Laparocele già ridotto dopo peritonite

Gentili Dottori,
sono un ragazzo di 29 anni che all’età di 20 ha dovuto subire un intervento chirurgico d’urgenza per peritonite saccata (diagnosticata come “criptogenetica”: mi furono asportati 3 litri di pus, ma non l’appendice che, pare, non fosse da togliere. Per capire la causa della peritonite, ho in seguito fatto esami del sangue specifici e anche una colonscopia, ma a tutt’oggi, a distanza di 9 anni dall’accaduto, ignoro cosa lo abbia provocato). Al tempo ci furono delle complicazioni perché, per via dell’infezione una parte della ferita non cicatrizzò per bene (mi era stato praticato un taglio di una ventina di cm -xifosottoombelicale) determinando l’insorgere di un laparocele. Per correggerlo nell’agosto dello stesso anno del primo intervento (svoltosi a gennaio) mi sono sottoposto ad un altro. Il chirurgo che mi ha operato sosteneva che il laparocele era in realtà piccolo e riducibile. È stata applicata una protesi, escissa la precedente cicatrice, e creata una nuova.

Già anni addietro mi ero ripromesso che avrei fatto qualcosa per migliorare le cicatrici che mi ritrovo sull’addome (ci sono anche i segni di 4 drenaggi). Il mio attuale medico curante mi ha fatto notare che comunque il mio addome presenta una forma tale da far sospettare che il laparocele non sia stato ridotto in maniera corretta. Effettivamente, dopo il secondo intervento subito, non ho più quella sensazione di sventramento che provavo successivamente al primo, ma la pancia mi è rimasta. Questa appare sostanzialmente globosa, prominente, gonfia. L'ombelico non è + al centro dell'addome, bensì "buttato tutto su un lato".Per via delle aderenze mi è stato spiegato che è normale che io abbia perennemente aria nell’intestino.

Adesso, la mia domanda è, cosa dovrei fare per risolvere una volta per tutte il grande problema di quest’addome così pesantemente deturpato? Dovrei – ahimè ancora - ricorrere ad un intervento di ricostruzione addominale per riavere una pancia normale?Riuscirei poi anche almeno a migliorare le cicatrici, che tanto disagio mi causano, soprattutto d’estate? Per le aderenze qualcosa si può fare? E l’eventuale intervento chirurgico potrebbe eseguirsi in laparoscopia?

Ringrazio sin d’ora tutti coloro che vorranno rispondermi.

Distinti saluti

Francesco
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Dr. Daniele Bollero Chirurgo plastico, Medico estetico 2.5k 65
gentile utente,
a mio parere il primo approccio al suo problema potrebbe essere un'ecografia della parete addominale, che permetterebbe di capire se esiste ancora sventramento. Sulla base delle risultanze visita congiunta con chirurgo generale e chirurgo plastico, visto che le compentenze del chirurgo generale riguardo le eventuali aderenze ed il trattamento del laparocele si possono unire a quelle del chirurgo plastico che può programmare approcci cutanei volti a migliorare anche la sua situazione cicatriziale esterna.
Rimane però da evidenziare che qualunque approccio successivo si baserà sulla ripresa delle cicatrici esistenti che potranno essere migliorate ma non completamente cancellate.
cordialmente

Dr. Daniele Bollero
Chirurgo Plastico - Ospedale C.T.O. - TORINO
www.chirurgiaplasticapiemonte.com

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dott.Bollero,

la ringrazio infinitamente per la risposta. Lunedì ho appuntamento con un chirurgo plastico della ASL di Milano. Vediamo un po'cosa mi dice. Io spererei di non dover reintervenire chirurgicamente per la 2a volta, ma se è l'unica cosa da fare per riavere un addome decente, seguirò questa strada.Lei saprebbe dirmi se un intervento, organizzato avvalendosi dell'operato di un chirurgo generale e di un chirurgo plastico è realizzabile in un ospedale pubblico? Oppure dovrei ricorrere ad una struttura privata?

Grazie ancora per l'attenzione
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Dr. Daniele Bollero Chirurgo plastico, Medico estetico 2.5k 65
gentile utente,
le organizzazioni sanitarie sono ormai di tipo regionale basate sui LEA (livelli essenziali di assistenza) nazionali molto "interpretabili" ma di base un laparocele è operabile in una struttura pubblica mentre la correzione cicatrici non di tipo funzionale ma estetico è variamente interpretata.
saluti
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Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico 2.3k 65
Gentile utente,
sta facendo la cosa giusta rivolgendosi al chirurgo plastico. Se egli lo riterrà opportuno, sarà lui stesso a richiedere il consulto del chirurgo generale.
Dott. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
http://www.claudiobernardi.it

Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net

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Utente
Utente
Gentili dottori,
mi ritrovo qui a scrivervi per comunicarvi gli esiti diagnostici delle investigazioni mediche che ho condotto per cercare di far luce sulle condizioni del mio addome:
- ecografia della parete addominale: non risulta che ci siano ernie;
- visita dal chirurgo generale: a lui è parso che io abbia un addome un po’prominente ma sostanzialmente normale. Non ha riscontrato ernie al tatto e ha sconsigliato un’eventuale intervento chirurgico di addominoplastica, adducendo la motivazione che questo potrebbe comportare delle complicanze, dovute ad un eventuale probabile danneggiamento/ cattivo ricollocamento della protesi posta, a suo tempo, quando fu ridotto il laparocele;
- visita dal chirurgo plastico: il dottore ha ipotizzato come unica possibilità di migliorare la cicatrice l’intervento chirurgico, con sutura specifica della ferita, da effettuarsi su ricovero e con l’uso, dopo l’intervento, di fascia addominale elastica e pomata specifica per cicatrici. Ha escluso eventuali altri trattamenti come trapianto di pelle o laser. Lui sostiene che sebbene non sembrino esserci ernie un rilassamento della parete addominale può essere plausibile.

Ora, alla luce di tutto ciò, io mi chiedo: come è possibile che se l’ecografia non ha rilevato nulla (nel referto è specificato che non c’è neanche diastasi del retto adominale), alcuni medici (compreso il medico curante che all’inizio sospettava “l’ernia che si sarebbe ingrandita sempre di più”) insistono a sostenere che i muscoli non reggono e la mia pancia rimane così com’è solo grazie alla protesi? Tale ecografia è stata eseguita allora forse in modo scorretto?
D’altro canto il mio ventre mi sembra tutto fuorchè fisiologico. Perché possiate avere anche voi un’idea di ciò di cui parlo sul seguente link

http://www.flickr.com/photos/34424525@N02/?saved=1

potrete vedere le relative foto. Vi dico anche che il ventre perfettamente piatto io non l’ho mai avuto, anche perché soffrendo di colon irritabile è spesso gonfio. Una postura tendenzialmente lordotica potrà forse anche fare la sua parte. Aggiungiamoci le aderenze post-peritonite ed il quadro si completa!

Cosa mi consigliate di fare a questo punto? Io pensavo ad un consulto con un privato. Sapreste indicarmi qualcuno su Milano, o eventualmente su Bari/Brindisi? Non riesco a pensare di dover tornare sotto i ferri per riavere un addome accettabile, ma d’altro canto non essere a mio agio quando lo devo mostrare, per esempio in spiaggia, non è ugualmente una cosa piacevole …
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Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico 2.3k 65
Gentile Signore,
deve considerare che anche in assenza di ernie clinicamente visibili, si può presumere (!!!) che tutta la parete addominale abbia ceduto e sia sfiancata, cosa non rara a seguito di laparotomie. Il chirurgo plastico ha valutato se oltre alla revisione della cicatrice poteva essere indicata anche una plastica della parete, ma ha rsposto negativamente. Ciò non toglie , però, che lei dovrà aiutarsi mantenendo un giusto peso ed una postura corretta.
Saluti
Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it
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Utente
Utente
Gentile Dott. Bernardi,

la ringrazio per la sua risposta.
Siccome dopo tanti anni di “ok, pazienza, mi accontento”, ho deciso di andare in fondo alla questione vorrei adesso avere dei dati che mi consentano di andare oltre il presumere.

Sa, ai tempi mi fu detto che mi dovevo considerare “sfortunato” per aver avuto la peritonite (curata per 11 gg come influenza!) e “fortunato per essere ancora vivo”. Ma questo non posso accettarlo, soprattutto se ripenso alla dinamica con cui si svolsero le cose, che ora non sto qui a spiegare …

Il chirurgo generale – non quello plastico - che mi ha visitato ha sconsigliato di riaprire perché non ho saputo dirgli a che livello di profondità è posizionata la rete protettiva ( se sotto il derma o sotto il retto. Io ho la fotocopia della cartella clinica, potrei controllare e cmq al tatto la rete si percepisce!).

Ora seguito a chiederle: esiste qualche altro esame che ci consenta di avere delle certezze in più?
Se l’unica strada da percorrere è quella chirurgica potrei essere disposto a farlo, ma stavolta non vorrei fosse invano, ancora …

Cordialmente
Francesco