Magnetoterapia post-mastoplastica
Salve, sono una donna di 63 anni, 23 anni fa (a circa 40 anni) mi sono fatta impiantare le protesi testurizzate al seno.
Dopo 20 anni (3 anni fa) le protesi incapsulate sono diventate molto dure, una in particolare è dura quanto una pietra.
Il chirurgo che mi ha operato, mi ha detto che l'ideale sarebbe sostituire le protesi, visto che è passato tanto tempo, ma siccome preferirei evitare un intervento, mi ha proposto la magnetoterapia, adatta a tale scopo, e cioè ad ammorbidire le protesi.
Ho fatto le prime due sedute (settimanali) senza risultati evidenti, vorrei continuare ma intendo farlo solo se so che posso ottenere risultati apprezzabili, e cioè un sostanziale ammorbidimento delle protesi. La magnetoterapia è efficace in tal senso? E, anche in caso affermativo, potrei stare sicura che col tempo non si indurirebbero nuovamente?
Grazie mille, cordiali saluti.
Dopo 20 anni (3 anni fa) le protesi incapsulate sono diventate molto dure, una in particolare è dura quanto una pietra.
Il chirurgo che mi ha operato, mi ha detto che l'ideale sarebbe sostituire le protesi, visto che è passato tanto tempo, ma siccome preferirei evitare un intervento, mi ha proposto la magnetoterapia, adatta a tale scopo, e cioè ad ammorbidire le protesi.
Ho fatto le prime due sedute (settimanali) senza risultati evidenti, vorrei continuare ma intendo farlo solo se so che posso ottenere risultati apprezzabili, e cioè un sostanziale ammorbidimento delle protesi. La magnetoterapia è efficace in tal senso? E, anche in caso affermativo, potrei stare sicura che col tempo non si indurirebbero nuovamente?
Grazie mille, cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
A quanto mi risulta l'unica pubblicazione seria a favore della magnetoterapia per questo scopo risale a trent'anni fa. Per il resto non ci sono evidenze sull'efficacia della trrapia elettromagnetica nei casi di contrattura capsulare.
A quanto mi risulta l'unica pubblicazione seria a favore della magnetoterapia per questo scopo risale a trent'anni fa. Per il resto non ci sono evidenze sull'efficacia della trrapia elettromagnetica nei casi di contrattura capsulare.
Dr. Salvatore Carlucci
Chirurgo Plastico - Torino
salvatore.carlucci@medicitalia.it
www.chirurgoesteticotorino.com
[#2]
Utente
Gent.mo Dott. Carlucci,
anzitutto la ringrazio per la tempestiva risposta.
Quindi, stando a quanto lei ha cortesemente scritto, nel mio caso la magnetoterapia non sarebbe efficace, e quindi eviterei inutili perdite di tempo e denaro?
A tal riguardo, il mio chirurgo mi consigliava di effettuare una piccola incisione, soltanto sotto il seno più grosso, per ridurre lo spessore della vecchia cicatrice (quella dell'incapsulamento) e fare in modo che la protesi scenda. Lei cosa ne pensa?
Grazie ancora, cordiali saluti.
anzitutto la ringrazio per la tempestiva risposta.
Quindi, stando a quanto lei ha cortesemente scritto, nel mio caso la magnetoterapia non sarebbe efficace, e quindi eviterei inutili perdite di tempo e denaro?
A tal riguardo, il mio chirurgo mi consigliava di effettuare una piccola incisione, soltanto sotto il seno più grosso, per ridurre lo spessore della vecchia cicatrice (quella dell'incapsulamento) e fare in modo che la protesi scenda. Lei cosa ne pensa?
Grazie ancora, cordiali saluti.
[#3]
Gentile utente,
Le parlo di evidenze scientifiche, ma non posso dirle se la magnetoterapia funzionerà o meno.
Personalmente credo che la soluzione dei casi di contrattura capsulare sia il reintervento con asportazione totale o parziale della capsula contratta e con sostituzione delle protesi.
Mi sembra difficile che questo si possa fare con una "piccola incisione".
Le parlo di evidenze scientifiche, ma non posso dirle se la magnetoterapia funzionerà o meno.
Personalmente credo che la soluzione dei casi di contrattura capsulare sia il reintervento con asportazione totale o parziale della capsula contratta e con sostituzione delle protesi.
Mi sembra difficile che questo si possa fare con una "piccola incisione".
[#4]
Gentile utente,
dopo molti anni che la capsula periprotesica è diventata " ...dura quanto una pietra..." a tutt'oggi non esistono terapie mediche efficaci per la risoluzione. Bisognerà dunque valutare la soluzione chirurgica con l'asportazione della capsula mammaria e la sostituzione con nuove protesi. In casi simili utilizzo spesso le protesi di silicone rivestite con poliuretano perchè meno reattive e quindi a minor rischio di contrattura capsulare.
saluti
dopo molti anni che la capsula periprotesica è diventata " ...dura quanto una pietra..." a tutt'oggi non esistono terapie mediche efficaci per la risoluzione. Bisognerà dunque valutare la soluzione chirurgica con l'asportazione della capsula mammaria e la sostituzione con nuove protesi. In casi simili utilizzo spesso le protesi di silicone rivestite con poliuretano perchè meno reattive e quindi a minor rischio di contrattura capsulare.
saluti
Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net
[#5]
Non vi è alcuna evidenza di una utilità nel trattamento della contrattura con metodiche del genere. Probabilmente un intervento è più indicato.
Buona serata
Buona serata
Dr. Marco Loiacono
Specialista in Chirurgia Plastica ed Estetica
www.nuova-chirurgia-estetica.it
[#6]
Utente
Gent.mi Dottori,
ringrazio tutti voi per i vostri autorevolissimi pareri, che mi stanno chiarendo di molto la situazione.
Ci tenevo a chiarire, perché forse non sono riuscita a spiegarmi, che la soluzione prospettata dal mio chirurgo mira quantomeno a ridurre quanto più possibile lo spessore del "cordone" cicatriziale che si trova al di sotto del seno, in modo da permettere alla protesi di scendere un po' e, quindi, sembrare meno evidente (cercando di riguadagnare anche la giusta simmetria con l'altro seno). Lui stesso mi ha detto che ovviamente la sostituzione della (o delle) protesi sarebbe la soluzione ideale, ma per venire incontro alla mia paura di un nuovo intervento chirurgico così invasivo, suggeriva, appunto, la riduzione dello spessore cicatriziale.
Pensate che sia una strada che si possa tentare?
Grazie ancora a tutti, davvero.
ringrazio tutti voi per i vostri autorevolissimi pareri, che mi stanno chiarendo di molto la situazione.
Ci tenevo a chiarire, perché forse non sono riuscita a spiegarmi, che la soluzione prospettata dal mio chirurgo mira quantomeno a ridurre quanto più possibile lo spessore del "cordone" cicatriziale che si trova al di sotto del seno, in modo da permettere alla protesi di scendere un po' e, quindi, sembrare meno evidente (cercando di riguadagnare anche la giusta simmetria con l'altro seno). Lui stesso mi ha detto che ovviamente la sostituzione della (o delle) protesi sarebbe la soluzione ideale, ma per venire incontro alla mia paura di un nuovo intervento chirurgico così invasivo, suggeriva, appunto, la riduzione dello spessore cicatriziale.
Pensate che sia una strada che si possa tentare?
Grazie ancora a tutti, davvero.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.9k visite dal 25/10/2012.
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