Intervento mini invasivo fistola sacro coccigea

Salve, ho letto in giro per la rete circa la tecnica mini invasiva negli interventi per l'asporto di fistole sacro coccigee. Volevo ricevere lumi circa la efficacia della nuova tecnica...sembra abbia solo vantaggi! inoltre mi chiedevo se ci fossero altri centri in Italia in cui viene praticata questa tecnica oltre al San Camillo di Roma. Grazie.
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Dr. Stefano Enrico Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 224 12
Esiste la possibilità di un trattamento miniinvasivo, che però è valido per lesioni non grandi, che si risolvono comunque con incisioni modeste.
Non vedo un gran vantaggio e nel mio reparto è una tecnica che non usiamo. In effetti, non ci sono molti centri che la adottino...
E' però indispensabile valutare caso per caso.
Auguri,

Dott. Stefano Enrico
https://www.chirurgo-stefanoenrico.it

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Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio per la risposta celere Egregio dottore, ma io credo che i vantaggi per il paziente (se ciò che si legge corrisponde a verità) siano plurimi e così riassumibili:
•Minimo impatto chirurgico
•Terapia ambulatoriale
•Ripresa precoce dell’attività lavorativa
•Assenza di dolorose e lunghe medicazioni postoperatorie
•Assenza di vaste cavità residue
•Diminuzione delle recidive al 10%.
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signore
la tecnica mininvasiva, come giustamente sottolineato dal dr. Enrico viene riservata a pochi e selezionati casi che non presentano complicanze. Una delle più pericolose è la comparsa di un ascesso con successiva formazione di una o più fistole. L'asportazione con lame circolari di un tessuto in cui è presente il sinus non permette la escissione dei possibili tramiti fistolosi che, essendo sede di infezione, potrebbero far ricomparire l'infezione. E' per tale motivo che si ricorre, in caso di infezione e fistole, alla asportazione en-bloc di tutto il tessuto fino ad arrivare alla fascia pre-sacrale. La ricostruzione varia poi dalla chiusura diretta alla plastica con lembo, fino alle noiose medicazioni in caso di guarigione per seconda intenzione. In casi selezionati (piccole cisti, assenza di fistole plurime e di infezione) si può ricorrere alla metodica che lei ha menzionato e i cui vantaggi sono quelli da lei riportati. Nel nostro ospedale infine non sono ancora capitati casi così limitati da consentire l'utilizzo di questa metodica.
Cordiali saluti

Dr. F. Nardacchione
NB: qualunque sia il consulto la visita medica rimane imprescindibile

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Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio Dr. Nardacchione, capisco. Mi chiedevo con quale esame è possibile diagnosticare l'esistenza di fistole: un'ecogrofia è sufficiente o è l'occhio esperto del chirurgo sufficiente ad emettere la diagnosi.
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Dr. Francesco Nardacchione Chirurgo generale 2.2k 69
Gentile signore
sicuramente una ecografia può essere di aiuto, tuttavia molto spesso eventuali tramiti fistolosi sono apprezzabili solo al momento dell'incisione chirurgica.
Per tale motivo, oltre all'esperienza del chirurgo, a volte si usa iniettare un colorante (blu di metilene) all'interno del tramite fistoloso principale che permette di individuare la maggior parte delle diramazioni fistolose, ma ahimè, non tutte. Questa è la causa delle potenziali recidive motivo per cui, nei casi complicati, le escissioni sono ampie e non è sempre possibile la chiusura per prima intenzione.

Cordiali saluti