Cisti sacro coccigea pilonidale fuori uscita, come ci si comporta ?
Salve, da un paio di giorni mi è capitato di notare un piccolo rigonfiamento nella zona del coccige, ieri dopo essermi seduto ho avvertito un leggerissimo fastidio nella stessa, dopo aver controllato meglio ho notato che da una piccola ferita che si era creata fuori usciva un piccolo lembo di tessuto che successivamento ho capito essere una cisti polonidale o fistola (colo rosso), non avevo secrezioni particolari se non per qualche goccia di sangue e ad oggi sembra come se il materiale "semi solido" pian piano stia venendo espulso. Dato che ho avuto un'altro episodio di cisti sebacea in passato in cui sono riuscito ad evitare totalmente l'incisione usando delle medicazioni a base di pomata gentalyn beta, mi chiedevo come comportarmi ora. Dopo un breve consulto il mio medico di famiglia mi ha consigliato di igienizzare la zona e usare la gentamicina e betametasone EG dato che quasi tutto ciò che avevo sotto pelle è stato espulso e di tener d'occhio la situazione. So che in questi casi la chirurgia è praticamente d'obbligo anche se la situazione sembra essere piuttosto "positiva" se posso essere ottimista, non ho particolari dolori o fastidi. Chiedo gentilmente pareri
[#1]
Non è purtroppo possibile esprimere un parere corretto senza una valutazione diretta della situazione. In generale si può dire che la presenza di un "sinus pilonidalis" che è la presenza di un agglomerato di peli nella sede sacrococcigea richiede l'intervento chirurgico.
Dr. Roberto Rossi
[#2]
Certamente nel suo caso l'intervento chirurgico è più indicato v/s la terapia medica, anche perchè tale patologia può giovarsi di una nuova tecnica mini invasiva che viene eseguita in regime ambulatoriale, necessitando della sola anestesia locale e senza l'uso di drenaggi né punti di sutura .
Tale tecnica, chiamata M.I.T.S.P.E , prevede minime incisioni cutanee intorno all'orifizio e/o orifizi fistolosi tramite l’utilizzo di piccole lame circolari che asportano il tessuto malato e contemporaneamente l’asportazione del contenuto della cisti e della fistola ( agglomerati di peli).
Quindi a termine dell'intervento non residuerà , come per le 2 tecniche classiche, una cavità più o meno grande chiusa con una serie di punti e/o aperta e tamponata con garze, ma solo la presenza di un numero variabile di piccoli forellini di diametro da 2 a 6 millimetri che guariscono rapidamente .
Tale tecnica mini invasiva offre grossi e tangibili vantaggi, tipo:
- il ritorno precoce all’attività lavorativa già dal giorno
successivo all’intervento,
- ripresa della attività sportiva dopo alcuni giorni,
- post operatorio facilmente gestibile,
- risultato estetico eccellente con netta diminuzione delle
recidive. rispetto alle tecniche classiche.
Con cordialità.
Tale tecnica, chiamata M.I.T.S.P.E , prevede minime incisioni cutanee intorno all'orifizio e/o orifizi fistolosi tramite l’utilizzo di piccole lame circolari che asportano il tessuto malato e contemporaneamente l’asportazione del contenuto della cisti e della fistola ( agglomerati di peli).
Quindi a termine dell'intervento non residuerà , come per le 2 tecniche classiche, una cavità più o meno grande chiusa con una serie di punti e/o aperta e tamponata con garze, ma solo la presenza di un numero variabile di piccoli forellini di diametro da 2 a 6 millimetri che guariscono rapidamente .
Tale tecnica mini invasiva offre grossi e tangibili vantaggi, tipo:
- il ritorno precoce all’attività lavorativa già dal giorno
successivo all’intervento,
- ripresa della attività sportiva dopo alcuni giorni,
- post operatorio facilmente gestibile,
- risultato estetico eccellente con netta diminuzione delle
recidive. rispetto alle tecniche classiche.
Con cordialità.
Dr. Michele Malerba
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.1k visite dal 03/09/2019.
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