Emorroidi dolorose

Buongiorno, sono una donna di 37 anni, con un problema di emorroidi alquanto grave ed invalidante. 3 anni fa mi furono diagnosticate emorroidi di III grado in seguito al quale sostenni un primo intervento chirurgico seguendo il metodo Longo, consigliatomi dal chirurgo, in cui mi veniva assicurato il minimo del dolore con pochissima degenza e la massima riuscita. Il risultato è stato a dir poco devastante, 6 giorni ricoverata con dolori post operatori assurdi, ma soprattutto con il totale insuccesso dell'intervento, anzi da quel momento i dolori peggiorarono e con essi anche lo stato delle mie emorroidi che a tutt'oggi sono di IV grado. Avendo ormai paura di un nuovo intervento, un altro chirurgo mi propose di esportarne una per volta, al max in 3 interventi, con anestesia locale. Metodo poco ortodosso lo so, ma a dir del vero il primo fu davvero una passeggiata ed ebbi comunque immediato sollievo per tutta la condizione generale. Situazione che è durata per circa 1 anno, sino a quando, i dolori non si sono ripresentati al punto da convincermi a fare il secondo interventino che, contrariamente al primo, è stato molto doloroso e con una lentissima ripresa. Mi è stato poi spiegato, che questa seconda emorroidi era con molta mucosa intorno per cui più grande della prima. Di fatto stavolta ho sofferto come il primo intervento (quello totale non riuscito). Ora mi trovo dopo nemmeno 3 settimane ad avere fortissimi dolori emorrodiali, come se nulla fosse cambiato, anzi direi peggiorato. Da 10 giorni assumo il daflon 500, ma la situazione non migliora, so che dovrei convincermi dell'intervento totale tradizionale, ma adesso ho davvero tanta paura, il ricordo del dolore mi ferma nel prendere questa decisione, ma mi rendo comunque conto di non riuscire ad avere una vita normale nemmeno così, il tutto poi è aggravato da una colite cronica che mi porta ad evacuare almeno 3/4 volte ogni mattina. Vi chiedo se è possibile che questa tipologia insolita d'intervento in qualche modo abbia aggravato il mio stato ma soprattutto se riesco ad agire con delle cure appropriate almeno per riuscire a star meglio sino al momento in cui deciderò un nuovo intervento totale (che ora picologicamente prorpio non riesco ad affrontare). Grazie in anticipo per le risposte.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Inutile dirle che una situazione come quella descritta merita probabilmente un intervento che sia appunto radicale e risolutivo. Lei e' ancora giovane e non credo vorra' passare il resto della sua vita a soffrire cosi'; prenda quindi coraggio e vada dal Chirurgo che le ispira piu' fiducia, cosi' si levera' il problema una volta per tutte. Per i dolori poi magari potra' utilizzare qualche farmaco apposito.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile signora
Solo oggi ho letto la sua richiesta di consulto.
Il motivo che mi ha spinto ad intervenire è proprio il modo, che lei definisce poco ortodosso, con il quale si cerca di risolvere il suo problema.
Gli insuccessi con la tecnica di Longo sono dovuti principalmente a due momenti: una insufficiente resezione del prolasso rettale interno e ad una mancata liberazione/asportazione della componente emorroidaria esterna, condizione sempre presente nei prolassi emorroidari "avanzati".
Disattendendo a questi "momenti" non si ottiene la risalita del tessuto emorroidario prolassato nella sua sede naturale.
Questa mancata risalita sarà responsabile del residuo di prolasso emorroidario e sarà responsabile della rapida comparsa della sintomatologia che caratterizza la malattia emorroidaria(dolore congestione trombosi etc.)
Probabilmente il tentativo di procedere a tappe, nel marchiano errore, di asportare la componente esterna emorroidaria senza tener presente la principale causa(prolasso rettale interno) del prolasso emorroidario, è responsabile della sintomatologia che lei riferisce(Ora mi trovo dopo nemmeno 3 settimane ad avere fortissimi dolori emorroidali, come se nulla fosse cambiato, anzi direi peggiorato.)
Ritengo che il suo problema richieda una rivalutazione clinica e strumentale specialistica Coloproctologica, dove non venga trascurato nulla, onde evitare danni, difficilmente reversibili, eseguendo resezioni a casaccio interessanti la sola zona ano-cutanea.
La saluto
In attesa di sue notizie.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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Utente
Utente
Gentili Dottori Vi ringrazio delle Vs risposte e mi scuso del ritardo con cui rispondo.
Sto sicuramente pensando ad un intervento definitivo da fare però tra qualche mese, nel mentre continuo a curarmi con il daflon che delle volte funziona altre no, ma questo mi hanno dato e continuo così.
Al Dott. D'Oriano che è della mia città tra l'altro, vorrei chiedere maggiori delucidazioni riguardo la sua spiegazione. Ritengo che lei concorda con il fatto che entrambi le tecniche da me usate siano state errate, giustamente mi consiglia una visita specialistica appropriata sottolineando i possibili danni irreversibili nel caso si sbagliasse ancora valutazione sul mio caso. Questo mi ha preoccupata un pò, precisamente che danni potrei avere? Altra cosa che Le vorrei chiedere è cosa s'intende con "prolasso rettale interno", che il dolore sia più interno che esterno è verissimo, arriva quasi all'osso sacro ma precisamente di cosa si tratta?
Mi scusi Dottore se sono stata prolissa, ma davvero questo è un problemone cui non riesco a mettere fine.
Grazie mille
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile Signora
Come le dicevo, il suo problema richiede una valutazione diretta, senza la quale non è possibile fare nessun programma terapeutico. Dalla descrizione, del suo prolasso emorroidario residuo (IV grado), è lecito pensare che è ancora presente un prolasso rettale interno, anche questo residuo della precedente prolassectomia.
Più che danni possiamo definirle complicanze. Asportare notevole tessuto(Mi è stato poi spiegato, che questa seconda emorroidi era con molta mucosa intorno per cui più grande della prima) può essere causa di stenosi, di incontinenza, inoltre, il prolasso rettale interno ben presto si presenterà sul margine ano-cutaneo.
Il prolasso rettale interno è costituito dalla parete rettale o dalla mucosa di rivestimento del retto, che cedendo ha permesso lo scivolamento verso il basso ed all'esterno del tessuto emorroidario.
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Utente
Utente
Gentile Dott D'Oriano
proverò a descriverle gli ultimi risvolti della mia situazione. Dico proverò perchè non ci sto capendo più tanto. Il dolore che, da dopo l'intervento, mi perseguita è paragonabile a quello che si prova dopo aver preso mille calci, mi scusi la similitudine ma è per darle un'idea. Dall'ano si estende sino a quasi l'osso sacro, dopo mia insistenza il chirurgo che mi ha operata ha eseguito un' è "anoscopia" rilevando 2 polipi (credo irrelevanti nel caso del mio dolore) e un pò di mucosa rettale scesa ed infiammata. Mi sono venute in mente le sue spiegazioni sul prolasso dei tessuti ed ho pensato che quello sdrammatizzare del chirurgo nascondesse invece questa situazione forse un pò più grave. Ribadendomi che le emorroidi stanno bene (lui dice essere di I grado adesso..mah) e che è questa mucosa a provocarmi quel tipo di dolore. Ma sono davvero diverse le 2 cose??? Ad ogni modo mi ha chiesto di continuare con il daflon che, onestamente non sta facendo molto, e mercoledì mi eseguirà una rettoscopia per vedere se è il caso di darmi l'asacol supposte. Poi ha parlato di una possibile proctite che, studiandola io su internet, ha sintomi un pò diversi dai miei (sanguinamento e dolori all'evacuazione che io non ho). Questo suo dubbio è dovuto perchè la proctite deriva anche da infiammazioni croniche intestinali e come accennavo nella prima mail, io ho una colite atipica ed in passato ho avuto (dopo occlusione intestinale) un sospetto di crohn. Come vede, io non capisco più nulla, il chirurgo mi ha detto poco e niente e continuo a star male. Ma poi, se l'asacol è più efficace del daflon perchè costringermi a soffrire ancora? So che ora mi dirà che ho bisogno di una visita specialistica, e io so che dovrò, ma mi può continuare a dare il suo parere per favore? In caso di mucosa prolassata riuscirò a star meglio senza ricorrere ai bisturi (ora nn ce la faccio a sostenerlo)??? Poi tutto questo mi è accaduto dopo il suo intervento (prima stavo mediamente nomale) ma so che lui non l'ammetterà mai, cosa sarà realmente accaduto?? Mi scusi ancora Dottore se mi sono prolungata troppo, ma sono davvero disperata. Grazie mille
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 13.3k 379
Gentile Utente
Lei mi invita ad esprimere un parere, ma senza averla visitata, più che un parere, le mie sono solo ipotesi: presenza di un residuo di prolasso rettale interno che ancora impegna il canale anale. I due polipi: Granulomi insorti sulla pregressa cicatrice dopo la prolassectomia? oppure delle papille anali ipertrofiche? Proctite...o Crohn?

Resto in attesa di sue notizie.
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