Esiti episiorraffia

Salve, sono una donna di 40 anni.
9 mesi fa e'' nata la mia prima figlia (4 kg) con parto naturale.
Nelle fasi finali ho avuto una lacerazione ed allo stesso tempo e'' stata eseguita una episiotomia.

A distanza di 4 mesi dal parto erano presenti delle estroflessioni interne non dolenti (che il ginecologo ha definito come cheloidi da scorretta sutura da lembo evertente, di aspetto rossastro) , ed il punto finale di sutura dell''episiomia interno alla vagina era ancora rosso e sanguinante.

Il punto finale di sutura dell''episiotomia risultava e risulta molto doloroso al tatto e mi inibisce nei rapporti sessuali in quanto la sensazione dolorosa e'' quella di subire un taglio. Inoltre ho lievi sanguinamenti sia a seguito di rapporti sia a volte spontaneamente.

In una prima visita il ginecologo mi aveva parlato relativamente all''episiotomia ad un piccolo lembo di sottomucosa esposto che si poteva eventualmente correggere con una bruciatura nel frattempo mi ha prescritto una crema (cicalfate) per vedere se si risolveva da se.

Dopo ulteriori 5 mesi la situazione non e'' migliorata, presento ancora dolore e sanguinamenti.
Mi decido quindi a procedere con la bruciatura del punto.
Ma il ginecolo nell''ultima visita, cerca di dissuadermi, mi dice che comunque la bruciatura dovrebbe risolvere solo il sanguinamento perche'' probabilmente il dolore che provo e'' dovuto ad un intrappolamento del nervo pudendo e contemporaneamente alla formazione di tessuto cistico nella cicatrice dell''episiotomia e che di base per questo non c''e'' nulla da fare.

Devo rassegarmi ad una vita intima compromessa o esiste una possibilita'' di cura?

VI ringrazio anticipatamente per ogni consiglio e o indicazione
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Dr. Daniele Bollero Chirurgo plastico, Medico estetico 2.5k 65
Gentile utente, nn si deve rassegnare.
Nessuno ha risposte certe nel campo delle cicatrici dolorose ma in chirurgia plastica le tecniche di lipofilling (utilizzo del tessuto adiposo opportunamente preparato) permettono di correggere la sintomatologia. La ragione è sia la distensione volumetrica con il tessuto adiposo, sia il ruolo delle cellule staminali contenute al suo interno che diminuiscono l'infiammazione cicatriziale.
Non credo che dopo tanto tempo dall'epifisiotomia ci sia ancora spazio per presidi locali come creme etc.
Una visita diretta da parte di uno specialista in chirurgia plastica potrà fornire molte risposte.
saluti

Dr. Daniele Bollero
Chirurgo Plastico - Ospedale C.T.O. - TORINO
www.chirurgiaplasticapiemonte.com

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Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico 2.3k 65
Gentile utente,
alle parole del Collega Dr. Bollero riguardo l'impiego del lipofilling, che condivido pienamente, aggiungo che un tessuto cicatriziale patologico, non necessariamente di natura cheloidea, può essere responsabile della sintomatologia che lei descrive. Non conviene utilizzare metodiche correttive che prevedano ulteriore formazione di cicatrici (es le "bruciature") ma , se il caso clinico lo richiedesse, pensare a trattamento chirurgico di ricostruzione perineale, che sostituisca il tessuto patologico cutaneo con quello sano.
Distinti saluti

Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net