Mastectomia, ricostruzione e linfedema

13 anni fa un mio caro (un uomo di 50 anni), causa tumore al seno destro benigno, è stato operato: gli è stata praticata (senza chiederne preventivamente il consenso) una mastectomia che da quel giorno gli ha lasciato una grande cicatrice (rimozione completa di seno, capezzolo, muscoli e ghiandole) ed un lieve linfedema che però non gli ha dato particolari disturbi.

Le mie domande sono le seguenti:

1) Il linfedema è da tenere sotto controllo? (Se sì, da quale specialista?) Quali possono essere efficaci soluzioni per ridurlo o eliminarlo?

2) Il paziente, sconcertato dalla mastectomia, si è rifiutato da allora di prendere anche solo in considerazione l'idea di un intervento ricostruttivo, per paura di sottoporsi ad uno stress inutile (non è più molto giovane) a fronte di benefici minimi o addirittura di peggioramenti. E' però evidente che ne trarrebbe grande giovamento a livello psicologico (ex nuotatore, da allora non è più entrato in acqua).

Vorrei sapere, quali sono le sue alternative per quanto riguarda la ricostruzione? Sono da escludersi protesi saline/in silicone per via dei rischi legati alla loro rottura, al problema di sostituirle dopo alcuni anni, e al fatto che diano una sensazione di "corpo estraneo".

Ho sentito invece parlare di "lipomodelling" (ignoro l'equivalente in italiano), una tecnica in cui si utilizzano sostanzialmente grasso, pelle ed eventualmente muscoli donati od auto-donati per ricostruire il seno. Vorrei conoscere l'efficacia e l'effettiva conoscenza di questa tecnica (se è sperimentale o già consolidata) e gli eventuali rischi/complicazioni/rovesci della medaglia.

Oltre alle tecniche summenzionate, ne esistono altre eventualmente più indicate per la ricostruzione del seno?

Grazie anticipatamente.
[#1]
Dr. Federico Tamborini Chirurgo plastico, Chirurgo della mano, Medico estetico, Microchirurgo 926 51
Gentile Utente,

il linfedema dell'arto superiore potrebbe esserte legato alla linfoadenectomia (asportazione dei linfonodi) del cavo ascellare che drenano ii liquidi interstiziali verso il tronco o comunque all'alterazione del drenaggio linfatico secondario all'intervento chirurgico. Vi sono molti centri fisioterapici annessi alle senologie degli ospedali che praticano massaggi o taping per questa problematica.
La Ricostruzione della salienza mammaria può avvenire mediante innesti di tessuto adiposo (lipofilling) prelevato da regione addominale. La tecnica è consolidata. Se è stata eseguita radioterapia sulla regione pettorale vedo più indicata una ricostruzione, sempre autologa, con un lembo.
Il lipofilling può portare una certa quantità di tessuto, ma per raggiungere volumi elevati necessitano diverse sedute e tempi operatori. Con un lembo (rotazione del muscolo gran dorsale o lembo libero da addome) si riesce a portare, in un unico tempo, più tessuto.
Tenga presente che con questi interventi le cicatrici NON spariscono!

A disposizione per eventuali chiarimenti.

Dr. Federico Tamborini
tamborini.federico@gmail.com

[#2]
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
La ringrazio per la risposta e per la disponibilità.

Sono ben conscia che tali interventi portano comunque a delle cicatrici, seppur ritengo siano meno visibili (o dolorose alla vista) rispetto a quelle della mastectomia stessa.

In buona sostanza, se ho ben compreso, suggerisce di asportare un lembo di pelle e muscolo da una parte del corpo ed innestarlo per ricreare il seno? Non è più complicato della "semplice" aspirazione ed iniezione del grasso corporeo? (Sottolineo che lo chiedo perchè sto cercando di capire, non per fare la supponente!)

Il mio obiettivo è cercare la tecnica meno invasiva (in quanto a numero di interventi, vorrei che l'auto-donazione non lasci al paziente l'idea di essere stato "mutilato" di nuovo), più rapida (durata degli interventi e tempi di degenza) ed esteticamente più soddisfacente per questa persona, che si porta dietro una grande cicatrice emotiva oltre che fisica.
[#3]
Dr. Sandro Cerqua Chirurgo plastico 122 3
Buonasera,
secondo la personale opinione, attualmente la migliore tecnica di ricostruzione mammaria dopo mastectomia radicale nella donna è sicuramente il DIEP,metodica chirurgica che si avvale della microchirurgia.
Ma poichè l'individuo affetto in questo caso è un maschio, poichè non è necessario disporre di considerevole tessuto per la ricostruzione della mammella come nella femmina, ritengo indicato ridurre le dimensioni della cicatrice post-mastectomia e ricreare un volume modesto, che sarà comunque sufficiente per quanto già detto alla mammella cotrolaterale.
Ciò è effettuato per mezzo di due tempi chirurgici dei quali il primo necessario per l'inserimento di un espansore tissutale ed il secondo necessario per l'espianto dell'espansore e l'inserimento di una protesi in silicone per pettorali maschili associata a ricostruzione dell'areola.
Riguardo al lipofilling dovrebbe essere effettuato varie volte con la speranza che una parte del grasso attechisca definitivamente e pertanto è una metodica dai risultati poco prevedibili.

Cordiali Saluti

Dr. sandro  cerqua

[#4]
Dr. Sandro Cerqua Chirurgo plastico 122 3
Mi perdoni la svista, errore di battitura visto solo ora, nona riga:
"... che sarà comunque sufficientemente simile per quanto già detto alla mammella controlaterale".
Grazie
[#5]
Attivo dal 2012 al 2013
Ex utente
Dottore, suppongo che l'espansore venga inserito lì dov'è necessario che la pelle si espanda, sotto la cicatrice. Questo non la renderà ancora più deforme? Eventualmente per quanto tempo andrebbe portato, e quanto disagio/fastidio arreca al paziente? Sarà in grado di dormire, guidare e svolgere altre attività senza troppi impedimenti?

Riguardo le protesi i miei dubbi sono questi:

1) Sensazione di corpo estraneo, della serie "prima stavo bene ed ora ho questo coso che mi penzola dal petto"

2) Rischio di rottura

3) Ulteriori interventi chirurgici per sostituire la protesi col passare del tempo

4) Le cicatrici lasciate da tali interventi nasconderanno/saranno meno visibili di quella lasciata dalla mastectomia?

Il mio cruccio principale è questo: quale che sia la soluzione, ne vale davvero la pena? Stiamo parlando di un uomo che ha superato i 60, che da nuotatore si rifiuta di entrare in acqua, con una cicatrice in mezzo al petto (letteralmente e allegoricamente), che (forse) sarebbe disposto a ritornare sotto ai ferri solo a fronte di un risultato accettabile con uno stress minimo. Non sto parlando di ritornare esattamente come prima, mi sembra ovvio, ma appunto il risultato dovrebbe essere tanto soddisfacente da motivarlo. L'ultima cosa che voglio è causargli uno stress inutile o addirittura controproducente!

Di nuovo, grazie in anticipo!
[#6]
Dr. Sandro Cerqua Chirurgo plastico 122 3
Buonasera,
ritengo che per evitare inutili informazioni riferite in modo poco esatto come l'età di questo suo amico che prima ha 50 anni e poi dopo sulla base sempre di quanto Lei riferice sembra aver addirittura superato i 60,La inviterei cortesemente ad una visita Specialistica tramite la quale potrà avere tutte le informazioni dettagliate di cui a ragione necessita e senza rischi di malinterpretazioni.
Cordiali Saluti
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