Disturbo articolazione temporomandibolare
Sono una ragazza di 23 anni. 3 anni fa ho iniziato ad accusare dolori e difficoltà di movimento all'articolazione temporomandibolare, a seguito di un episodio di scroscio mandibolare con dolore acuto, durante una cena.
La sintomatologia dolorosa è persistita, così come i continui scrosci. Il mio dentista abituale, dopo aver visionato RX teleradiografico del cranio per cefalometria ortodontica e RX ortopanoramica delle arcate dentarie, mi ha tranquillizzata riferendomi che il disturbo era causato da normali dolori di crescita.
Non soddisfatta e continuando ad accusare disturbi che col tempo si sono intensificati, mi sono rivolta alla Maxillofacciale della mia provincia di residenza. Anche quì, dopo aver consultato la documentazione, sono stata liquidata con l'indicazione solo orale di effettuare ginnastica motoria in autonomia.
Nel 2008, i dolori si sono intensificati a tal punto da non riuscire a dormire di notte ed a ritrovarmi al mattino con l'impossibilità di aprire la bocca, se non a seguito di dolorosissimi scrosci da me indotti, sforzando l'articolazione.
Da giugno 2008 porto un bite ortodontico all'arcata inferiore, dopo essermi rivolta ad un ortodontista, il quale ha da subito ipotizzato la frattura dei menischi e suggerito l'intervento di rimozione di alcuni molari.
Vista l’importanza del disturbo mi ha suggerito l’esecuzione di una TAC volumetrica maxiscan del mascellare e della mandibola e OPT con la seguente diagnosi:
18 incluso in mesioinclinazione, con corona a contatto con la radice del 17.
28 incluso con radici che sporgono alla base del seno mascellare.
Si segnala ispessimento del profilo mucoso alla base del seno mascellare sinistro con opacità a sole nascente sul versante mesiale.
Incompletamente erotto e mesioinclinato il 38, le cui radici comprimono il canale mandibolare, che decorre sul versante vestibolare.
Non riconoscibile il 48.
L'ortodontista, a seguito di tale diagnosi, mi ha consigliato di recarmi alla Maxillofacciale di una provincia a me vicina, prevedendo la possibilità di un intervento chirurgico.
Vorrei sapere quali potrebbero essere i possibili interventi per la risoluzione dei miei molteplici problemi e se intervenire con la rimozione del 28, ci possano essere delle conseguenze dannose, date dalla sua posizione rispetto al seno mascellare e, se viene rimosso il 38, esista la possibilità di temporanee parestesie.
Ringrazio anticipatamente delle risposte.
La sintomatologia dolorosa è persistita, così come i continui scrosci. Il mio dentista abituale, dopo aver visionato RX teleradiografico del cranio per cefalometria ortodontica e RX ortopanoramica delle arcate dentarie, mi ha tranquillizzata riferendomi che il disturbo era causato da normali dolori di crescita.
Non soddisfatta e continuando ad accusare disturbi che col tempo si sono intensificati, mi sono rivolta alla Maxillofacciale della mia provincia di residenza. Anche quì, dopo aver consultato la documentazione, sono stata liquidata con l'indicazione solo orale di effettuare ginnastica motoria in autonomia.
Nel 2008, i dolori si sono intensificati a tal punto da non riuscire a dormire di notte ed a ritrovarmi al mattino con l'impossibilità di aprire la bocca, se non a seguito di dolorosissimi scrosci da me indotti, sforzando l'articolazione.
Da giugno 2008 porto un bite ortodontico all'arcata inferiore, dopo essermi rivolta ad un ortodontista, il quale ha da subito ipotizzato la frattura dei menischi e suggerito l'intervento di rimozione di alcuni molari.
Vista l’importanza del disturbo mi ha suggerito l’esecuzione di una TAC volumetrica maxiscan del mascellare e della mandibola e OPT con la seguente diagnosi:
18 incluso in mesioinclinazione, con corona a contatto con la radice del 17.
28 incluso con radici che sporgono alla base del seno mascellare.
Si segnala ispessimento del profilo mucoso alla base del seno mascellare sinistro con opacità a sole nascente sul versante mesiale.
Incompletamente erotto e mesioinclinato il 38, le cui radici comprimono il canale mandibolare, che decorre sul versante vestibolare.
Non riconoscibile il 48.
L'ortodontista, a seguito di tale diagnosi, mi ha consigliato di recarmi alla Maxillofacciale di una provincia a me vicina, prevedendo la possibilità di un intervento chirurgico.
Vorrei sapere quali potrebbero essere i possibili interventi per la risoluzione dei miei molteplici problemi e se intervenire con la rimozione del 28, ci possano essere delle conseguenze dannose, date dalla sua posizione rispetto al seno mascellare e, se viene rimosso il 38, esista la possibilità di temporanee parestesie.
Ringrazio anticipatamente delle risposte.
[#2]
Intanto se vuole capire di più i suoi problemi legga https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/. La sconsiglio vivamente ad effettuare qualsiasi cosa che necessiti sedute odontoiatriche lunghe. Prima cosa deve fare un corretto bite e risolvere il dolore, lo scroscio, ecc. DOPO faccia quello che vuole.
Saluti
Saluti
[#3]
Gentile paziente, penso che lei abbia necessità di uno gnatologo, che rappresenta lo specialista di riferimento per la valutazione dei disturbi dell'articolazione temporo-mandibolare.
Lui eventualmente, se il problema si rivelerà di natura chirurgica, potrà indirizzarlo al chiruirgo maxillo-facciale.
Una TAC e una panoramica non mettono in luce i menischi articolari, che sono delle strutture radiotrasparenti.
Per poter capire se c'è una frattura dei menisci, o sono un loro cattivo funzionamento, occorre effettuare una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare), senza il cui esito non si può assolutamente affermare se vi è o meno questa rottura, e quindi se il suo caso è di natura chirurgica o meno.
La TAC invece ha messo in luce una difficoltà estrattiva del dente 38.
La sua estrazione può essere alla portata anche di un dentista in una struttura ambulatoriale, purchè abbia competenze chirurgiche adeguate, ma non è sbagliata l'indicazione all'estrazione effettuata in sede maxillo-facciale.
Lui eventualmente, se il problema si rivelerà di natura chirurgica, potrà indirizzarlo al chiruirgo maxillo-facciale.
Una TAC e una panoramica non mettono in luce i menischi articolari, che sono delle strutture radiotrasparenti.
Per poter capire se c'è una frattura dei menisci, o sono un loro cattivo funzionamento, occorre effettuare una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare), senza il cui esito non si può assolutamente affermare se vi è o meno questa rottura, e quindi se il suo caso è di natura chirurgica o meno.
La TAC invece ha messo in luce una difficoltà estrattiva del dente 38.
La sua estrazione può essere alla portata anche di un dentista in una struttura ambulatoriale, purchè abbia competenze chirurgiche adeguate, ma non è sbagliata l'indicazione all'estrazione effettuata in sede maxillo-facciale.
www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 01/05/2009.
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