Seno rifatto e tatto
gent.mi dottori, sto maturando l'idea di rifarmi il seno. Solo ho dei dubbi sulla consistenza al tatto: molti dicono che un seno rifatto è diverso perché sembra più adolescenziale... ma un seno adolescenziale non è comunque naturale? a cosa assomiglia al tatto come materiale (se si sceglie una giusta quantità di protesi in base alla propria struttura, ovvio...). Inoltre, è vero che si può perdere sensibilità ai capezzoli? e se si fa attività semi-agonistica con i pesi si possono spostare? in caso di rippling si può intervenire o lo si lascia così? grazie mille!
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Gentile Signora,
naturalmente non si può pretendere nè affermare che un seno rifatto sia assolutamente simile al non rifatto, ma si può invece ragionevolmente affermare che i due seni, rifatto e non sono estremamente simili.
E ciò per un motivo davvero semplice: la protesi si inserisce al di sotto della sua ghiandola mammaria o addirittura sotto il muscolo. Và da sè che quello che lei palpa è quindi il suo seno naturale che"sovrasta" la protesi.
per quel che riguarda la sensibilità ai capezzoli, questa è un'evenienza descritta ma davvero rarissima, più spesso si assiste invece ad una ipereccitabilità degli stessi. Infine dopo un ragionevole lasso di tempo,più o meno 30 giorni si può ricominciare la pesistica ed in caso di rippling, se molto evidente si può allocare la protesi sottomuscolo.
Spero di aver esaurientemente soddisfatto le sue curiosità e le invio cordiali saluti, restando a sua disposizione.
Giuseppe Sito
naturalmente non si può pretendere nè affermare che un seno rifatto sia assolutamente simile al non rifatto, ma si può invece ragionevolmente affermare che i due seni, rifatto e non sono estremamente simili.
E ciò per un motivo davvero semplice: la protesi si inserisce al di sotto della sua ghiandola mammaria o addirittura sotto il muscolo. Và da sè che quello che lei palpa è quindi il suo seno naturale che"sovrasta" la protesi.
per quel che riguarda la sensibilità ai capezzoli, questa è un'evenienza descritta ma davvero rarissima, più spesso si assiste invece ad una ipereccitabilità degli stessi. Infine dopo un ragionevole lasso di tempo,più o meno 30 giorni si può ricominciare la pesistica ed in caso di rippling, se molto evidente si può allocare la protesi sottomuscolo.
Spero di aver esaurientemente soddisfatto le sue curiosità e le invio cordiali saluti, restando a sua disposizione.
Giuseppe Sito
Prof. Giuseppe Sito Specialista in Chirurgia Urologia ed Endocrinoch.
Chirurgia Plastica e Medicina Estetica in Milano, Napoli, Torino
[#2]
Ex utente
Gent.mo dott. Sito, la ringrazio per la sua risposta. Ho fatto questa domanda perché a sentire chi ha toccato un seno rifatto (soprattutto gli uomini) sembra di toccare qualcosa di immondo: lo descrivono come una coppia di palloncini, come una gelatina più solida, come qualcosa che premuta scivola sotto le mani, come immobile, come freddo, senza contare i vari "che schifo" e i "meglio piatte che siliconate"...Non so se sia solo un problema di limite italiano, ma davvero l'idea di farmi passare il complesso del seno piccolo e di farmene venire un altro mi terrorizza! Anche perché, nel mio caso, mi è stata consigliata una tecnica dual plane, quindi comunque con la parte inferiore più 'palpabile' come protesi... Sono in una situazione di incertezza assurda, anche perché purtroppo questo è un intervento in cui il tatto conta nei conti da far prima, e non si può chiedere in giro di toccare i seni altrui!!!
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Gent.ma Sig.ra,
concordo con quanto dettole. Mi consenta di seni rifatti ne ...tocco diversi, proprio perchè come altri colleghi li opero. Il primo periodo presentano maggiore tensione cutanea, quindi si presentano più "duri". Non si sente la gelatina, almeno che la protesi inserita e la tecnica impiegata non sia stata ottimale. Per il resto, dopo qualche mese, al tatto risulta molto "naturale".
concordo con quanto dettole. Mi consenta di seni rifatti ne ...tocco diversi, proprio perchè come altri colleghi li opero. Il primo periodo presentano maggiore tensione cutanea, quindi si presentano più "duri". Non si sente la gelatina, almeno che la protesi inserita e la tecnica impiegata non sia stata ottimale. Per il resto, dopo qualche mese, al tatto risulta molto "naturale".
Distinti saluti
Dr. Giuseppe Liardo
www.giuseppeliardo.it
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Ex utente
Infatti mi domando perché se ne dica così tanto male... mi chiedo anche se è una questione solo italiana...addirittura ho letto di un ragazzo che diceva che ogni volta che doveva toccare il seno (rifatto) della sua ex stava male perché sentiva sotto la protesi che sfuggiva da una parte e dall'altra... ma ci sono degli stereotipi e dei pregiudizi da far paura! Crede che la tecnica dual plane sia 'naturale' come tatto? e in più, si possono sollevare pesi in palestra dopo un annetto o si è più a rischio di rotazione?
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Gent.ma sig.ra, credo che siano piuttosto degli stereotipi probabilmente locali. Non mi risulta che una protesi possa "sfuggire". La dual Plane, a mio modo di vedere, può dare risultati più naturali, ma come in tutte le cose occorre una buona esecuzione e che si wvitino movimenti inconsulti. Ho avuto in passato una paziente, che facendo la cameriera presso alberghi, lavorando prematuramente a quanto le avessi potuto consigliare, ha determinato una rotazione della protesi. Questo per dirLe che normalmente occorre molto meno di un anno per sollevari pesi in palestra e comunque non meno di 45 giorni circa (chiaramente pesi in palestra).
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Ex utente
Grazie dott. Liardo! Ma se la rotazione, anche dopo un anno, avvenisse con le anatomiche (sollevo pesi molto 'forti' in palestra), con la tecnica dual plane dovrebbe ridursi la probabilità? e magari, con protesi iperproiettate strette di diametro e a bassissimo profilo... non dovrebbe essere ancora meno probabile?
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Gent.ma sig.ra
credo che abbia un pò di confusione. Innanzitutto, perchè parla della Dual Plane? cosa sa della Dual Plane? Personalmente ho scritto un articolo su questo sito sulla Dual Plane.
Per cercare di darle un pò di chiarezza, nomrmalmente attorno ad una protesi si forma una capsula, detta capsula periprotesica, questa diventa come un involucro aderente della protesi stessa. Questa capsula è quella che evita la rotazione della protesi, evento che se si verificasse, dovebbe essere deputato od al primo periodo post-operatorio a causa di movimenti negligenti da parte della paziente (dò chiaramente per scontato che l'operatore l'abbia introdotta perfettamente) o si è verificato nel tempo un trauma che possa aver lesionato la capsula e, quindi, la rotazione. Quest'ultimo evento, qualora si dovesse verificare, spesso è accompagnato da altri egni clinici: dall'ematoma fino alla contrattura della capsula stessa. Con questo vorrei farle intendere che non dovrebbe aver alcun problema, riguardo la domanda da Lei posta.
Per concludere, vorrei spiegarle perchè in una sportiva la tecnica Dual Plane potrebbe essere meglio della retromuscolare. Infatti nella seconda tecnica il muscolo gran pettorale viene "sganciato" in maggior misura, talora determinando la difficoltà ad eseguire certi movimenti con le braccia, favoriti viceversa da altri muscoli. la dual Plane, invece, le consentirebbe ciò.
credo che abbia un pò di confusione. Innanzitutto, perchè parla della Dual Plane? cosa sa della Dual Plane? Personalmente ho scritto un articolo su questo sito sulla Dual Plane.
Per cercare di darle un pò di chiarezza, nomrmalmente attorno ad una protesi si forma una capsula, detta capsula periprotesica, questa diventa come un involucro aderente della protesi stessa. Questa capsula è quella che evita la rotazione della protesi, evento che se si verificasse, dovebbe essere deputato od al primo periodo post-operatorio a causa di movimenti negligenti da parte della paziente (dò chiaramente per scontato che l'operatore l'abbia introdotta perfettamente) o si è verificato nel tempo un trauma che possa aver lesionato la capsula e, quindi, la rotazione. Quest'ultimo evento, qualora si dovesse verificare, spesso è accompagnato da altri egni clinici: dall'ematoma fino alla contrattura della capsula stessa. Con questo vorrei farle intendere che non dovrebbe aver alcun problema, riguardo la domanda da Lei posta.
Per concludere, vorrei spiegarle perchè in una sportiva la tecnica Dual Plane potrebbe essere meglio della retromuscolare. Infatti nella seconda tecnica il muscolo gran pettorale viene "sganciato" in maggior misura, talora determinando la difficoltà ad eseguire certi movimenti con le braccia, favoriti viceversa da altri muscoli. la dual Plane, invece, le consentirebbe ciò.
[#8]
Ex utente
Infatti per questo parlavo della Dual Plane, anche perché credo che, proprio per questa copertura solo parziale, anche nella contrazione muscolare si farebbe meno forza sulla capsula... Un'ultima domanda: in caso di rotazione..non basterebbero delle manovre manuali per riportare a posto la protesi, vero?
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Gent.le Sig.ra, questo può attuarsi nel primo periodo post-oepratorio, dove ancora non vi è la formazione di una capsual che inglobi ed isoli la protesi dai tessuti circostanti e meno male. Se lo immagini dopo qualche mese che al tatto una possa fari girare ...le mammelle. A parte la battuta (comunque reale), mi è capitato anni fa di una paziente che nel prendere in braccio uno dei propri figli aveva determinato una rotazione della protesi. Stiamo parlando di un evento avvenuto nell prime due settimane post-operatorie. In questo caso con delle manovre manuali ed agendo col reggiseno post-operatorio sono riuscito a rimettere a posto la protesi. Oggi, a distanza di quasi tre anni dall'intervento, la paziente presenta un seno molto naturale, sia visivamente che al tatto. Dimenticavo, la paziente è insegnante di danza moderna, quindi svolge movimenti non indifferenti, anche se non carica pesi eccessivi.
[#11]
Cara sig.ra,
ora è come se stessimo parlando del sesso degli angeli. Gentile utente, credo che debba far scegliere, in relazione al suo problema ed alle sue esigenze al chirurgo a cui vorrà affidarsi. Questo potrà osservarla e capire ciò che sarebbe meglio per lei.
ora è come se stessimo parlando del sesso degli angeli. Gentile utente, credo che debba far scegliere, in relazione al suo problema ed alle sue esigenze al chirurgo a cui vorrà affidarsi. Questo potrà osservarla e capire ciò che sarebbe meglio per lei.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 51k visite dal 29/01/2009.
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