Perimplantite su impianti: intervento e conseguenze

Gentili dottori,

nel 2003 mia madre (61 anni quest’anno) ha subito un’operazione di trapianto osseo alla mascella - con prelievo dalla cresta iliaca - e il successivo innesto di otto impianti che sorreggono un ponte circolare di dodici elementi (gennaio e ottobre 2004).
Già nel settembre 2005 l’esame radiografico ha evidenziato che l’osso trapiantato è stato quasi del tutto riassorbito e che mia madre soffriva di una perimplantite che è tuttora in corso, nonostante un piccolo intervento di asportazione di una porzione di gengiva infetta (2006) e la laserterapia eseguita nel 2009. Gli impianti sono inseriti nell’osso per 3 o 4 mm.
L’ultima tac (gennaio 2012) evidenzia, rispetto alla precedente dell’agosto 2010, invariata posizione di tre viti metalliche in regione premolare sn, quella più craniale presenta l’apice proiettivamente nel seno mascellare, circondata da modesto ispessimento mucoso. Invariata posizione dell’ultimo perno metallico a sinistra con apice proiettivamente del seno mascellare circondato da ispessimento del profilo mucoso. Diffusi artefatti per elementi metallici multipli. Cresta alveolare di spessore ridotto nelle zone edentule.
Per guarire la perimplantite, le è stato recentemente prospettato un intervento per aprire la gengiva e asportarne un’ulteriore porzione infetta. Gli impianti rimarrebbero dunque scoperti e si monterebbe, al posto dell’attuale ponte, una protesi che necessita di impianti o cappette per rimanere in loco, data la cresta alveolare molto ridotta.

Data l’ancor giovane età di mia madre, mi rivolgo a voi per chiedervi un parere sull’intervento che le è stato proposto e per sapere quali misure è possibile/necessario adottare per garantirle di poter contare su una dentatura, per quanto artificiale, fissa (o almeno il più stabile possibile) che le assicuri il tenore di vita a cui a diritto.

Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.
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Dr. Marco Finotti Ortodontista, Dentista, Gnatologo 5.7k 113
quando vi è una periimplantite la coda peggiore da fare è attendere
è necessario intervenire chirurgicamente per rallentare almeno l'evoluzione della malattia che porta a riassorbimento osseo
l'intervento difficilmente è risolutivo e solitamente consiste in una pulizia dell'impianto che viene anche lucidato oltre che fresato e curettaggio osseo . raro poter ottenere una rigenerazioen ossea
gli impianti nella maggior parte dei casi risultano scoperti ma più facilmente detergibili, certo sorgono problemi estetici per l'esposizione
ovviamente la protesi può richiedere modifiche in funzione della stabilità degli stessi del tipo di riabilitazione e del numero
cordiali saluti

Finotti Marco
www.centromedicovesalio.it