Infarto splenico senza causa accertata
Buonasera,
scrivo per esporvi il mio caso, a detta del mio medico, abbastanza particolare.
Quindici giorni fa, ho avuto i primi fastidi nel quadrante sinistro dell'addome, all'altezza della milza fino al rene.
I dolori sono proseguiti senza febbre, vomito e tremori, ho avuto solo bruciore intestinale e sporadiche scariche nell'arco di 24h, tanto da farmi pensare ad un problema intestinale.
I dolori si sono fatti sempre più forti fino a situazioni di difficoltà respiratorie, soprattutto a pieni polmoni.
Decido di recarmi al pronto soccorso, dove mi fanno una radiografia del petto e dell'addome e un'ecografia e mi viene prima diagnosticato un calcolo, dopo di che probabili polipi alla cistifellea, con la raccomandazione di tornare il giorno dopo per una visita urologica.
L'urologo mi dice che non si tratta di calcoli e torno dal medico di chirurgia generale per un'ulteriore visita; durante la quale mi diagnostica una possibile diverticolite da verificare con una TAC con liquido di contrasto. Dopo la TAC mi dicono che c'è un problema alla milza e che dal collo fino alla zona pelvica tutto bene, ma la milza risulta avere dei problemi, a loro dire, non gravi.
Decidono di ricoverarmi con diagnosi di infarto splenico e faccio le analisi del sangue il mattino dopo, dalle quali risulta una infiammazione di grado medio, mentre tutti gli altri valori sono nella norma.
Comincio una cura antibiotica e mezz'ora dopo il ricovero mi fanno l'ecocardiogramma e un ECG da quale non risultano anomalie.
Per poter escludere al 100% l'origine di emboli cardiaci mi sottopongono a un ecocardiogramma transesofageo, anche qui niente anomalie.
Su 6 giorni di ricovero, gli ultimi 3 ho avuto attacchi di dolore acuto sempre nella stessa zona, controllati con Toradol.
Mi accorgo però, che riuscendo ad espellere aria e feci, avevo un leggero sollievo, episodio avvenuto solo una volta, il resto dei giorni il dolore si è ripresentato con la stessa intensità . Inoltre, riuscendo a respirare a pieni polmoni, raggiungendo l'apice del dolore, ho potuto notare che al momento dell'espirazione il dolore si attenua se non addirittura sparisce all'istante come se qualcosa si sbloccasse.
Il primario mi ha dimesso dicendomi che non ci sono, a suo dire, organi che hanno influenzato l'infarto, dalle analisi risulta tutto nella norma, e che quindi si può trattare di un caso molto raro, di infarto splenico dove una volta su 10 non si tratta di fattore secondario ma di primario, cioè avvenuto direttamente nella milza. Le zone interessate sono2: il polo superiore e quello inferiore (qui solo internamente). Il polo superiore è danneggiato anche all'esterno, come se avesse una fascia (tipo elastico) intorno completamente infartuata . Mi ha detto inoltre che dal tessuto necrotico si formeranno delle cisti e lui consiglia una splenectomia per poterne anche studiare la causa.
Conoscete casi simili o esami da fare?
Il primario ha accennato a una possibile malformazione genetica dei capillari.
scrivo per esporvi il mio caso, a detta del mio medico, abbastanza particolare.
Quindici giorni fa, ho avuto i primi fastidi nel quadrante sinistro dell'addome, all'altezza della milza fino al rene.
I dolori sono proseguiti senza febbre, vomito e tremori, ho avuto solo bruciore intestinale e sporadiche scariche nell'arco di 24h, tanto da farmi pensare ad un problema intestinale.
I dolori si sono fatti sempre più forti fino a situazioni di difficoltà respiratorie, soprattutto a pieni polmoni.
Decido di recarmi al pronto soccorso, dove mi fanno una radiografia del petto e dell'addome e un'ecografia e mi viene prima diagnosticato un calcolo, dopo di che probabili polipi alla cistifellea, con la raccomandazione di tornare il giorno dopo per una visita urologica.
L'urologo mi dice che non si tratta di calcoli e torno dal medico di chirurgia generale per un'ulteriore visita; durante la quale mi diagnostica una possibile diverticolite da verificare con una TAC con liquido di contrasto. Dopo la TAC mi dicono che c'è un problema alla milza e che dal collo fino alla zona pelvica tutto bene, ma la milza risulta avere dei problemi, a loro dire, non gravi.
Decidono di ricoverarmi con diagnosi di infarto splenico e faccio le analisi del sangue il mattino dopo, dalle quali risulta una infiammazione di grado medio, mentre tutti gli altri valori sono nella norma.
Comincio una cura antibiotica e mezz'ora dopo il ricovero mi fanno l'ecocardiogramma e un ECG da quale non risultano anomalie.
Per poter escludere al 100% l'origine di emboli cardiaci mi sottopongono a un ecocardiogramma transesofageo, anche qui niente anomalie.
Su 6 giorni di ricovero, gli ultimi 3 ho avuto attacchi di dolore acuto sempre nella stessa zona, controllati con Toradol.
Mi accorgo però, che riuscendo ad espellere aria e feci, avevo un leggero sollievo, episodio avvenuto solo una volta, il resto dei giorni il dolore si è ripresentato con la stessa intensità . Inoltre, riuscendo a respirare a pieni polmoni, raggiungendo l'apice del dolore, ho potuto notare che al momento dell'espirazione il dolore si attenua se non addirittura sparisce all'istante come se qualcosa si sbloccasse.
Il primario mi ha dimesso dicendomi che non ci sono, a suo dire, organi che hanno influenzato l'infarto, dalle analisi risulta tutto nella norma, e che quindi si può trattare di un caso molto raro, di infarto splenico dove una volta su 10 non si tratta di fattore secondario ma di primario, cioè avvenuto direttamente nella milza. Le zone interessate sono2: il polo superiore e quello inferiore (qui solo internamente). Il polo superiore è danneggiato anche all'esterno, come se avesse una fascia (tipo elastico) intorno completamente infartuata . Mi ha detto inoltre che dal tessuto necrotico si formeranno delle cisti e lui consiglia una splenectomia per poterne anche studiare la causa.
Conoscete casi simili o esami da fare?
Il primario ha accennato a una possibile malformazione genetica dei capillari.
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Gentile utente, il suo caso in effetti da ciò che descrive è un caso non frequente come ipotesi diagnostica, comunque sull'indicazione chirurgica, ritengo sia più prudente avere anche l'assenso dell'ematologo.
Saluti
Saluti
Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.3k visite dal 25/08/2016.
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