Tumore al colon con metastasi al fegato

Gentilissimo staff
questo è il mio primo messaggio in medicitalia.
Vi scrivo perchè il mese scorso mio padre ha subito ben 2 interventi, dopo aver riscontrato 2 tumori al colon. Durante il primo non avevano ritenuto opportuno mettere la sacca, ma a seguito di alcune complicazioni, una settimana dopo ha subito un secondo intervento. Comunque sia hanno riscontrato delle metastasi al fegato; il medico era stato molto negativo dicendoci che dovevamo farci forza e che se tutto andava bene gli rimanevano 6 mesi/ un anno di vita. Dopo averlo trasferito in un'altra struttura perchè le complicazioni della prima operazione gli avevano provocato una setticemia, che gli rendeva impossibile respirare senza il respiratore artificiale, il medico di quest'altra struttura ci ha detto che la situazione non era così grave come ci era stato detto, dandoci uno spiraglio di speranza.
Oggi siamo andati a ritirare l'esame istologico, in attesa di mostrarli ad un medico, posso chiedervi aiuto, perchè vorremmo almeno capire se ci sono speranze di curare questo tumore al fegato ?
Di seguito vi riporto le informazioni:

Descrizione:
a. tratto del sigma": tratto del sigma della lunghezza di cm 15 comprendente neoformazione stenosante del diametro massimo di cm 4 che sembra infiltrare la parete a tutto spessore fino alla sierosa. La neoplasia dista di 2 cm dal margine di resezione chirurgica più vicino. Dal tessuto adiposo periintestinale si isolano 21 linfonodi.
b. "anelli suturatrice meccanica": 2 frammenti anulari.
c. "biopsia epatica": 1 frammento.

Diagnosi

a. adenocarcinoma moderatamente differenziato, ulcerato del sigma con cospicua flogosi e necrosi intra e peritumorale.
La neoplasia infiltra la tonaca muscolare a tutto spessore, il tessuto adiposo periviscerale ed arriva alla sierosa.
Sono presenti aspetti di permeazione neoplastica endovasale.
Metastasi massive in 9 dei 21 linfonodi isolati.
b. margini di resezione chirurgica esenti da neoplasia.
c. metastasi di adenocarcinoma nel frammento inviato come "Biopsia epatica".

In attesa di una vostra risposta , Vi ringrazio

Rileggendo l'esame mi sembra di capire che sul fegato ci dovrebbe essere un'altro documento, giusto?
Perdonatemi, ma sono completamente ignorante nel campo.
[#1]
Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo attivo dal 2008 al 2015
Chirurgo generale, Urologo, Chirurgo oncologo, Chirurgo d'urgenza, Colonproctologo
Gentilissimo Signore,
dalla documentazione si rende evidente un quadro di tumore maligno del grosso intestino avanzato localmente con metastasi in molti linfonodi ed una biopsia epatica postivia per metastasi di adenocarcinoma.
Per poter esprimere un giudizio più appropriato è necessario sapere:
- Quante sono le lesioni del fegato?
- Quanto sono grandi?
- In quali segmenti sono localizzate?

Per un giudizio ancora più appropriato è necessario poi conoscere l'età e le condizioni cliniche del paziente.
Saluti
[#2]
Utente
Utente
Grazie Dr. Brisinda
Non ci hanno dato altri documenti, pensavamo riguardasse anche il tumore al fegato ma a quanto pare non ci è stata data ancora la biopsia. Appena avrò tutti i documenti, mi permetto di scriverLe di nuovo.
Grazie per la risposta :)
[#3]
Dr. Riccardo Annibali Chirurgo generale, Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo 20 2
Dai dati che Lei riporta, caro lettore, risulta trattarsi di una neoplasia del sigma T3N1M1. Questo significa che la malattia si è estesa al di fuori del colon, con interessamento dei linfonodi loco-regionali e del fegato. Le cure successive richiederanno un ciclo di chemioterapia mirata. Per quanto riguarda le possibilità di trattamento della situazione epatica, concordo con il Dr. Brisinda: per poter rispondere a questa domanda è necessario sapere di quante lesioni si tratta, che dimensioni hanno e se sono localizzate a un solo lobo o a entrambi. La moderna tecnologia consente la cura di situazioni che solo fino a qualche anno or sono era impensabile trattare, ma, ripeto, sarebbe necessario avere più informazioni riguardo la situazione epatica. Inoltre, sarebbe importante sapere anche se è stata fatta una TAC total body preoperatoria, per accertare la presenza o meno di altre ripetizioni metastatiche in altri distretti (per es. ai polmoni)
Un cordiale saluto

Dr. R. Annibali

Dr. Riccardo Annibali
Coordinatore dell'Unità di Colonproctologia "Milano Nord"
Casa di Cura La Madonnina di Milano

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Chirurgo generale attivo dal 2011 al 2014
Chirurgo generale
Gentile Signora,
non solo ci sono speranze ma, dopo un più probabile primo approccio con chemioterapia, si può anche intervenire chirurgicamente.
E' necessaria una TC total body (TAC di cranio-torace-addome) per valutare eventuali ulteriori metastasi e, soprattutto, per farsi un'idea precisa di quello che è lo stato attuale del fegato (dimensioni e localizzazione della/e lesioni).
Ovviamente la presenza di linfonodi positivi (come descritti dal referto che lei ha pubblicato) e/o di altre metastasi potrebbe significare insistere di più sull'approccio chemioterapico ma la tendenza per chi si occupa di chirurgia delle metastasi del fegato è quella, ultimamente, di essere un po' più "aggressivi" (brutta parola ma usata in chirurgia per dire: "fare un po' di più" rispetto a quello che si faceva fino a qualche anno fa).
Dipende comunque dallo stato di salute del suo papà, dal fatto se abbia o meno superato l'infezione che di per sè debilita, e non poco, un organismo, e da quello che lui deciderà di fare dopo che un'equipe oncologo/chirurgo gli abbiano spiegato pro e contro di questo tipo di approccio.
Hanno programmato tale accertamento radiologico? Hanno già parlato di chemioterapia?
Rimango a disposizione per evenutali domande.
In bocca al lupo
[#5]
Prof. Giancarlo D'Ambrosio Chirurgo generale 1
Gentilissimo Signore,
per una valutazione sul tipo di terapia da effettuare sarebbe opportuno conoscere:
1. lo stato generale del paziente
2. numero, sede e volume delle metastasi epatiche.
L'orientamento è quello di eseguire un chemioterapia e poi valutare il trattamento resettivo o ablativo in relazione alla chemioterapia.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Cordiali saluti

Prof.Giancarlo D'Ambrosio
Resp. U.O. Chirurgia Colo-Rettale
Policlinico Umberto I
Roma

Prof. Giancarlo DAmbrosio

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Dr. Pietro Tonelli Allergologo, Chirurgo generale 1
Gentile Lettore,
condividendo i consigli e i pareri che Le sono stati dati dai miei Colleghi, Le suggerirei di affidarsi ad un Centro nel quale operi un team multidisplinare che comprenda figure quali il chirurgo, l'oncologo, il radiologo interventista, il radioterapiasta, il patologo e via di seguito, che dopo aver esaminati i dati clinici del Suo congiunto, Le prospettino la migliore soluzione terapeutica possibile.
Cordialità

Dr. Pietro Tonelli
SOD Chirurgia Generale e d'Urgenza 1 e Miniinvasiva
Azienda Ospedaliero-Universitaraia Careggi - Firenze