"Esile falda ascitica", inizio della fine?
Buongiorno. Mia madre ha terminato da qualche mese la seconda linea di chemioterapia per un carcinoma del retto con metastasi epatiche e polmonari, diagnosticato a novembre 2012. Il carcinoma "in situ" è praticamente scomparso, o per lo meno non è più visibile attraverso la TC con M.D.C., mentre i secondarismi purtroppo sembrano non voler dare tregua... regrediscono in corso di chemioterapia, ma terminati i cicli previsti al controllo a 3 mesi già mostrano ripresa. In questo caso sono soprattutto le metastasi polmonari ad essere significativamente aumentate mentre quelle epatiche sono nel complesso stabili (alcune lievemente aumentate, altre lievemente diminuite). La vera novità però è che l'ultima TAC ha rilevato "esile falda ascitica nello scavo pelvico". Ora io che ho visto morire tanti parenti e conoscenti di cancro, associo la parolai "ascite" con una situazione che si avvia ormai ad essere terminale, anche se mia madre vista da fuori non sta "male", al momento non ha praticamente sintomi se non un po' di inappetenza. E' così? Mia madre sarà terminale tra qualche mese? Inizio ad attivarmi per l'assistenza domiciliare? Anche nella vostra esperienza l'ascite è l'inizio della fine?
Grazie.
Grazie.
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Gentile utente, la problematica è avanzata, ma l'ascite non ha un significato molto diverso dalle metastasi epato-polmonari già presenti, se sua madre è ancora autonoma continui con i consigli dell'oncologo e certo cerchi di conferirle la maggiore serenità possibile e la migliore qualità di vita.
Saluti
Saluti
Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/
[#4]
Utente
Buongiorno.
La malattia di mia madre è progredita e al momento si trova in assistenza domiciliare. Uno dei problemi che dobbiamo affrontare più frequentemente è la nausea (che in alcuni casi arriva al vomito), dovuta quasi certamente all'azotemia e altri valori renali ormai fuori scala, e amplificata probabilmente da fattori nervosi (quando si agita tende ad avere l'urto del vomito). La metoclopiramide non sembra più sortire grossi effetti, l'alizapride prescritta dal medico dell'assistenza domiciliare le dà maggior sollievo ma non la prende volentieri perché le dà molta sonnolenza che si somma a quella che le provoca il tapentadolo (lei continua a dire che "non vuole essere rimbambita" dai farmaci"), inoltre non fa volentieri le iniezioni, soprattutto se le deve fare più volte al giorno.
Il nostro medico di base ha suggerito di fare un tentativo con le compresse orodispersibili di ondasetron 8 mg, che velocemente si sciolgono in bocca e vengono assorbite, e nel contempo sono meno sedative rispetto all'alizapride e ad altre molecole della medesima classe.
I risultati sembrerebbero buoni (anche perché l'ondasetron dovrebbe essere sinergico con il desametasone, che mia madre prende da qualche tempo, 32 gg al mattino).
Mi ha sorpreso però vedere che le compresse di ondasetron vengono date in confezioni da 6... leggendo il "bugiardino" e le schede tecniche che si trovano in rete però sembrerebbe un farmaco abbastanza ben tollerato, non si dà un'inindicazione precisa sul tempo massimo di trattamento ma solo raccomandazioni sul dosaggio massimo e per lo più in merito alla somministrazione endovenosa.
E' pericoloso l'ondasetron se preso per più di pochi giorni?
PREMESSO CHE NON RICHIEDO ALCUNA PRESCRIZIONE MEDICA ON LINE E MI AFFIDO AI MEDICI CHE SEGUONO MIA MADRE, a vostro parere ci sono molecole e/o formulazioni analoghe all'ondasetron orodispersibile (ovvero, facile assorbibilità e scarsi effetti sedativi) che POTREBBERO IN LINEA GENERALE essere indicate per controllare la nausea di mia madre?
Solo per avere un parere in più, in attesa di discuterne con il medico palliativista e con il medico di base.
Grazie molte per l'attenzione.
La malattia di mia madre è progredita e al momento si trova in assistenza domiciliare. Uno dei problemi che dobbiamo affrontare più frequentemente è la nausea (che in alcuni casi arriva al vomito), dovuta quasi certamente all'azotemia e altri valori renali ormai fuori scala, e amplificata probabilmente da fattori nervosi (quando si agita tende ad avere l'urto del vomito). La metoclopiramide non sembra più sortire grossi effetti, l'alizapride prescritta dal medico dell'assistenza domiciliare le dà maggior sollievo ma non la prende volentieri perché le dà molta sonnolenza che si somma a quella che le provoca il tapentadolo (lei continua a dire che "non vuole essere rimbambita" dai farmaci"), inoltre non fa volentieri le iniezioni, soprattutto se le deve fare più volte al giorno.
Il nostro medico di base ha suggerito di fare un tentativo con le compresse orodispersibili di ondasetron 8 mg, che velocemente si sciolgono in bocca e vengono assorbite, e nel contempo sono meno sedative rispetto all'alizapride e ad altre molecole della medesima classe.
I risultati sembrerebbero buoni (anche perché l'ondasetron dovrebbe essere sinergico con il desametasone, che mia madre prende da qualche tempo, 32 gg al mattino).
Mi ha sorpreso però vedere che le compresse di ondasetron vengono date in confezioni da 6... leggendo il "bugiardino" e le schede tecniche che si trovano in rete però sembrerebbe un farmaco abbastanza ben tollerato, non si dà un'inindicazione precisa sul tempo massimo di trattamento ma solo raccomandazioni sul dosaggio massimo e per lo più in merito alla somministrazione endovenosa.
E' pericoloso l'ondasetron se preso per più di pochi giorni?
PREMESSO CHE NON RICHIEDO ALCUNA PRESCRIZIONE MEDICA ON LINE E MI AFFIDO AI MEDICI CHE SEGUONO MIA MADRE, a vostro parere ci sono molecole e/o formulazioni analoghe all'ondasetron orodispersibile (ovvero, facile assorbibilità e scarsi effetti sedativi) che POTREBBERO IN LINEA GENERALE essere indicate per controllare la nausea di mia madre?
Solo per avere un parere in più, in attesa di discuterne con il medico palliativista e con il medico di base.
Grazie molte per l'attenzione.
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Gentile utente il farmaco da lei segnalato con le stesse modalità di somministrazione fino a quando è possibile è il più diffuso ultimamente per i disturbi della signora, nè per il tempo solitamente utilizzato dà particolari effetti collaterali. Attualmente il compito del medico è ridurre al massimo i sintomi di sua mamma e lei deve essere sereno che tutto quello che è possibile fare lei lo state facendo. Non tema e non abbia dubbi, io ho vissuto gli stessi momenti con mio padre, essi sanno che stiamo facendo tutto il possibile per aiutarli, anche in questi momenti così drammaticamente tristi.
Saluti
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.1k visite dal 18/02/2014.
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