Una egografia eseguita è stato riscontrato un varicocele
gentili dottori, buongiorno.
a mio figlio di 17 anni, da una egografia eseguita è stato riscontrato un varicocele di 3° grado. premetto che all'età di 6/7 anni è già stato sottoposto ad intervento chirurgico per tale problema. Il chirurgo che lo ha visitato, ha consigliato, in relazione alla recidività del caso, di eseguire l'intervento di embolizzazione in radiologia interventistica e quindi evitare un nuovo intervento chirurgico. giudicando inoltre, un varicocele di 2° grado e non di 3°grado come dal referto dell'ecografia.
cosa mi consigliate?
quali sono i benefici di questa tecnica ed eventuali rischi?
Grazie
a mio figlio di 17 anni, da una egografia eseguita è stato riscontrato un varicocele di 3° grado. premetto che all'età di 6/7 anni è già stato sottoposto ad intervento chirurgico per tale problema. Il chirurgo che lo ha visitato, ha consigliato, in relazione alla recidività del caso, di eseguire l'intervento di embolizzazione in radiologia interventistica e quindi evitare un nuovo intervento chirurgico. giudicando inoltre, un varicocele di 2° grado e non di 3°grado come dal referto dell'ecografia.
cosa mi consigliate?
quali sono i benefici di questa tecnica ed eventuali rischi?
Grazie
[#1]
Gentile Utente,
l'informazione più importante sarebbe quella di chiarire che tipo di intervento è stato effettuato la prima volta al Suo ragazzo. Potrebbe essere più preciso? E poi, prima di reintervenire, questa volta, sarebbe il caso di studiare meglio il caso dal punto di vista seminologico. Non è detto che il Suo figliolo "debba" essere rioperato. Infatti i motivi per sottoporre a trattamento un varicocele in un soggetto in età giovane-adulta, senza vole entrare nel merito specifico delle modalità tecniche di trattamento, son tre:
1) dispermia
2) sintomatologia soggettiva
3) inestetismi.
Pur essendomi stato richiesto più volte, non ho mai corretto chirurgicamente un varicocele per motivi estetici.
Se il Collega che sta seguendo clinicamente Suo figlio ha deciso di porre l'indicazione al trattamento, dopo averlo anche ovviamente sottoposto a tutto lo screening strumentale e di laboratorio, io rispetto la Sua decisione ma è chiaro che il ragazzo deve rientrare quantomeno nei primi due punti cui ho accennato.
Vorrei aggiungere che le tecniche sono varie e tutte gravate da lati positivi e negativi, e percentuali diverse di persistenza del varicocele dopo trattamento.
Il problema del buon esito dell'intervento viene quindi delegato all'abilità dell'Operatore. Non consiglio mai ai miei pazienti l'intervento per via laparoscopica, essenzialmente per il fatto che tale tecnica richiede gioco forza una anestesia generale, mentre la correzione per via tradizionale chirurgica può essere effettuata in anestesia loco-regionale (spinale), con solo qualche ora di permanenza in ambiente clinico. Sono apprezzabili gli interventi di sclerotizzazione sia per via retrograda che anterograda, anche questi condotti in anestesia locale e con brevissima permanenza in ambiente clinico. Queste due ultime tecniche hanno diverse percentuali di recidiva, o per meglio dire di persistenza, del varicocele, oltre che di complicanze. Tutto dipende dalla abilità e capacità dell'Esecutore, oltre che dalla assoluta rapidità, visto l’esposizione a radiazioni.
Io pratico la tecnica chirurgica della cosiddetta legatura bassa delle vene spermatiche, con minima incisione cutanea a livello dell'orifizio inguinale esterno e con ottimi risultati sia curativi che estetici.
Uso di proposito termini tecnici per darLe un punto di riferimento se avesse necessità di confronti con pareri diversi. Considero questa tecnica, da eseguirsi con l'aiuto di particolari occhiali ingrandenti, la migliore per risolvere in particolare la quota extra-funicolare di un varicocele di alto grado (II - III etc), intendendo con questo termine non solo il complesso delle vene cremasteriche, ma anche quello delle vene pudende, epigastriche superficiali e soprattutto delle sovrapubiche o "cross over". Negli ultimi studi sull'argomento, a questo particolare gruppo di vene (che il Chirurgo deve ricercare sistematicamente), vengono imputate una buona quota di recidiva o persistenza di patologia dopo varicocelectomia.
Spero di aver motivato una mia scelta e considerazione personale. Aggiungo che non mi piace correggere un varicocele bilaterale nella stessa seduta operatoria. Di solito, se posso e se il paziente condivide l'idea, tratto prima quello più grave e dopo circa 6 mesi (e opportuni controlli clinico-strumentali), quello meno grave.
Auguri affettuosi al Suo ragazzo e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
l'informazione più importante sarebbe quella di chiarire che tipo di intervento è stato effettuato la prima volta al Suo ragazzo. Potrebbe essere più preciso? E poi, prima di reintervenire, questa volta, sarebbe il caso di studiare meglio il caso dal punto di vista seminologico. Non è detto che il Suo figliolo "debba" essere rioperato. Infatti i motivi per sottoporre a trattamento un varicocele in un soggetto in età giovane-adulta, senza vole entrare nel merito specifico delle modalità tecniche di trattamento, son tre:
1) dispermia
2) sintomatologia soggettiva
3) inestetismi.
Pur essendomi stato richiesto più volte, non ho mai corretto chirurgicamente un varicocele per motivi estetici.
Se il Collega che sta seguendo clinicamente Suo figlio ha deciso di porre l'indicazione al trattamento, dopo averlo anche ovviamente sottoposto a tutto lo screening strumentale e di laboratorio, io rispetto la Sua decisione ma è chiaro che il ragazzo deve rientrare quantomeno nei primi due punti cui ho accennato.
Vorrei aggiungere che le tecniche sono varie e tutte gravate da lati positivi e negativi, e percentuali diverse di persistenza del varicocele dopo trattamento.
Il problema del buon esito dell'intervento viene quindi delegato all'abilità dell'Operatore. Non consiglio mai ai miei pazienti l'intervento per via laparoscopica, essenzialmente per il fatto che tale tecnica richiede gioco forza una anestesia generale, mentre la correzione per via tradizionale chirurgica può essere effettuata in anestesia loco-regionale (spinale), con solo qualche ora di permanenza in ambiente clinico. Sono apprezzabili gli interventi di sclerotizzazione sia per via retrograda che anterograda, anche questi condotti in anestesia locale e con brevissima permanenza in ambiente clinico. Queste due ultime tecniche hanno diverse percentuali di recidiva, o per meglio dire di persistenza, del varicocele, oltre che di complicanze. Tutto dipende dalla abilità e capacità dell'Esecutore, oltre che dalla assoluta rapidità, visto l’esposizione a radiazioni.
Io pratico la tecnica chirurgica della cosiddetta legatura bassa delle vene spermatiche, con minima incisione cutanea a livello dell'orifizio inguinale esterno e con ottimi risultati sia curativi che estetici.
Uso di proposito termini tecnici per darLe un punto di riferimento se avesse necessità di confronti con pareri diversi. Considero questa tecnica, da eseguirsi con l'aiuto di particolari occhiali ingrandenti, la migliore per risolvere in particolare la quota extra-funicolare di un varicocele di alto grado (II - III etc), intendendo con questo termine non solo il complesso delle vene cremasteriche, ma anche quello delle vene pudende, epigastriche superficiali e soprattutto delle sovrapubiche o "cross over". Negli ultimi studi sull'argomento, a questo particolare gruppo di vene (che il Chirurgo deve ricercare sistematicamente), vengono imputate una buona quota di recidiva o persistenza di patologia dopo varicocelectomia.
Spero di aver motivato una mia scelta e considerazione personale. Aggiungo che non mi piace correggere un varicocele bilaterale nella stessa seduta operatoria. Di solito, se posso e se il paziente condivide l'idea, tratto prima quello più grave e dopo circa 6 mesi (e opportuni controlli clinico-strumentali), quello meno grave.
Auguri affettuosi al Suo ragazzo e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO
Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it
[#2]
Caro utente,
sono d'accordo con il professor Martino ma ho un ulteriore dubbio: se è stato già operato per la patologia e gli è stata preticata una legatura alta della/e vena/e spermatica/che, come farà il povero radiologo interventista ad arrivare al plesso pampiniforme per la sclerotizzazione? Il requisito "sine qua non" per l'embolizzazione è l'integrità delle vene spermatiche dallo sbocco nella vena renale sinistra al plesso pampiniforme o viceversa. Ho quindi molti dubbi sulla riuscita di tale procedura.
Concordo ancora, infine, con il Prof. Martino che la legatura "bassa", ossia all'anello inguinale, fornisce risultati ottimi e si può praticare anche in anestesia locale ambulatorialmente.
Cordiali saluti
sono d'accordo con il professor Martino ma ho un ulteriore dubbio: se è stato già operato per la patologia e gli è stata preticata una legatura alta della/e vena/e spermatica/che, come farà il povero radiologo interventista ad arrivare al plesso pampiniforme per la sclerotizzazione? Il requisito "sine qua non" per l'embolizzazione è l'integrità delle vene spermatiche dallo sbocco nella vena renale sinistra al plesso pampiniforme o viceversa. Ho quindi molti dubbi sulla riuscita di tale procedura.
Concordo ancora, infine, con il Prof. Martino che la legatura "bassa", ossia all'anello inguinale, fornisce risultati ottimi e si può praticare anche in anestesia locale ambulatorialmente.
Cordiali saluti
Maurizio Di Giacomo
[#3]
Utente
gentilissimi prof. Martini e Dr.Di Giacomo,
innanzitutto grazie per i chiarimenti sicuramente molto utili ed esaustivi.
Purtoppo non ho notizie più precise riguardanti il primo intervento.
mio figlio attualmente non avverte alcun dolore o fastidio, infatti l'ecografia, unitamente all'esame colturale del liq. seminale, sono stati richiesti dal medico curante a causa della presenza di sangue nel liquido seminale. problema presentatosi per qualche giorno nel mese di aprile e ricomparso di recente.
se non reco disturbo vorrei porre alla Vostra attenzione un ulteriore quesito:
l'esame colturale del liquido seminale, evidenzia la presenza di "Enterococcus faecalis" che sta curando con atibiotico "ERITROCINA" a questo punto mi chiedo, le due cose hanno in qualche modo una correlazione?
grazie,
Cordiali Saluti
innanzitutto grazie per i chiarimenti sicuramente molto utili ed esaustivi.
Purtoppo non ho notizie più precise riguardanti il primo intervento.
mio figlio attualmente non avverte alcun dolore o fastidio, infatti l'ecografia, unitamente all'esame colturale del liq. seminale, sono stati richiesti dal medico curante a causa della presenza di sangue nel liquido seminale. problema presentatosi per qualche giorno nel mese di aprile e ricomparso di recente.
se non reco disturbo vorrei porre alla Vostra attenzione un ulteriore quesito:
l'esame colturale del liquido seminale, evidenzia la presenza di "Enterococcus faecalis" che sta curando con atibiotico "ERITROCINA" a questo punto mi chiedo, le due cose hanno in qualche modo una correlazione?
grazie,
Cordiali Saluti
[#4]
Gentile Utente,
Le ribadisco il mio punto di vista. Non è proprio per niente scontato che il Suo ragazzo debba essere rioperato. Il Suo dubbio di una correlazione fra emospermia ed infezione del liquido seminale ha reale fondamento eziopatogenetico e clinico.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema del Suo ragazzo ed un cordialissimo saluto ad entrambi.
Prof. Giovanni MARTINO
Le ribadisco il mio punto di vista. Non è proprio per niente scontato che il Suo ragazzo debba essere rioperato. Il Suo dubbio di una correlazione fra emospermia ed infezione del liquido seminale ha reale fondamento eziopatogenetico e clinico.
Auguri affettuosi per la pronta risoluzione del problema del Suo ragazzo ed un cordialissimo saluto ad entrambi.
Prof. Giovanni MARTINO
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.6k visite dal 29/10/2007.
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