Fisola sacro-coccigea

Gentili medici, il 30 agosto di quest'anno ho operato una fistola sacro-coccigea della cui esistenza mi ero accorta circa 2 mesi prima, quando avvertivo un senso di fastido e dolore stando alla guida o seduta. All'inizio sinceramente credevo non si trattasse di fistola perchè il "mega brufolo" che le rende palesi in realtà non l'ho mai avuto, avevo solo 3 piccoli forellini proprio al centro del solco intergluteo,ma dopo la visita dal medico di base e da un altro chirurgo in ospedale ne ho avuto certezza, nonostante le spremiture sui forellini da parte di entrambi i medici non è mai fuoriuscito pus o sangue, era "pulita" insomma e il chirurgo al momento della visita mi disse che potevo anche aspettare prima di operarla e che , certo, era preferibile farla subito poichè presumibilmente di piccole dimensioni. L'operazione è andata bene, l'ho effettuata in anestesia epidurale e il chirurgo ha effettuato asportazione radicale (come riportato sul referto) e richiuso la ferita con punti interni (non so quanti) e 5 esterni, la fistola aveva dimensioni di 1 cm circa. Oggi ho tolto i punti (di nylon) ma il chirurgo ha preferito lasciare almeno fino a lunedì gli ultimi 2 verso sotto. Il medico di base è contrario alla tecnica chiusa perchè la ferita potrebbe riaprirsi ed è più alto, a suo avviso il rischio di recidiva. Il chirurgo che mi ha operata è, invece, un fautore della tecnica chiusa ( alla visita mi disse, però, che a seconda dei casi le chiudeva soltanto per metà, non assicurandomi, quindi, sin da subito che l'avrebbe richiusa del tutto).Ho cercato di documentarmi al riguardo e trovo che, in materia di fistole la situazione sia un po' confusa... ci sono diversi modi di operarle ma tanti rischi di recidive, per quale motivo?Sinceramente sono un po' demoralizzata perchè l'operazione di per sè è banale, lo so, ma il post-operatorio non è di certo una passeggiata e l'idea di dover riaffrontare l'iter mi spaventa. Certi delle vostre delucidazioni, ringrazio anticipatamente
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
La tecnica aperta e quella chiusa vengono utilizzate di volta in volta secondo la scelta del Chirurgo, che pero' deve tener conto di una serie di fattori tipici del caso specifico che deve essere trattato. E' vero che spesso la tecnica chiusa e' piu' a rischio per complicanze, ma e' vero anche che il post-operatorio e' senz'altro piu' accettabile per il paziente, quindi a mio avviso rimane da preferirsi ogni volta che vi siano sufficienti garanzie di riuscita.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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Utente
Utente
Gentilissimi... lunedi scorso il chirugo mi ha tolto gli ultimi 2 punti e tutto sembrava andare per il meglio, ieri però sono andata a fare la medicazione e 2 punti (gli ultimi 2 che mi ha fatto saltare) si sono riaperti, ieri la medicazione è stata una tragedia, con un cucchiaino mi ha grattato dentro la ferita per far uscire la secrezione, stamattina mi ha fatto la medicazione la caposala che consisteva in un lavaggio interno con il betadine che mi ha iniettato con una siringa,domani devo ripetere la stessa medicazione di oggi, sabato ci sarà il chirurgo e la caposala ha detto che c'è la possibilità che il chirurgo mi gratti dinuovo per tenere la ferita pulita... Ma tutto questo è normale? Ieri dopo la "medicazione" ho avuto un collasso per il dolore...Sono piuttosto preoccupata. Vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
E' una procedura normale se consideriamo il fatto, a questo punto evidente, che la ferita si e' chiusa in parte come previsto e in parte andra' a chiudersi per "seconda intenzione", cosi' come del resto accade sempre quando si decide, gia' a priori, di operare secondo la tecnica cosiddetta "aperta". Insomma le condivisibili perplessita' del suo Medico di Famiglia nel suo caso si stanno rivelando (ma non avevamo dubbi!) tutto sommato vere: come del resto le scrivevo anche io la tecnica chiusa e' da preferirsi ogni qualvolta vi siano sufficienti garanzie di riuscita, ma poi puo' capitare qualche imprevisto nel post-operatorio e le cose vanno diversamente.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentilissimi, a 19 gg dall'intervento le mie perplessità aumentano. Stamane il chirurgo voleva nuovamente pulirmi col cucchiaino la ferita all'interno ma mi sono rifiutata, la trovo una pratica barbara e troppo dolorosa da effettuare a crudo, inoltre, non mi ha rassicurato sul numero di volte che avrebbe dovuto ripetere l'operazione, un conto è sopportare un tale dolore 1-2-3 volte ma un conto è sopportarlo 2-3 volte a settimana. Inoltre hanno prospettato la possibilità di dover riaprire la ferita se non mi sottopongo al raschiamento. La ferita continua ad emettere secrezione, ieri per cercare chiarimenti ho fatto vedere la ferita al medico di famiglia che ha detto che tutto sommato la situazione è positiva (anche se lei avrebbe lasciato aperta la ferita per metà), che la presenza di secrezione è normale e che dovrà chiudersi da sola effettuando soltanto i lavaggi interni, a suo avviso non occorreva continuare a grattarci dentro. Pareri contrari e totale confusione e preoccupazione da parte mia... So che è difficile un parere ma a vostro avviso la situazione è cosi tragica? Ho paura delle medicazioni barbare del chirurgo e ancora più paura di dovermi sottoporre nuovamente all'intervento.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Nessun Medico dovrebbe essere pietoso al punto da fare sconti sulla terapia, anche se questa non e' poi cosi' piacevole per il paziente: rischierebbe di non affrontare le cose per il verso giusto. Se suo figlio (o suo fratello minore) avesse una bronchite ma non volesse fare le iniezioni, lei preferirebbe dargli retta e farlo peggiorare chissa' con quali conseguenze oppure insisterebbe per convincerlo dell'utilita' della terapia iniettiva? Insomma non si tratta di barbarie, ma di procedure necessarie per garantire a lei le migliori possibilita' di guarigione. Puo' anche darsi che il suo Medico di Famiglia abbia ragione: questo non posso saperlo se non ho la possibilita' di visitarla. Tuttavia mi pare piu' sicuro pulire a fondo la ferita come vuole fare il Chirurgo piuttosto che rischiare gravi complicanze infettive lasciando cosi' com'e' una ferita, che per quel poco che e' dato di capire ha tutta l'aria di voler continuare a darle problemi...
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Non posso credere che con tutti i progressi che la medicina fa non ci sia nulla che possa alleviare il dolore durante simili procedure... Francamente credevo che la situazione non fosse così grave, poichè l'unico parere comune dei medici che mi stanno osservando è che la ferita non è infetta o con pus, quello che esce è secrezione piuttosto inodore e quasi trasparente... quindi il Suo consiglio medico è quello di sottopormi alla "pulitura" della ferita... quali sono le complicanze alle quali vado incontro? Sono fortemente demoralizzata, La ringrazio comunque per la cortese attenzione
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
No, il mio consiglio non puo' essere quello di fare una cosa anziche' un'altra semplicemente perche', non avendola visitata, non sono in grado di giudicare. Ho soltanto cercato di dirle che prima di decidere di fare disinfezioni meno radicali e' opportuno valutare bene i rischi che ne deriverebbero (l'eventuale infezione). Insomma, bisogna esserne sicuri. Come gia' le avevo scritto potrebbe anche darsi che abbia ragione il suo Medico di Famiglia ma ritengo che, in linea di principio, un Chirurgo sappia giudicare meglio un caso del genere.
Per quanto riguarda la prima parte della sua domanda posso comunque dirle che, ove la situazione lo richieda, e' anche possibile effettuare una revisione della ferita previa anestesia locale o loco-regionale: di questo puo' parlarne con il suo Chirurgo.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Ieri pomeriggio mi è venuta la febbre, max 37 ma è stato l'indicatore che qualcosa "lì dentro" stava andando male, stamattina mi ha visitata un chirugo militare durante la visita periodica (sono militare anch'io) e mi ha consigliato di rivolgermi quanto prima alla struttara che mi ha operata, ebbene, l'amara verità, ormai scontata : la ferita è stracolma di pus e domani la riaprono per ripulirla e farla guarire per seconda intenzione. Mi hanno prospettato la possibilità che possa guarire da sola continuando a fare le medicazioni e la pulizia interna col cucchiaio ma mi hanno consigliato nel mio interesse l'intervento perchè la possibiltà di guarigione spontanea è bassa e comunque dovrei sottopormi ad estenuanti e dolorissime medicazioni e che a questo punto "soffro" meno con le medicazioni a ferita aperta. Nonostante lo sconforto mi sto facendo coraggio... anche se sono infuriata col chirugo che mi ha operata, è sbagliato forse ma è la verità, mi sembra assurdo dover tornare in sala operatoria dopo 20 gg. A questo punto mi chiedo se, almeno questa volta, andrà tutto bene. Cosa ne pensa? La ringrazio sinceramente
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Senza voler difendere nessuno, tanto piu' che non conosco chi l'ha operata, non credo pero' che la causa di questa complicanza sia imputabile all'intervento in se', ma probabilmente piu' alle medicazioni nel post-operatorio. Mai come in questo caso non possiamo esimerci dal ripetere, ancora una volta, che il periodo che segue il tempo chirurgico e' importante tanto quanto l'intervento stesso. E come gia' le dicevo nei giorni scorsi optare per medicazioni "soft" e' un bel rischio, perche' non si e' mai certi di aver fatto tutto il possibile per scongiurare conseguenze spiacevoli. Aggiungiamoci pure che il periodo caldo in cui lei ha deciso di fare questo intervento non gioca certo a favore della guarigione facile. Fermo restando poi che, anche quando tutto si dovesse svolgere alla perfezione, ci sono sempre le caratteristiche del singolo paziente a fare la differenza, causando appunto complicanze poco piacevoli. Speriamo che il prossimo trattamento, quale che sia, risulti definitivo; ma lei cerchi di metterci del suo, seguendo le indicazioni che le impartiranno circa il riposo e le terapie da seguire.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
La ringrazio sinceramente e spero di risentirLa per "portarLe" notizie migliore, tengo incrociate le dita e spero che si risolva tutto per il meglio. Cordialissimi saluti
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Bene! Un po' di ottimismo non guasta... Mi tenga informato.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
L'umore non è dei migliori, anzi ho avuto crisi di pianto ripetute durante tutta la giornata di ieri, mi hanno operata ieri pomeriggio alle 17, hanno riaperto la ferita, ripulito e lasciato la ferita aperta. Non accetto il fatto di essermi dovuta sottoporre nuovamente all'intervento e di dover effettuare mesi di estenuanti medicazioni... cerco do darmi coraggio ma è dura... I rischi adesso che la ferita guarirà per seconda intenzione, quali sono?
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Chi le scrive e' un sostenitore della tecnica chiusa; ovviamente quando vi siano ragionevoli possibilita' che questa vada a buon fine! Comunque cio' non mi impedisce di convenire che la tecnica aperta, pur risultando piu' fastidiosa per il paziente per via di un post-operatorio piu' lungo e fastidioso, in realta' presenta probabilmente meno rischi di quella chiusa. E il suo caso ne e' un'esempio lampante...
E poi non si abbatta: la colpa e' del suo organismo e di come ha reagito all'intervento. Con chi se la vuole prendere? Con il suo stesso corpo? Non ne vale la pena! Si faccia coraggio e speriamo che stavolta vada tutto per il meglio.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentili medici...rieccomi.... son passati 15 gg dal 2^intervento, sto effettuando ogni giorno le medicazioni. I primi 5 gg dopo l'intervento non mi è stata fatta alcuna medicazione, e presentavo febbre che arrivava fino a 38.4, subito dopo la 1^ medicazione la febbre è scomparsa forse graze anche all'aiuto del Levoxacin 500 (una compressa al dì) che ho preso per 7 gg. Dopo 3 gg dall'interruzione dell'antibiotico sono ricomparsi decimi di febbre (max 37), l'ho fatto presente ai chirurghi che mi medicano ma non mi sono sembrati preoccupati, oggi mi hanno detto di ricominciare un'altra cura di Levoxacin x far andare via i decimi di febbre e stare più tranquilla, assicurandomi che la ferita sta "bene". Con la notizia di cronaca tornata proprio ieri alla ribalta della 22enne morta di setticemia in seguito al mio stesso intervento capite che le mie preoccupazioni sono pressochè parecchie. La ricomparsa dei decimi di febbre può essere un segnale allarmante? Sono molto preoccupata
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Deve fidarsi dei suoi Chirurghi e della terapia che le hanno prescritto, che mi pare adeguata: non mi sembra che la stiano abbandonando, e questo e' l'importante.
Comunque prenda con le molle cio' che dicono i giornali su questi casi. Io ho seguito con attenzione la notizia: non ne so piu' di quanto ne sappia lei stessa, ma la storia che hanno raccontato presenta parecchi punti non chiari, ed e' probabile (per quanto ne so) che non sia stata tutta colpa dell'intervento. Spesso si tende a fare un caso giornalistico basato su notizie che non sono notizie: per esempio hanno detto che la ferita dopo due mesi non si era chiusa; ma lei sa meglio di me che se hanno utilizzato la tecnica aperta la chiusura completa e' prevista in tempi piu' lunghi di due mesi, quindi questa e' una non-notizia... E anche sul resto sono molto perplesso: chi ci dice che la setticemia sia partita proprio da li'?
Cordiali saluti
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Utente
Utente
In effetti, razionalmente, sono d'accordo con Lei, la tv rimane un mezzo mediatico aggressivo (e talvota poco attendibile) soprattutto in merito a notizie simili... rimango spesso basita quando in merito a notizie di cronaca con al centro a raptus di follia omicida,ormai all'ordine del giorno,i giornalisti parlano di depressione a capo di tali eventi (e poi si scopre che in realtà c'erano dietro patologie mentali come disturbo bipolare, schizofrenia e quant'altro) ... ma sto trascendendo! Certo in me, scossa dal precedente intervento fallito e (irrazionalmente) dalla notizia di cronaca di 2 gg fa, qualche perplessità rimane circa i miei decimi di febbre (oggi scomparsi forse per merito della cura di Levoxacin iniziata proprio ieri) nonostante il chirurgo di oggi, diverso da quello di ieri (si alternano in 3 a medicarmi, l'intera equipe che mi ha operata) mi abbia confermato che la ferita non presenta infezioni, che è asciutta e definita... Io (iper-ansiosa) stavo pensando di farmi prescrivere delle analisi del sangue per appurare che vada tutto bene (sarebbero utili?)e mettermi l'anima in pace! Colgo l'occasione per RINGRAZIARLA SINCERAMENTE per il supporto che mi ha dato durante questo periodo
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Le sue riflessioni offrirebbero spunti per scrivere ore... Ma limitiamoci al suo caso, per il quale posso dirle di avere fiducia: lei e' seguita egregiamente dall'equipe che l'ha operata e non credo che sfuggirebbero facilmente i segni di una eventuale infezione, per cui non credo che per ora lei possa fare altro. Tenga conto comunque che eventuali accertamenti ematochimici (per esempio un emocromo) sarebbero attualmente lo specchio del fatto che il suo fisico sta reagendo (bene!) ad uno specifico problema: difficile dunque trovare tutti i valori in ordine, ma sarebbe strano appunto che lo fossero!
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Rieccomi! Questa volta però con uno spirito più sereno...la feria sta bene (come confermato dei 3 chirurghi che mi effettuano le medicazioni, dal mio medico di base e dal chirurgo militare che proprio ieri mi ha visitata e medicata) ha smesso di darmi fastidio e spesso dimentico di "averla", certo presto accortezza nei movimenti ma, prima dell'intervento, ero molto prevenuta nei confronti della tecnica a "cielo aperto"... le medicazioni non sono state poi così tragiche, adesso non sento nemmeno il bruciore dell'acqua ossigenata, certo ci vuole pazienza ma vi posso assicurare che confronto al dolore provato con la ferita chiusa e infetta, questa è davvero una passeggiata! L'unica mia perplessità rimane sull'aspetto che il mio sedere avrà una volta guarita la ferita... mia madre proprio l'altro giorno ha visto la ferita e (dopo esser svenuta) mi ha spiegato (come già immaginavo) che il solco intergluteo è, completamente aperto, dall'inizio fino ad un paio di cm circa dall'ano... una bella ferita insomma! Mi chiedo se il mio sedere tornerà "normale"! Colgo l'occasione per ringraziarla e ringraziare tutti i medici del sito per il servizio che viene offrite... Mille grazie
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Con il tempo la ferita si riepitelizzera' e tutto tornera' come prima. Certo, la cicatrice si vedra', ma solo se ci si fara' caso...
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentilissimo dott. Spina...rieccomi, finalmente guarita del tutto da circa un mesetto! La cicatrice ormai si vede a malapena, è già chiara e liscia...certo ogni tanto avverto delle fitte (soprattutto con i passaggi di temperatura che questo clima impazzito ci sta offrendo a volontà) ma il chirurgo che mi ha tenuta in cura mi ha rassicurata sulla normalità delle stesse... Speriamo bene! Un'ultima domanda rigurda la pratica di attività fisica, il chirurgo già 3 settimane fa, all'ultimo controllo mi ha detto che potevo ricominciare ma sinceramente ho preferito aspettare poichè la ferita era appena cicatrizzata e aveva ancora sopra il velo bianco... adesso a suo avviso sarebbe opportuno intraprendere attività fisica? Ne ho una certa urgenza poikè sono prossima alle prove fisiche per un concorso nell'ambito della stessa forza armata della quale faccio parte. La Ringrazio davvero di cuore per tutto il supporto che mi ha fornito durante questi mesi e colgo l'occasione per augurarle un felice anno nuovo. I miei più cordiali saluti
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Se le cose stanno cosi' come ha descritto, credo che possa ricominciare senza problemi anche le attivita' fisiche.
Cordiali saluti
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