Ferita che non si rimargina
Egregi Dottori,
Nel dicembre 2008 mi sono sottoposto ad un intervento per la rimozione di nevo in regione infrascapolare, con l’asportazione di una losanga di cute di 1.4 x 0.9 cm. Il successivo esame istologico riporta la seguente diagnosi: “Nevo composto con morfologia compatibile con nevo displastico. Margini di escissione in tessuto sano.”
Circa dieci giorni dopo l’intervento si è verificata la rottura di alcuni punti con forte emorragia; Successivamente il dermatologo, che a suo tempo aveva effettuato l’intervento, ha provveduto a rimuovere la crosta formatasi e i punti rimasti, affermando che la guarigione si sarebbe verificata per seconda intenzione.
Da allora la ferita non si è più chiusa: inizialmente il tessuto è ricresciuto fino a colmare il vuoto causato dalla riapertura della lesione, ma a livello superficiale non si è mai riformata l’epidermide, lasciando per un lungo periodo una piaga circolare (circa 0.5 cm di diametro).
Ho trattato la ferita con diversi preparati a base argentica ma senza ottenere risultati definitivi. Dopo qualche mese la ferita ha iniziato a richiudersi formando un’epidermide a vista più leggera del normale. Dopo circa 2/3 settimane in queste condizioni ha iniziato a formarsi una piccola crosta biancastra, che poco alla volta é aumentata di dimensioni fino a cadere, lasciando la piaga riaperta. Nel giro di alcuni giorni é iniziato nuovamente il processo di chiusura. Questo ciclo continua a ripetersi ormai da un anno e mezzo.
Ho consultato diversi dermatologi e chirurghi: come ultimo rimedio mi hanno consigliato un nuovo intervento che però interesserebbe necessariamente una superficie più ampia (circa il doppio della prima operazione) con il rischio che il problema non si risolva, considerando anche che la zona è interessata da acne.
Opinione comune è che la rottura dell’arteria, che aveva provocato inizialmente l’emorragia, non permette una sufficiente irrorazione sanguigna della zona.
Preciso inoltre che gli esami del sangue eseguiti non hanno evidenziato anomalie.
Visto che il tessuto sottostante è completamente ricostituito, potrebbe essere utile consultare un chirurgo plastico per la ricostituzione della sola parte superficiale, evitando quindi una nuova incisione di vaste dimensioni?
Quali altri rimedi potreste eventualmente consigliarmi?
Anticipatamente ringraziandoVi porgo cordiali saluti.
Nel dicembre 2008 mi sono sottoposto ad un intervento per la rimozione di nevo in regione infrascapolare, con l’asportazione di una losanga di cute di 1.4 x 0.9 cm. Il successivo esame istologico riporta la seguente diagnosi: “Nevo composto con morfologia compatibile con nevo displastico. Margini di escissione in tessuto sano.”
Circa dieci giorni dopo l’intervento si è verificata la rottura di alcuni punti con forte emorragia; Successivamente il dermatologo, che a suo tempo aveva effettuato l’intervento, ha provveduto a rimuovere la crosta formatasi e i punti rimasti, affermando che la guarigione si sarebbe verificata per seconda intenzione.
Da allora la ferita non si è più chiusa: inizialmente il tessuto è ricresciuto fino a colmare il vuoto causato dalla riapertura della lesione, ma a livello superficiale non si è mai riformata l’epidermide, lasciando per un lungo periodo una piaga circolare (circa 0.5 cm di diametro).
Ho trattato la ferita con diversi preparati a base argentica ma senza ottenere risultati definitivi. Dopo qualche mese la ferita ha iniziato a richiudersi formando un’epidermide a vista più leggera del normale. Dopo circa 2/3 settimane in queste condizioni ha iniziato a formarsi una piccola crosta biancastra, che poco alla volta é aumentata di dimensioni fino a cadere, lasciando la piaga riaperta. Nel giro di alcuni giorni é iniziato nuovamente il processo di chiusura. Questo ciclo continua a ripetersi ormai da un anno e mezzo.
Ho consultato diversi dermatologi e chirurghi: come ultimo rimedio mi hanno consigliato un nuovo intervento che però interesserebbe necessariamente una superficie più ampia (circa il doppio della prima operazione) con il rischio che il problema non si risolva, considerando anche che la zona è interessata da acne.
Opinione comune è che la rottura dell’arteria, che aveva provocato inizialmente l’emorragia, non permette una sufficiente irrorazione sanguigna della zona.
Preciso inoltre che gli esami del sangue eseguiti non hanno evidenziato anomalie.
Visto che il tessuto sottostante è completamente ricostituito, potrebbe essere utile consultare un chirurgo plastico per la ricostituzione della sola parte superficiale, evitando quindi una nuova incisione di vaste dimensioni?
Quali altri rimedi potreste eventualmente consigliarmi?
Anticipatamente ringraziandoVi porgo cordiali saluti.
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In effetti è un decorso abbastanza atipico, soprattutto alla sua eta' ed in quella sede che in genere non presenta problemi di cicatrizzazione o vascolarizzazione.
La visita del chirurgo plastico mi sembra una buona idea. Auguri!
La visita del chirurgo plastico mi sembra una buona idea. Auguri!
Dottor Andrea Favara
http://www.andreafavara.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2.1k visite dal 06/08/2010.
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