigione nelle persone con tale malattia e non credo che il rischio di contatto con una rete di prolene inerte sia maggiore che quello del resto della popolazione. Vi sono nella AR a volte delle atrofie muscolari, ma sono quelle continue alla sierosa articolare che è il bersaglio della malattia principale.In definitiva credi che dopo approfondimenti con chi la cura, si potrebbe operare. Naturalmente l'uso di reti ha un suo proprio rischio di infezione e intolleranza in tuti. I niscoli si avvicinano anche, ma è opportuno far distribuire la tenzione sulla rete che è assolutamente robusta,
Dottor Amedeo Moscati
Chirurgo Plastico Estetico con studio a Roma, Napoli, Salerno, Potenza.
[#2]
Utente
Gentilissimo dottore la ringrazio per aver risposto alle mie domande. Mi permetta di fargliene ancora una. Vorrei sapere se per risolvere il mio problema anche da un punto di vista estetico, dunque per ridurre lo sventramento, si possa utilizzare come via d'accesso quella longitudinale del precedente intervento, oppure sia neccessario effettuare anche un taglio trasversale. Preciso che sono pittosto magra e non ho l'addome pendulo ma solo i muscoli sfiancati all'altexza dell'ombelico ( o almeno presumo dato che in questa zona l'addome appare prominente). La ringrazio ancora per la sua disponibilità.
[#3]
Gentile signora,
probabilmente esistono due ordini di problema relativi alla parete addominale e cioè quello del laparocel associato ad un'ipotonia dellaparete addominale. L'indicazione chirurgica in casi come il suo sarebbe non solo la correzione del laparocele ma anche una plastica di tutta la parete addominale , proprio per tonificarla ravvicinando sulla linea mediana i bordi che si sono allontanati per cedimento. Le reti sono presidi spesso indispensabili per la correzione del laparocele e sono assai ben tollerate, pur presentando rischi agiuntivi di infezone ed estrusone , rispetto ad una correzione senza rete.
Distinti saluti
Dott. Claudio Bernardi
www.lachirurgiaplastica.net
Saluti
Dott. Claudio Bernardi
www.claudiobernardi.it
probabilmente esistono due ordini di problema relativi alla parete addominale e cioè quello del laparocel associato ad un'ipotonia dellaparete addominale. L'indicazione chirurgica in casi come il suo sarebbe non solo la correzione del laparocele ma anche una plastica di tutta la parete addominale , proprio per tonificarla ravvicinando sulla linea mediana i bordi che si sono allontanati per cedimento. Le reti sono presidi spesso indispensabili per la correzione del laparocele e sono assai ben tollerate, pur presentando rischi agiuntivi di infezone ed estrusone , rispetto ad una correzione senza rete.
Distinti saluti
Dott. Claudio Bernardi
www.lachirurgiaplastica.net
Saluti
Dott. Claudio Bernardi
www.claudiobernardi.it
Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net
[#5]
Utente
Ringrazio anche il dr. Bernardi e rinnovo i ringraziamenti al dr. Moscati per l'attenzione riservata al mio caso. Mi vorranno scusare se approffitto ancora per porre due domande. La prima riguarda l'uso della colla di fibrina sia per il fissaggio della rete che come alternativa ai punti di sutura. Naturalmente vorrei sapere se la ritengono una soluzione migliore. L'altra riguarda l'uso della pancera nel periodo precedente l'intervento. La ritengono adeguata, oppure pensaro potrebbe favorire la formazione di aderenze col rischio di irriducibilità del laparocele? Un saluto
[#7]
D'accordo con il collega Bernardi. Sia sulla colla che ha una funzione per pochi giorni e non serve se non a chiudere temporaneamente degli spazi aperti per la chirurgia, sono molti anni (quindici...)che non la adopero più. Sia sulla panciera che è importante nel postoperatorio, prima si può usare. E' nelle ernie inguinali dei vecchietti che portavano il cinto per anni che si creavano delle fibrosi fastidiose quando si deve operare.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 3.3k visite dal 19/05/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Allergia alimentare
L'allergia alimentare è una reazione eccessiva e immediata scatenata dal sistema immunitario verso un alimento: come si manifestano e quali sono i cibi responsabili.