Ernia inguinale: intervento chirurgico

Circa un mese fa mi è stata fatta diagnosi di ernia inguinale dx (eco e visita chirurgica) per cui mi è stato consigliato l'intervento che però potrà essere eseguito non prima di dieci mesi (sono in lista d'attesa); alla palpazione avverto la presenza di una piccola protuberanzaun pò fastidiosa ma non dolente.
Chiede:
- un tempo così lungo di attesa può predisporre ad un intervento più complesso?
- è il caso che mi rivolga ad altre strutture per accelerare i tempi?
- fra le risposte trovate sul vostro sito leggo di dolori post-operatori abbastanza forti, è la norma o ciò accade sporadicamente?
- infine vorrei sapere se e quali conseguenze devo aspettarmi a seguito dell'intervento.
Grato per l'attenzione, cordiali saluti
[#1]
Dr.ssa Maria Morena Morelli Chirurgo generale 719 12
Gentile Utente,
cercherò di rispondere alle Sue domande.
Il tempo di attesa, in assenza di comparsa di complicanze dell’ernia, non modifica in alcun senso la procedura chirurgica.
Per quanto riguarda il dolore post-operatorio è, generalmente, del tutto sopportabile risultando altresì condizionato dalla ‘soggettività individuale’.
Infine per rispondere alla Sua ultima domanda: “..se e quali conseguenze devo aspettarmi a seguito dell'intervento..” , consideri che è un intervento chirurgico e come tale gravato da una serie di complicanze.
Comunque ritengo sia più giusto che Lei esprima al collega che dovrà operarla ogni Suo dubbio in merito.
Le allego il link di un articolo pubblicato nel sito che potrà esserle di aiuto.
https://www.medicitalia.it/minforma/chirurgia-generale/84-l-ernia-inguinale-di-cosa-si-tratta-e-quale-terapia-oggi.html

Dott.ssa M.M.Morelli

[#2]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Avendo consultato una struttura pubblica non conosco il nome del chirurgo che mi opererà fra "minimo dieci mesi"; nel frattempo sorgono dubbi e perplessità come quella presente nella Sua stessa risposta:"trattandosi di un intervento chirurgico è gravato da una serie di complicanze", quali!!! anche se non è detto che debbano tutte capitare a me; per entrare più nel merito, possono comparire disturbi alla sfera sessuale o alla minzione? etc.
Nel link che ho letto attentamente, non vengono chiariti altri dubbi: si parla genericamente dell'inserimento di una sorta di "protesi" senza specificare dove il taglio viene effettuato (canale inguinale?)
e soprattutto di che lunghezza, quanti punti esterni solitamente sono necessari, se si evidenzieranno esiti dell'operazione (ho 66 anni).
Grato per l'attenzione.
[#3]
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 27.1k 671
Mi permetto di integrare quanto correttamente indicato dalla collega rispondendo ai suoi ultimi quesiti:
- quando ci si affida ad una struttura pubblica ci sia affida ad una equipe e non a un singolo chirurgo, cio' significa che durante le fasi dell' iter diagnostico terapeutico (visita pre intervento, eventuale prericovero, intervento, eventuali controlli postoperatori e medicazioni) e' possibile interagire con diversi membri dell' equipe che tuttavia mantengono uno standard di esperienza e capacita' sovrapponibile ed intercambiabile l' un con l' altro
- i tempi di attesa per patologie benigne come la sua, sopratutto nei reparti dove si esegue chirurgia d' urgenza e oncologica (dei tumori maligni) sono ovviamente dipendenti dall' afflusso di queste patologie che ovviament enon e' prevedibile a priori,e' possibile quindi che l' attesa possa essere di alcuni mesi.Dieci mesi in effetti e' un tempo superiore alle medie regionali per cui potrebbe valutare la possibilita' di eseguire l' intervento in altra struttura pubblica della sua zona endendi presente che questo intervento e' il piu' comunemente eseguito e ogni reparto di chirurgia lo esegue
- le complicanze possibili, per fortuna sono rare e riguardano per lo piu' complicanze precoci postoperatorie (sanguinamenti, raccolte di siero) e meno frequentemente tardive (dolore persistente, recidiva).Disturbi sessuali o alla minzione dopo ernioplastica sono rarissimi e direi aneddotici.
La sede dell' incisione, la lunghezza ed il numero di punti dipendono ovviamente dalla sua corporatura e dalle dimensioni dell' ernia, in media direi circa 6 cm di incisione
- se per esiti intende cicatrice, sicuramente si.L' aspetto della cicatrice dipende dalle caratteristiche della cute variabili in ogni singolo paziente.

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

[#4]
Dr.ssa Maria Morena Morelli Chirurgo generale 719 12
Gentile Utente,
il rapporto medico-paziente è un rapporto basato sulla fiducia e quando ho scritto: "..ritengo sia più giusto che Lei esprima al collega che dovrà operarla ogni Suo dubbio in merito.." era proprio a questo che mi riferivo.
Elencare TUTTE le possibili complicanze dal Suo ingresso in camera operatoria (complicanze anestesiologiche) fino a qualche mese dopo l’operazione (recidiva dell’ernia) potrebbe indurla a non sottoporsi all’intervento chirurgico non sapendo che un'ernia inguinale, se non trattata chirurgicamente, può intasarsi o strozzarsi con compromissione intestinale, peritonite ed inevitabile necessità di resezione di ansa intestinale !.
Per spiegarmi meglio, sarebbe come leggere le possibili complicanze dopo l’assunzione di un qualsiasi farmaco antiraffreddore;
Alla fine probabilmente non prenderebbe il farmaco e si terrebbe il raffreddore non cosciente del fatto che tenendosi il raffreddore và incontro a possibili complicanze polmonari, cardiache e via dicendo.

Parlarne con il medico che effettuerà l’intervento, cosa che inevitabilmente dovrà fare vistosi che firmerà un ‘consenso informato’, Le permetterà di esprimere ‘in diretta’ tutti i Suoi dubbi ed avere prontamente una risposta.
Oltre che, ovviamente, FIDANDOSI del chirurgo si affiderà al suo operato (rapporto di fiducia medico-paziente).

Comunque, per soddisfare le Sue domande le trascrivo parte del ‘consenso informato per ernia inguinale’ redatto dalla SIC (Società Italiana di Chirurgia):

“…….Sono stata/o informata/o dei limiti della procedura e delle possibili complicanze ad essa legate, che possono essere di carattere generale e/o locali.

Fra le complicanze generali, sono possibili:

- broncopolmonite, atelettasia, insufficienza respiratoria e scompenso cardio-circolatorio, soprattutto in soggetti anziani con preesistenti turbe cardio-respiratorie.
- trombosi venosa profonda, possibili in tutti gli interventi anche, talora, in presenza di una opportuna profilassi postoperatoria.

Fra le complicanze locali, le più frequenti sono:

- infezioni cutanee, sieromi, ematomi che, tuttavia vengono trattate in via conservativa con ottimi risultati nella gran parte dei casi.
- nevralgie inguino-crurali, temporanee e/o persistenti, per irritazione nervosa o intrappolamento del nervo nella plastica erniaria.
- orchite: consiste nell’infiammazione e conseguente ingrossamento del testicolo e può verificarsi in taluni casi quando la plastica ha eccessivamente ristretto l’anello inguinale.
- infezione della protesi: è una complicanza grave, che se non viene a risoluzione con terapia medica, può rendere indispensabile un reintervento per la rimozione della protesi.
- migrazione della protesi: evento raro che, tuttavia può richiedere la sua rimozione.
- recidiva dell’ernia
- complicanze generiche (a carico di cuore, polmoni, reni, fegato, cervello, ecc.) possono verificarsi, soprattutto in soggetti particolarmente anziani e/o con importanti malattie d’organo (coronaropatie, insufficienza renale o epatica o respiratoria) o sistemiche (diabete, dismetabolismi, defedamento), così come in corso o dopo qualunque manovra anestesiologica, chirurgica, farmacologica

Il chirurgo mi ha altresì sufficientemente informato sulla frequenza che hanno queste complicanze spiegandomi come la chirurgia indipendentemente dalla via di accesso, benché eseguita con tecnica rigorosa, non possa considerarsi esente da rischi e che la incidenza delle complicanze può essere aumentata dalla/e malattia/e associata/e da cui sono affetta/o……......

Sono stata/o inoltre informata/o che residueranno in ogni caso una o più cicatrici.

Sono stato informato che se si constatassero difficoltà o impossibilità ad eseguire l’intervento chirurgico con la tecnica propostami, verranno poste in atto tutte le pratiche che i sanitari curanti riterranno idonee a portare a termine l’atto chirurgico nella migliore sicurezza, ove necessario anche modificando il programma terapeutico prospettatomi.

Ciò premesso, Dichiaro di essere stata/o invitata/o a leggere con molta attenzione quanto riportato in questo scritto che corrisponde, peraltro, a quanto ampiamente spiegatomi oralmente.

Dichiaro, altresì, di avere ben compreso il significato di quanto mi è stato esposto e di non avere ulteriori chiarimenti da chiedere .

Consapevolmente, quindi, Acconsento.... Non Acconsento....
al trattamento chirurgico propostomi che verrà praticato dal Dott....

P.S. Vede che forse avevo ragione ?.....
Si rassereni ed esprima ogni Suo eventuale dubbio al collega che la opererà

Cordiali saluti

Dott.ssa M.M.Morelli



[#5]
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Ringrazio sia il Dott. Favara che la Dott.ssa Morelli per le Loro esaustive risposte; alla Dott.ssa Morelli vorrei aggiungere: " forse Lei aveva ragione...... ma anch'io!!!
Grato per l'attenzione
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