Cucitura troppo stretta dopo episiotomia
Buongiorno,
a Giugno di quest'anno ho avuto una bellissima bambina. A seguito del parto ho subito l'episiotomia, per altro con "soli" quattro punti esterni. Sono stata bene da subito, non sentivo quasi tirare i punti, ma tornata a casa ho sentito con la mano che alcuni punti erano caduti lasciandomi aperta la ferita.
Per farla breve, sono dovuta tornare quattro volte in ginecologia, dove dapprima mi hanno ricucito, poi mi hanno aperto di nuovo la ferita e ricucito e poi a seguito di necrotizzazione dei tessuti, mi hanno riaperto e ricucito ancora.
Il risultato finale e' che l'ostio vaginale non e' piu' visibile.
Le piccole labbra sono presenti solo per meta', dall'uretra in giu' e' come se la mia vagina fosse stata "cancellata".
Tirando in giu' quel che era il mio perineo, il ginecologo dice di poter entrare con uno o due dita e quindi mi ha spedito a casa a fare gli esercizi di elasticizzazione e di riprovare ad avere rapporti dopo un mese. Di mesi ne sono passati tre inutilmente e onestamente sono molto demoralizzata.
A parte la sensazione di aver subito una vera e propria mutilazione dei genitali, sono preoccupata per la funzionalita' della mia vagina e della mancata ripresa dei rapporti con mio marito. Il desiderio ci sarebbe, ma il dolore che provo me lo impedisce. E' come se mi tirasse il punto di giunzione della ferita, sento un dolore fortissimo. Non riesco a farmi penetrare, nemmeno un po'.
Ma non potevano ricucirmi un po' meno?
Si puo' aprire di un centimetro l'apertura, in modo da poter rivedere aprendo le gambe (scusate se uso questa immagine un po'cruda) il mio povero buchino?
Ho capito che il ginecologo mi dice che basta che con il dito spinga verso il basso, ma io con lo specchietto mi sono vista e anche al tatto, ricordo bene com'era la mia vagina prima del parto, manca proprio tutta una parte..... e il pene di mio marito, non e' proprio piccino come due dita.....
Ho pianto tanto e ho sofferto moltissimo anche durante l'operazione di riapertura e di ricruderizzazione della ferita, fatta con un anestetico locale, per non interferire con l'allattamento. Tutto questo dolore non e' servito a niente. Forse era meglio lasciare la ferita aperta?
Cosa posso fare? Sono rovinata per sempre?
Grazie per il vostro consulto. Aspetto con ansia una vostra risposta.
M.
a Giugno di quest'anno ho avuto una bellissima bambina. A seguito del parto ho subito l'episiotomia, per altro con "soli" quattro punti esterni. Sono stata bene da subito, non sentivo quasi tirare i punti, ma tornata a casa ho sentito con la mano che alcuni punti erano caduti lasciandomi aperta la ferita.
Per farla breve, sono dovuta tornare quattro volte in ginecologia, dove dapprima mi hanno ricucito, poi mi hanno aperto di nuovo la ferita e ricucito e poi a seguito di necrotizzazione dei tessuti, mi hanno riaperto e ricucito ancora.
Il risultato finale e' che l'ostio vaginale non e' piu' visibile.
Le piccole labbra sono presenti solo per meta', dall'uretra in giu' e' come se la mia vagina fosse stata "cancellata".
Tirando in giu' quel che era il mio perineo, il ginecologo dice di poter entrare con uno o due dita e quindi mi ha spedito a casa a fare gli esercizi di elasticizzazione e di riprovare ad avere rapporti dopo un mese. Di mesi ne sono passati tre inutilmente e onestamente sono molto demoralizzata.
A parte la sensazione di aver subito una vera e propria mutilazione dei genitali, sono preoccupata per la funzionalita' della mia vagina e della mancata ripresa dei rapporti con mio marito. Il desiderio ci sarebbe, ma il dolore che provo me lo impedisce. E' come se mi tirasse il punto di giunzione della ferita, sento un dolore fortissimo. Non riesco a farmi penetrare, nemmeno un po'.
Ma non potevano ricucirmi un po' meno?
Si puo' aprire di un centimetro l'apertura, in modo da poter rivedere aprendo le gambe (scusate se uso questa immagine un po'cruda) il mio povero buchino?
Ho capito che il ginecologo mi dice che basta che con il dito spinga verso il basso, ma io con lo specchietto mi sono vista e anche al tatto, ricordo bene com'era la mia vagina prima del parto, manca proprio tutta una parte..... e il pene di mio marito, non e' proprio piccino come due dita.....
Ho pianto tanto e ho sofferto moltissimo anche durante l'operazione di riapertura e di ricruderizzazione della ferita, fatta con un anestetico locale, per non interferire con l'allattamento. Tutto questo dolore non e' servito a niente. Forse era meglio lasciare la ferita aperta?
Cosa posso fare? Sono rovinata per sempre?
Grazie per il vostro consulto. Aspetto con ansia una vostra risposta.
M.
[#1]
gentile utente,
comprendendo benissimo la sua sofferenza ed il suo disagio, le premetto che non è possibile dare risposte precise senza una valutazione diretta della sua situazione ma sempre più spesso il chirurgo plastico viene interpellato in questo tipo di situazioni. Si tratta comunque di un lavoro congiunto con il ginecologo per correggere i problemi con le tecniche di chirurgia plastica ma sempre dopo attenta disamina della problematiche ginecologiche.
Le consiglio pertanto di chiedere al suo ginecologo se ha un chirurgo plastico di riferimento.
Saluti
comprendendo benissimo la sua sofferenza ed il suo disagio, le premetto che non è possibile dare risposte precise senza una valutazione diretta della sua situazione ma sempre più spesso il chirurgo plastico viene interpellato in questo tipo di situazioni. Si tratta comunque di un lavoro congiunto con il ginecologo per correggere i problemi con le tecniche di chirurgia plastica ma sempre dopo attenta disamina della problematiche ginecologiche.
Le consiglio pertanto di chiedere al suo ginecologo se ha un chirurgo plastico di riferimento.
Saluti
Dr. Daniele Bollero
Chirurgo Plastico - Ospedale C.T.O. - TORINO
www.chirurgiaplasticapiemonte.com
[#2]
Gentile signora,
suture e risuture ripetute dopo episodi di necrosi tessutale producono inevitabilmente fibrosi cicatriziale e fenomeno di retrazione anche importanti. Mi associo al collega Dr. Bollero consigliandole vivamente la consulenza del chirurgo plastico che valuterà il caso e sceglierà la tecnica riparatrice più adatta e , soprattutto , il periodo migliore per fare qualcosa.
Distinti saluti
Dott. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
http://www.claudiobernardi.it
suture e risuture ripetute dopo episodi di necrosi tessutale producono inevitabilmente fibrosi cicatriziale e fenomeno di retrazione anche importanti. Mi associo al collega Dr. Bollero consigliandole vivamente la consulenza del chirurgo plastico che valuterà il caso e sceglierà la tecnica riparatrice più adatta e , soprattutto , il periodo migliore per fare qualcosa.
Distinti saluti
Dott. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
http://www.claudiobernardi.it
Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net
[#3]
Utente
Gentilissimo Dr Bollero, la ringrazio per la sua pronta risposta. Vorrei pero' chiederle ancora qualche cosa.
Nella sua esperienza, ha avuto modo di operare donne con problemi simili al mio? E che esiti hanno avuto?
Glielo chiedo perche' ho consultato anche un altro ginecologo, che mi ha detto che dopotutto sono stata "fortunata" e che ha visto ragazze messe molto peggio di me. Mi ha anche sconsigliato per il momento di sottoporre ancora la mia vagina a qualsivoglia intervento perche' e' gia' stata toccata per quattro volte in poco piu' di un mese. Da una parte ho paura di fare peggio, ma dall'altra sono strasicura che non si tratta solo di recupero di elasticita' del perineo, ma di una, diciamo, saldatura troppo alta.
Che tipo di interventi si possono fare e quale decorso hanno? Avrei sempre la bambina da allattare.... Ho cercato in internet, ma si parla tanto di ricostruzione della "verginita'" o di altre amenita' simili, ma poco di ricostruzioni post episiotomie o parti disastrosi. Eppure di donne rovinate ce ne sono parecchie. Forse per vergogna o per rassegnazione e' un tipo di intervento poco richiesto?
Grazie ancora per la sua attenzione.
Cortesi saluti
Nella sua esperienza, ha avuto modo di operare donne con problemi simili al mio? E che esiti hanno avuto?
Glielo chiedo perche' ho consultato anche un altro ginecologo, che mi ha detto che dopotutto sono stata "fortunata" e che ha visto ragazze messe molto peggio di me. Mi ha anche sconsigliato per il momento di sottoporre ancora la mia vagina a qualsivoglia intervento perche' e' gia' stata toccata per quattro volte in poco piu' di un mese. Da una parte ho paura di fare peggio, ma dall'altra sono strasicura che non si tratta solo di recupero di elasticita' del perineo, ma di una, diciamo, saldatura troppo alta.
Che tipo di interventi si possono fare e quale decorso hanno? Avrei sempre la bambina da allattare.... Ho cercato in internet, ma si parla tanto di ricostruzione della "verginita'" o di altre amenita' simili, ma poco di ricostruzioni post episiotomie o parti disastrosi. Eppure di donne rovinate ce ne sono parecchie. Forse per vergogna o per rassegnazione e' un tipo di intervento poco richiesto?
Grazie ancora per la sua attenzione.
Cortesi saluti
[#4]
gentile utente,
visto che mi ha consultato in maniera diretta sulla mia esperienza le dico che io mi avvalgo della consulenza di un urologo per studiare oltre la correzione estetica anche le anomalie funzionali di tali esiti cicatriziali.
La gestione delle cicatrici non è solo tecnica ma anche molta informazione alla paziente su quali obbiettivi si sono prefissati.
Sul fatto che il problema sia maggiore di quanto descritto sono d'accordo e le posso dire che sempre più donne escono allo scoperto lamentando tali problemi che vanno affrontati da un team multidisciplinare.
sicuramente il mio consiglio è di non trattare casi con cicatrici in fase attiva a meno di importanti deficit funzionali.
saluti
visto che mi ha consultato in maniera diretta sulla mia esperienza le dico che io mi avvalgo della consulenza di un urologo per studiare oltre la correzione estetica anche le anomalie funzionali di tali esiti cicatriziali.
La gestione delle cicatrici non è solo tecnica ma anche molta informazione alla paziente su quali obbiettivi si sono prefissati.
Sul fatto che il problema sia maggiore di quanto descritto sono d'accordo e le posso dire che sempre più donne escono allo scoperto lamentando tali problemi che vanno affrontati da un team multidisciplinare.
sicuramente il mio consiglio è di non trattare casi con cicatrici in fase attiva a meno di importanti deficit funzionali.
saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 28.9k visite dal 13/09/2010.
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