"pubalgia in esiti di intervento chirurgico di ernioplastica inguinale destra eseguito in altra
Gentilissimi Dottori,
scrivo per un consiglio sulla situazione clinica di mio papà.
Ha 65 anni ed ha subito un intervento di ernioplastica inguinale circa 6 mesi fa in una clinica privata. Dopo l'intervento ha sentito molto dolore, più dei suoi compagni di stanza (anche se più anziani) che avevano subito lo stesso intervento. Gli sono stati somministrati antidolorifici e per le sue lamentele è stato quasi preso in giro da medici e infermieri ("guardi il suo compagno di stanza, ha 85 anni e già cammina!"). Dopo i primi giorni in cui ha avuto molto dolore, le cose sono andate sempre meglio e tutto sommato s'è ripreso (quasi) completamente nei 2 mesi di riposo di cui avevano parlato i medici.
Circa un mese fa, mio papà ha cominciato a sentire male vicino al punto in cui era stato operato e ha fatto un'ecografia. Esito: "Vescica e prostata nella norma. Minima linfoadenopatia inguinale destra. In prossimità della linea mediana fra ombelico e pube, lievemente spostata a destra, anteriormente alla vescica e nella zona sottomuscolare alla profondità di circa 3 cm, si osserva un'area ovoidale di mm 48 x 35 x 15", ipoecogena, omogenea, apparentemente solida, non vascolarizzata, di incerto significato clinico, riferibile in prima istanza a ematoma in esiti, ma meritevole di approfondimento istologico".
Mio papà ha sottoposto l'esito all'attenzione dei medici della clinica privata in cui è stato operato, i quali gli hanno spiegato che si tratta di sangue coagulato che va tolto con un nuovo intervento chirurgico. Sulle cause, hanno ipotizzato che la "retina" dell'ernioplastica si sia mossa provocando sanguinamento o forse che sia stato cucito male un capillare (forse la causa del dolore che ha provato dopo l'intervento?).
Mio papà ha un po' perso la fiducia nei confronti di questi medici e ha scelto di farsi operare all'ospedale civile. Alla prima visita, il chirurgo dell'ospedale, dopo aver letto l'esito dell'ecografia, ha scritto il seguente referto: "Pubalgia in esiti di intervento chirurgico di ernioplastica inguinale destra eseguito in altra sede. Porta a corredo ecografia addome che documenta ematoma in esiti a livello della parete addominale. Obiettività addominale nella norma, dolorabilità elettiva alla digitopressione sul tubercolo pubico destro. Si consiglia riposo e monitoraggio ecografico tra 2 mesi. Se dolore ketoprofene 160 mg 1 bustina stomaco pieno ripetibile ogni 12 ore. Fastum gel 1 applicazione mattino e sera per 20 giorni". Il medico ha poi aggiunto a parole: "L'ematoma si riassorbirà entro un anno", possibilità totalmente esclusa dal medico della clinica privata dopo la nostra precisa domanda.
Una ecografia, due referti opposti: per un medico va operato, per l'altro si riassorbirà entro un anno... Mi chiedo chi abbia ragione: di fronte al preciso referto dell'ecografia speravo di ottenere un'indicazione chiara sul da farsi, non due interpretazioni opposte.
In attesa di un vostro consiglio, Vi ringrazio per l'attenzione!
scrivo per un consiglio sulla situazione clinica di mio papà.
Ha 65 anni ed ha subito un intervento di ernioplastica inguinale circa 6 mesi fa in una clinica privata. Dopo l'intervento ha sentito molto dolore, più dei suoi compagni di stanza (anche se più anziani) che avevano subito lo stesso intervento. Gli sono stati somministrati antidolorifici e per le sue lamentele è stato quasi preso in giro da medici e infermieri ("guardi il suo compagno di stanza, ha 85 anni e già cammina!"). Dopo i primi giorni in cui ha avuto molto dolore, le cose sono andate sempre meglio e tutto sommato s'è ripreso (quasi) completamente nei 2 mesi di riposo di cui avevano parlato i medici.
Circa un mese fa, mio papà ha cominciato a sentire male vicino al punto in cui era stato operato e ha fatto un'ecografia. Esito: "Vescica e prostata nella norma. Minima linfoadenopatia inguinale destra. In prossimità della linea mediana fra ombelico e pube, lievemente spostata a destra, anteriormente alla vescica e nella zona sottomuscolare alla profondità di circa 3 cm, si osserva un'area ovoidale di mm 48 x 35 x 15", ipoecogena, omogenea, apparentemente solida, non vascolarizzata, di incerto significato clinico, riferibile in prima istanza a ematoma in esiti, ma meritevole di approfondimento istologico".
Mio papà ha sottoposto l'esito all'attenzione dei medici della clinica privata in cui è stato operato, i quali gli hanno spiegato che si tratta di sangue coagulato che va tolto con un nuovo intervento chirurgico. Sulle cause, hanno ipotizzato che la "retina" dell'ernioplastica si sia mossa provocando sanguinamento o forse che sia stato cucito male un capillare (forse la causa del dolore che ha provato dopo l'intervento?).
Mio papà ha un po' perso la fiducia nei confronti di questi medici e ha scelto di farsi operare all'ospedale civile. Alla prima visita, il chirurgo dell'ospedale, dopo aver letto l'esito dell'ecografia, ha scritto il seguente referto: "Pubalgia in esiti di intervento chirurgico di ernioplastica inguinale destra eseguito in altra sede. Porta a corredo ecografia addome che documenta ematoma in esiti a livello della parete addominale. Obiettività addominale nella norma, dolorabilità elettiva alla digitopressione sul tubercolo pubico destro. Si consiglia riposo e monitoraggio ecografico tra 2 mesi. Se dolore ketoprofene 160 mg 1 bustina stomaco pieno ripetibile ogni 12 ore. Fastum gel 1 applicazione mattino e sera per 20 giorni". Il medico ha poi aggiunto a parole: "L'ematoma si riassorbirà entro un anno", possibilità totalmente esclusa dal medico della clinica privata dopo la nostra precisa domanda.
Una ecografia, due referti opposti: per un medico va operato, per l'altro si riassorbirà entro un anno... Mi chiedo chi abbia ragione: di fronte al preciso referto dell'ecografia speravo di ottenere un'indicazione chiara sul da farsi, non due interpretazioni opposte.
In attesa di un vostro consiglio, Vi ringrazio per l'attenzione!
[#1]
L'esito dell'ematoma è la sua organizzazione ovvero la trasformazione di una massa solida che nel tempo tenderà in parte a ridursi . La seconda più frequente possibilità è la colliquazione dell'ematoma che si riassorbirà in un secondo tempo o potrà venire aspirato. Se il dolore non causa limitazioni il consiglio pertanto è di attendere qualche settimana e monitorare l'evoluzione.
Dr. Roberto Rossi
[#2]
Utente
Egregio Dottor Rossi, grazie!
il dolore (che è aumentato nelle ultime settimane) limita mio papà nel lavoro e il "riposo" consigliato dai medici, da parte di mio papà, è poco osservabile, nel senso che purtroppo non può permettersi di non lavorare per qualche mese fino al riassorbimento dell'ematoma.
Se mi dice, però, che c'è la possibilità che l'ematoma si riduca e riassorba, allora forse vale davvero la pena di aspettare qualche settimana e ripetere l'ecografia per vedere come evolve. In caso di dolore, trova giusta la cura consigliata (ketoprofene 160 mg 1 bustina stomaco pieno ripetibile ogni 12 ore; Fastum gel 1 applicazione mattino e sera per 20 giorni)?
Grazie mille! Cordiali saluti
il dolore (che è aumentato nelle ultime settimane) limita mio papà nel lavoro e il "riposo" consigliato dai medici, da parte di mio papà, è poco osservabile, nel senso che purtroppo non può permettersi di non lavorare per qualche mese fino al riassorbimento dell'ematoma.
Se mi dice, però, che c'è la possibilità che l'ematoma si riduca e riassorba, allora forse vale davvero la pena di aspettare qualche settimana e ripetere l'ecografia per vedere come evolve. In caso di dolore, trova giusta la cura consigliata (ketoprofene 160 mg 1 bustina stomaco pieno ripetibile ogni 12 ore; Fastum gel 1 applicazione mattino e sera per 20 giorni)?
Grazie mille! Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 12.7k visite dal 03/02/2012.
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