Passaggio da trattamento laser pluriennale a escissione chirurgica tatuaggio
Buonasera,
sono con la presente a chiedervi un parere circa una situazione che mi crea non poco dolore e disagio da diversi anni.
Cercherò di essere breve: 10 anni fa mi sono fatta tatuare in nero "pieno" su una zona che si estende per 15x10 cm sulla coscia, esattamente sopra al ginocchio (il soggetto è pertanto posto in una zona frontale del corpo e molto esposta alla luce, specie in estate). Circa 3 anni fa, su indicazione di un noto dermatologo della città in cui vivo, ho dato inizio alla prima seduta laser con un altro dermatologo, il cui studio è sito a circa un'ora e mezza di auto da casa mia. Questi ha pronosticato la necessità di intervenire sulla zona per circa 8 sedute ad un costo pari a 300 euro cadauna. Oltre alla spesa complessiva, che va sommata ai costi dei viaggi, si somma il problema del dolore, davvero al limite della sopportazione (dovuto forse in parte all'area trattata stessa), che è seguito da giorni di zoppicamento e ferite di entità non indifferente, quali bolle con relative fuoriuscite di sangue e siero; nonché ematomi e forti bruciori. Inoltre la situazione comincia a "farsi stretta", a distanza di anni, in quanto, avendo già superato il numero di sedute previste e dovendo queste essere distanziate da diverse settimane, la sensazione è quella che il trattamento si possa protrarre, assieme a tutti i disagi che comporta, ancora a lungo. In estate non si può prendere il sole; il bagno va fatto dopo 10 giorni dall'intervento e la ferita deve essere continuamente monitorata e protetta con creme e fasce. Davvero invivibile. Del resto, se si interrompe anche l'estate, le sedute annuali cominciano a diventare sempre meno.
In definitiva: si è verificato un'effettivo schiarimento del tatuaggio, ma decisamente al di sotto della soglia anche minimamente desiderata. Al di là della "perdita" economica, sto cominciando a valutare l'escissione chirurgica: per lo meno soffrirò molto una sola volta. Tuttavia il mio dermatologi mi "intimorisce" e non me la sento di parlarne con lui, il quale giustamente da parte sua sostiene che più sedute si fanno più il tatuaggio andrà schiarendosi. Sono talmente esausta da questo lungo e doloroso trattamento, che sono disposta ad accettare anche l'eventualità di una cicatrice. Tuttavia non so se l'intervento chirurgico possa dirsi possibile su una zona già trattata a laser per diverso tempo.
Ringrazio cordialmente tutti coloro che si sono dedicati in questa non breve lettura.
sono con la presente a chiedervi un parere circa una situazione che mi crea non poco dolore e disagio da diversi anni.
Cercherò di essere breve: 10 anni fa mi sono fatta tatuare in nero "pieno" su una zona che si estende per 15x10 cm sulla coscia, esattamente sopra al ginocchio (il soggetto è pertanto posto in una zona frontale del corpo e molto esposta alla luce, specie in estate). Circa 3 anni fa, su indicazione di un noto dermatologo della città in cui vivo, ho dato inizio alla prima seduta laser con un altro dermatologo, il cui studio è sito a circa un'ora e mezza di auto da casa mia. Questi ha pronosticato la necessità di intervenire sulla zona per circa 8 sedute ad un costo pari a 300 euro cadauna. Oltre alla spesa complessiva, che va sommata ai costi dei viaggi, si somma il problema del dolore, davvero al limite della sopportazione (dovuto forse in parte all'area trattata stessa), che è seguito da giorni di zoppicamento e ferite di entità non indifferente, quali bolle con relative fuoriuscite di sangue e siero; nonché ematomi e forti bruciori. Inoltre la situazione comincia a "farsi stretta", a distanza di anni, in quanto, avendo già superato il numero di sedute previste e dovendo queste essere distanziate da diverse settimane, la sensazione è quella che il trattamento si possa protrarre, assieme a tutti i disagi che comporta, ancora a lungo. In estate non si può prendere il sole; il bagno va fatto dopo 10 giorni dall'intervento e la ferita deve essere continuamente monitorata e protetta con creme e fasce. Davvero invivibile. Del resto, se si interrompe anche l'estate, le sedute annuali cominciano a diventare sempre meno.
In definitiva: si è verificato un'effettivo schiarimento del tatuaggio, ma decisamente al di sotto della soglia anche minimamente desiderata. Al di là della "perdita" economica, sto cominciando a valutare l'escissione chirurgica: per lo meno soffrirò molto una sola volta. Tuttavia il mio dermatologi mi "intimorisce" e non me la sento di parlarne con lui, il quale giustamente da parte sua sostiene che più sedute si fanno più il tatuaggio andrà schiarendosi. Sono talmente esausta da questo lungo e doloroso trattamento, che sono disposta ad accettare anche l'eventualità di una cicatrice. Tuttavia non so se l'intervento chirurgico possa dirsi possibile su una zona già trattata a laser per diverso tempo.
Ringrazio cordialmente tutti coloro che si sono dedicati in questa non breve lettura.
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Gentile utente,
Ci capita ancora frequentemente la richiesta di asportazione chirurgica dopo fallimento o insoddisfazione di terapia laser.
Per decidere la fattibilità dell'intervento chirurgico, Bisogna valutare tipo di tatuaggio, la grandezza e l'area anatomica interessata per capire se è possibile la correzione chirurgica.
Le consiglio una visita diretta presso lo specialista di chirurgia plastica della sua zona
saluti
Ci capita ancora frequentemente la richiesta di asportazione chirurgica dopo fallimento o insoddisfazione di terapia laser.
Per decidere la fattibilità dell'intervento chirurgico, Bisogna valutare tipo di tatuaggio, la grandezza e l'area anatomica interessata per capire se è possibile la correzione chirurgica.
Le consiglio una visita diretta presso lo specialista di chirurgia plastica della sua zona
saluti
Dr. Daniele Bollero
Chirurgo Plastico - Ospedale C.T.O. - TORINO
www.chirurgiaplasticapiemonte.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1k visite dal 24/05/2017.
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