Cisti cocccigea recidiva
salve, mi rivolgo a voi in quanto è ormai da 4 anni che sono tormentato da una cisti del coccige. Sono in procinto di effettuare il 5° intervento e sinceramente non so più che fare. Nei precedenti interventi si è provato sia a suturare la ferita,sia a lasciarla semiaperta sia a procedere con le zaffature. Peccato però che il risultato fosse sempre lo stessso: della ferita dopo un paio di mesi di medicazioni continue non rimaneva che un puntino superficiale che non solo però non si richiudeva mai (mi hanno detto che ho problemi di cicatrizzazione e il tessuto è in flogosi) ma dopo un pò tornava di nuovo a ingrandirsi e suppurare, costringendomi quindi a un nuovo intervento. Ora io non so più che fare, e chiedo a voi se esiste un modo per mettere la parola fine a questa cosa. Grazie in anticipo per la risposta
[#1]
Caro Utente,
non è infrequente leggere che pazienti con una cisti sacro-coccigea siano sottoposti a numerosi interventi. A volte questo può succedere per una reale difficoltà a risolvere il problema, condizione piuttosto rara, ma spesso la recidiva plurima è duvuta ad una non perfetta condotta del/i chirurghi sia in relazione alla diagnosi che della terapia. Se più volte si è insistito ad eseguire lo stesso approccio ed il risultato è sempre stato l'evidente fallimento è necessario quindi non solo cambiare tattica operativa ma anche porsi il dubbio se la diagnosi di cisti coccigea è esatta o piuttosto siamo di fronte ad una patologia perianale o perineale differente. Capisco tutte le difficoltà ma al terzo/quarto tentativo è impossibile per un chirurgo non pensare di eradicare più a fondo il problema. Quindi è presumibile un difeto di diagnosi per questo le consiglio una visita accurata con approfondimendo di diagnosi iniziando con una ecografia che spesso, se ben condotta, individua l'origine della patologia. Solo nel dubio è proponibile eseguire una fistulografia ed altre indagini più sofisticate, ma personalmente giudico eccessivo proseguire oltre le indagini più semplici.
Auguri!
Dott. Attilio Nicastro
non è infrequente leggere che pazienti con una cisti sacro-coccigea siano sottoposti a numerosi interventi. A volte questo può succedere per una reale difficoltà a risolvere il problema, condizione piuttosto rara, ma spesso la recidiva plurima è duvuta ad una non perfetta condotta del/i chirurghi sia in relazione alla diagnosi che della terapia. Se più volte si è insistito ad eseguire lo stesso approccio ed il risultato è sempre stato l'evidente fallimento è necessario quindi non solo cambiare tattica operativa ma anche porsi il dubbio se la diagnosi di cisti coccigea è esatta o piuttosto siamo di fronte ad una patologia perianale o perineale differente. Capisco tutte le difficoltà ma al terzo/quarto tentativo è impossibile per un chirurgo non pensare di eradicare più a fondo il problema. Quindi è presumibile un difeto di diagnosi per questo le consiglio una visita accurata con approfondimendo di diagnosi iniziando con una ecografia che spesso, se ben condotta, individua l'origine della patologia. Solo nel dubio è proponibile eseguire una fistulografia ed altre indagini più sofisticate, ma personalmente giudico eccessivo proseguire oltre le indagini più semplici.
Auguri!
Dott. Attilio Nicastro
[#2]
Gentile Giovane,
è vero che la cisti sacrococcigea può recidare in qualche caso ma, francamente, che questo avvenga 4 - 5 volte mi sembra eccessivo. Sicuramente il problema non è stato risolto alla radice, come dice il collega Nicastro. Inoltre , anche la tensione dei bordi della ferita può essere causa di recidiva. Io sono un fautore della tecnica chiusa, ovvero nell'asportazione e nella chiusura della ferita (anzichè lasciare che quest'ultima si cicatrizzi da sola con mesi di medicazioni dolorose),
ma senza lasciare il minimo di tensione dei bordi, eventualmente ruotando opportunamente dei lembi.
distinti saluti
Dott. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
http://www.claudiobernardi.it
è vero che la cisti sacrococcigea può recidare in qualche caso ma, francamente, che questo avvenga 4 - 5 volte mi sembra eccessivo. Sicuramente il problema non è stato risolto alla radice, come dice il collega Nicastro. Inoltre , anche la tensione dei bordi della ferita può essere causa di recidiva. Io sono un fautore della tecnica chiusa, ovvero nell'asportazione e nella chiusura della ferita (anzichè lasciare che quest'ultima si cicatrizzi da sola con mesi di medicazioni dolorose),
ma senza lasciare il minimo di tensione dei bordi, eventualmente ruotando opportunamente dei lembi.
distinti saluti
Dott. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
http://www.claudiobernardi.it
Dr. Claudio Bernardi
Chirurgia Plastica
www.claudiobernardi.it - www.lachirurgiaplastica.net
[#3]
La cisti pilonidale ( o cisti a nido di peli) è caratteristica della regione sacro-coccigea.
Essa può andare incontro a una o più complicanze suppurative e abbastanza facilmente, se non correttamente trattata, recidiva.
Una delle tecniche meno note, ma molto efficace, è quella della crionecrosi ( necrosi da freddo)
L’intervento, che pratico da oltre 30 anni, si svolge in ambulatorio (ovviamente attrezzato, in anestesia locale, e consiste nel portare, con un apparecchio chiamato “criotomo” la regione interessata dalla cisti, a circa -90°C, ovvero a meno 90 gradi centigradi.
La necrosi che interessa il tessuto, a causa della bassa temperatura, guarirà in pochi giorni, e la cicatrizzazione avverrà in circa tre/quattro settimane.
Durante tale periodo è possibile attendere alla propria attività lavorativa !
Il Paziente, effettuato l’intervento, torna immediatamente al suo domicilio, o, se giunge da lontano, sosterà per 48 ore in albergo.
Può immediatamente attendere alla normale vita quotidiana, perché sede dell’intervento e le medicazioni sono assolutamente indolori.
Essa può andare incontro a una o più complicanze suppurative e abbastanza facilmente, se non correttamente trattata, recidiva.
Una delle tecniche meno note, ma molto efficace, è quella della crionecrosi ( necrosi da freddo)
L’intervento, che pratico da oltre 30 anni, si svolge in ambulatorio (ovviamente attrezzato, in anestesia locale, e consiste nel portare, con un apparecchio chiamato “criotomo” la regione interessata dalla cisti, a circa -90°C, ovvero a meno 90 gradi centigradi.
La necrosi che interessa il tessuto, a causa della bassa temperatura, guarirà in pochi giorni, e la cicatrizzazione avverrà in circa tre/quattro settimane.
Durante tale periodo è possibile attendere alla propria attività lavorativa !
Il Paziente, effettuato l’intervento, torna immediatamente al suo domicilio, o, se giunge da lontano, sosterà per 48 ore in albergo.
Può immediatamente attendere alla normale vita quotidiana, perché sede dell’intervento e le medicazioni sono assolutamente indolori.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.8k visite dal 07/06/2006.
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