Mastoplastica additiva

Sono una ragazza di 23 anni e fino pochissimo tempo fa ero motivata ad affrontare un intervento di mastoplastica additiva, parlo al passato perchè ultimamente girando su internet per forum specifici mi sono resa conto di quanti possibili rischi si corrano. Non soltanto possibili difetti estetici come rippling, doppie bolle, spostamenti etc, ma anche veri e propri danni "dolorosi" come il rigetto o infezioni. Nel caso del rigetto mi pare che non sia neppure una cosa che col tempo si stabilizza, ma può capitare sempre, anche dopo 3-4 anni, quindi in definitiva non si può stare mai tranquilli! Ho parlato di questo con una persona che funge da mediatore con il chirurgo a cui mi sono rivolta per l'intervento il quale ha tentato di tranquillizzarmi parlandomi dell'affidabilità delle protesi che il dottore utilizza (Mentor) e della tecnica di microincisioni adoperate dal dottore che lasciano cicatrici minime, nonchè mettendomi al corrente del fatto che nessuna paziente di questo dottore ha mai avuto un solo problema (precisando però che forse è stata anche fortuna, quindi non ha negato che il rischio esista sempre). Il tutto però mi tranquillizza poco, perchè i problemi restano.
Ecco al momento mi sento molto indecisa, in realtà ho già prenotato, e faccio fatica a tornare indietro perchè è un desiderio grande, ma se poi qualcosa va storto proprio a me dovrò anche subire i "te l'avevo detto" di tutte le persone che attorno a me già mi sostengono poco. Magari voi potete tranquillizzarmi in qualche modo, non so con qualche dato tecnico e percentuale.
grazie
[#1]
Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico 2.3k 65
Gentile utente,
nella scala valutativa dei rischi di complicanza dopo mastoplastica additiva la percentuale maggiore è riguardo quelle estetiche e non quelli che lei definisce "danni dolorosi". Il "rigetto" è una reazione a trapianti che praticamente non esiste nel caso di protesi.Un'infezione, è sempre possibile in chirurgia ma è rarissima nella mastoplastica additiva ( io ne ho avuto un solo caso in 25 aa di esperienza!). Una protesi di buona qualità, di un volume ben proporzionato ma non eccesivo, che sia ben alloggiata e ricoperta da tessuto suo, sono alcuni dei presupposti affinchè l'intervento riesca bene e il risultato la soddisfi adeguatamente. La cosa più importante è dunque che lei parli bene con il chirurgo, magari direttamente ed evitando "mediatori", gli esponga i suoi dubbi e sicuramente le sue risposte la tranquillizzeranno.
saluti

Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net

[#2]
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
gentili dottori,
riporto qui le percentuali trovate su questo sito: http://www.xthetic.com/2006_complicanze_mastoplastica/

qui si dice che la frequenza di contrattura capsulare è compresa tra il 4% ed il 14% per la mastoplastica additiva estetica effettuata per la prima volta e la correzione chirurgica della contrattura capsulare comporta un alto rischio di recidiva (30-50%).
Io trovo che siano percentuali altissime e spaventose. Scusate se mi permetto ma credo che la chirurgia dovrebbe fare molti progressi ancora prima di poter continuare ad effettuare questo intervento realizzando realmente la soddisfazione del paziente (che non è un cliente, ma un paziente con un disagio!) che non può investire soldi (tanti) e speranze in un intervento con una così alta percentuale di problematiche che rischiano di distruggere la persona a livello emotivo.

E spesso queste cose non vengono fatte presente
[#3]
Dr. Claudio Bernardi Chirurgo generale, Chirurgo plastico 2.3k 65
Gentile utente,
noi chirurghi plastici siamo sempre alla ricerca di metodiche che possano migliorare i nostri risultati, confortati anche da materiali e presidi medici sempre migliori. Detto questo non so a chi lei si riferisca quando dice "queste cose non vengono dette...".
I nostri pazienti sono informati adeguatamente, su rischi e complicanze. Premesso che non esiste un chirurgo che non ha complicanze, ma esistono chirurghi scrupolosi che attuano tutte le misure cautelative per prevenirle e, se succedono, sanno riconoscerle, non le sottovalutano, sanno gestirle e le risolvono. Non abbandonando mai il paziente al proprio destino.


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