Ematoma post chirurgico
Buongiorno,
Mio padre (55 anni) il 30/01 di quest'anno è stato sottoposto ad intervento chirurgico di alloplastica di laparocele (dopo 3 anni e mezzo che aspettavamo in lista d'attesa).dopo l'intervento mio padre accusa fortissimi dolori addominali che vengono classificati come "normali" dai medici.insorge febbre (38),anche questa definita "normale".il giorno seguente la situazione non cambia ma i medici decidono di iniziare ad idratarlo.Dopo 2 giorni dall' intervento a mio padre si gonfia tantissimo la pancia,ma i medici non danno importanza nemmeno a questo e mi dicono che "è normale,può succedere..",tanto che la sera stessa decidono di dargli da mangiare con immediato rigurgito da parte di mio padre di una sostanza verde.Viene rimesso a digiuno dal sabato (l'operazione è avvenuta il mercoledì) e GLI VENGONO TOLTI I DRENAGGI.Sia il sabato sia la domenica mio padre ha una pancia grandissima..perciò i medici domenica decidono di fargli un clistere.Durante la notte tra la domenica e il lunedì mio padre ha un episodio violento di vomito,rimette infatti una gran quantità di sostanza verde e gli infermieri optano per porgli il sondino naso gastrico.Il lunedì decidono di fargli un addome in bianco che documenta "minima coprostasi colica e distensione gassosa di anse intestinali con caratteri ia di tenue che di colon".i medici ne deducono che mio papà abbia un ileo paralitico.Verso le 14 dello stesso giorno,durante il giro degli infermieri,si accorgono che il battito del cuore è salito a 130 con pressione 115/65 e spO2 90.Il giorno dopo la situazione si normalizza e il giorno dopo ancora iniziano a dargli da mangiare e mio papà va di corpo normalmente.Il giovedì gli fanno un'ecografia addominale che evidenzia "in corrispondenza della parete addominale anteriore, apprezzabile voluminosa raccolta a morfologia anfrattuosa e margini polilobulati,ipo -anecogena,localizzata nel contesto del tessuto adiposo sottocutaneo e dei muscoli retti addominali,compatibile con ematoma in diversi stadi di organizzazione, esteso dalla regione xifoidea fino al margine inferiore della cicatrice chirurgica,con spessore max di 33 mm e assiale di 17 cm".Senza ulteriori terapie mio padre viene dimesso la domenica.Il martedì andiamo a fare la medicazione e i medici dell'ambulatorio iniziano a premerlo affinchè il "sangue vecchio" esca.Gli dicono che "si sarà rotto un vaso" e li consigliano di mettere la borsa dell'acqua calda per sciogliere i coaguli.Tuttoggi noi andiamo 2 volte la settimana non ospedale per effettuare la medicazione e ogni volta che andiamo lo premono per far uscire il sangue.Dicono che ci vorranno altri 2 mesi perla risoluzione del problema.Ora vi chiedo : il vaso quando e perchè si è rotto? Se si fosse rotto durante l'operazione i drenaggi avrebbero dovuto aspirare il sangue..ma quando gli sono stati tolti erano puliti.se si fosse rotto in seguito perchè non se ne sono accorti e gli facevano ancora punture di eparina?vi ringrazio anticipatamente
Mio padre (55 anni) il 30/01 di quest'anno è stato sottoposto ad intervento chirurgico di alloplastica di laparocele (dopo 3 anni e mezzo che aspettavamo in lista d'attesa).dopo l'intervento mio padre accusa fortissimi dolori addominali che vengono classificati come "normali" dai medici.insorge febbre (38),anche questa definita "normale".il giorno seguente la situazione non cambia ma i medici decidono di iniziare ad idratarlo.Dopo 2 giorni dall' intervento a mio padre si gonfia tantissimo la pancia,ma i medici non danno importanza nemmeno a questo e mi dicono che "è normale,può succedere..",tanto che la sera stessa decidono di dargli da mangiare con immediato rigurgito da parte di mio padre di una sostanza verde.Viene rimesso a digiuno dal sabato (l'operazione è avvenuta il mercoledì) e GLI VENGONO TOLTI I DRENAGGI.Sia il sabato sia la domenica mio padre ha una pancia grandissima..perciò i medici domenica decidono di fargli un clistere.Durante la notte tra la domenica e il lunedì mio padre ha un episodio violento di vomito,rimette infatti una gran quantità di sostanza verde e gli infermieri optano per porgli il sondino naso gastrico.Il lunedì decidono di fargli un addome in bianco che documenta "minima coprostasi colica e distensione gassosa di anse intestinali con caratteri ia di tenue che di colon".i medici ne deducono che mio papà abbia un ileo paralitico.Verso le 14 dello stesso giorno,durante il giro degli infermieri,si accorgono che il battito del cuore è salito a 130 con pressione 115/65 e spO2 90.Il giorno dopo la situazione si normalizza e il giorno dopo ancora iniziano a dargli da mangiare e mio papà va di corpo normalmente.Il giovedì gli fanno un'ecografia addominale che evidenzia "in corrispondenza della parete addominale anteriore, apprezzabile voluminosa raccolta a morfologia anfrattuosa e margini polilobulati,ipo -anecogena,localizzata nel contesto del tessuto adiposo sottocutaneo e dei muscoli retti addominali,compatibile con ematoma in diversi stadi di organizzazione, esteso dalla regione xifoidea fino al margine inferiore della cicatrice chirurgica,con spessore max di 33 mm e assiale di 17 cm".Senza ulteriori terapie mio padre viene dimesso la domenica.Il martedì andiamo a fare la medicazione e i medici dell'ambulatorio iniziano a premerlo affinchè il "sangue vecchio" esca.Gli dicono che "si sarà rotto un vaso" e li consigliano di mettere la borsa dell'acqua calda per sciogliere i coaguli.Tuttoggi noi andiamo 2 volte la settimana non ospedale per effettuare la medicazione e ogni volta che andiamo lo premono per far uscire il sangue.Dicono che ci vorranno altri 2 mesi perla risoluzione del problema.Ora vi chiedo : il vaso quando e perchè si è rotto? Se si fosse rotto durante l'operazione i drenaggi avrebbero dovuto aspirare il sangue..ma quando gli sono stati tolti erano puliti.se si fosse rotto in seguito perchè non se ne sono accorti e gli facevano ancora punture di eparina?vi ringrazio anticipatamente
[#1]
I vasi che vengono interrotti durante l'intervento sono sempre numerosi, questo rientra nelle procedure e non potrebbe essere altrimenti. I drenaggi servono poi a verificare che non ne siano rimasti di "aperti" ma ovviamente questo non vale per il sottocute, visto che i drenaggi "pescano" nella cavità addominale. Un ematoma del sottocute quindi è sempre probabile, ma sembra che i Colleghi abbiano posto rimedio: le continue medicazioni servono proprio a questo.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com
[#3]
Un'emorragia (vuol dire perdita di sangue) è evidente che ci sia stata, ma le quantità in gioco nel sottocutaneo sono talmente piccole da essere insufficienti per dare i segni che lei scrive, che invece presumibilmente vanno imputati alle condizioni generali del post-operatorio e/o alle reazioni immunitarie dell'organismo sempre a seguito dell'aggressione chirurgica. Ovviamente i rischi di infezione, così come la possibilità che l'ematoma debba essere drenato chirurgicamente, fanno parte delle sequele previste a seguito di un intervento, anche se ovviamente nessuno si augura che accadano.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Grazie dottore..un'ultima cosa mio papà ha la temperatura a 35.9. da quando è stato dimesso,può essere indice di sepsi? Perchè ho letto che oltre ad una temperatura alta può anche manifestarsi con una temperatura inferiore a 36.Inoltre stamattina aveva una chiazza rossa all'altezza del petto..
[#5]
La chiazza rossa non saprei come spiegargliela, ma non credo che possa essere correlata all'intervento: bisognerebbe vederla. La temperatura indica probabilmente che il metabolismo di suo padre è ancora molto debole a causa di tutto ciò che ha dovuto subire.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 50.1k visite dal 24/02/2013.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ipertensione
L'ipertensione è lo stato costante di pressione arteriosa superiore ai valori normali, che riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di altre patologie.