Neoplasia testa del pancreas
Salve,
scrivo perchè vorrei chiarire alcune cose.
Dunque,
a mio padre, 63 anni, è stato diagnosticato un Tumore alla Testa del Pancreas, che ha dato ITTERO OSTRUTTIVO accentuato, avendo bloccato le vie Biliari.
Le dimensioni della neoformazione sono di 2,8 cm, da quel che ci ha detto il chirurgo, in quanto inferiore ai 3 cm, può essere resecabile tramite la procedura chirurgica conosciuta come DCP ( duodeno-cefalo-pancreasectomia ).
Il Chirurgo che si è preso la responsabilità però ci ha spiegato di Non poter intervenire fino a quando la Bilirubina in eccesso non è sparita.
Così tramite l'ERCP hanno impantato lo Stent che ha appunto lo scopo di '' DRENARE '' . Ma questo drenaggio sta andando a rilento, son 7 giorni che mio padre va avanti con le flebo e i valori calano troppo lentamente.
Ecco io vorrei sapere:
- Perchè non possono intervenire con la Bilirubina nel Sangue?
- Possono avviare la Chirurgia anche senza aver fatto la Biospia, o questa è fondamentale e decisiva prima dell'Intervento? ( perchè loro la hanno in programma ma non si sa per quando )
- In tutta questa attesa, la neoplasia può crescere e/o dar vita ad una eventuale Metastasi, attualmente fortunatamente assente?
- Loro dicono di esser certi di poter intervenire, ma sarà così o lo fanno per consolarci, data la nostra disperazione?
- Nel caso intervenissero per davvero, quante probabilità di guarigione avrebbe mio Padre? Ho paura che i contro siano maggiori rispetto ai Pro.
Un Grazie anticipato.
Daniela
scrivo perchè vorrei chiarire alcune cose.
Dunque,
a mio padre, 63 anni, è stato diagnosticato un Tumore alla Testa del Pancreas, che ha dato ITTERO OSTRUTTIVO accentuato, avendo bloccato le vie Biliari.
Le dimensioni della neoformazione sono di 2,8 cm, da quel che ci ha detto il chirurgo, in quanto inferiore ai 3 cm, può essere resecabile tramite la procedura chirurgica conosciuta come DCP ( duodeno-cefalo-pancreasectomia ).
Il Chirurgo che si è preso la responsabilità però ci ha spiegato di Non poter intervenire fino a quando la Bilirubina in eccesso non è sparita.
Così tramite l'ERCP hanno impantato lo Stent che ha appunto lo scopo di '' DRENARE '' . Ma questo drenaggio sta andando a rilento, son 7 giorni che mio padre va avanti con le flebo e i valori calano troppo lentamente.
Ecco io vorrei sapere:
- Perchè non possono intervenire con la Bilirubina nel Sangue?
- Possono avviare la Chirurgia anche senza aver fatto la Biospia, o questa è fondamentale e decisiva prima dell'Intervento? ( perchè loro la hanno in programma ma non si sa per quando )
- In tutta questa attesa, la neoplasia può crescere e/o dar vita ad una eventuale Metastasi, attualmente fortunatamente assente?
- Loro dicono di esser certi di poter intervenire, ma sarà così o lo fanno per consolarci, data la nostra disperazione?
- Nel caso intervenissero per davvero, quante probabilità di guarigione avrebbe mio Padre? Ho paura che i contro siano maggiori rispetto ai Pro.
Un Grazie anticipato.
Daniela
[#1]
Gentile Signora,
rispondo alle sue domande una per una, sperando di poterle fornire le risposte che cerca.
Primo punto, l'ittero. I colleghi che curano suo padre hanno giustamente "drenato" la via biliare per far scendere i valori della bilirubina.
La bilirubina aumenta nel sangue (e quindi i tessuti e la pelle diventano gialli) perchè il tumore crescendo ha ostruito il coledoco, che porta la bile dal fegato all'intestino. Per questa ostruzione e questo "ristagno" di bile nelle vie biliari il fegato smette piano piano di funzionare, e tutte le sue funzioni piano piano calano. Produrrà meno proteine del sangue ed in particoalre meno fattori della coagulazione. Quindi è importante che la bilirubina cali prima dell'intervento per evitare in primis i rischi di sanguinamento postoperatorio ed anche per permettere al fegato di "riprendersi" e poter funzionare bene nel post-operatorio.
E spesso servono alcuni giorni perchè lo stent faccia il suo lavoro; non sono comunque giorni persi.
Secondo, la biopsia. In genere per i tumori del pancreas, salvo casi eccezionali e forme tumorali particolari, non si esegue la biopsia preoperatoria sia perchè tecnicamente difficile da eseguire sia per l'elevato rischio di provocare pancreatiti e fistole pancreatiche nonchè di "disseminare" cellule maligne durante la procedura.
Terzo, i tempi. Posso rassicurarla sul fatto che una neoplasia del pancreas non evolve in pochi giorni e il tempo che i colleghi stanno prendendo (e non perdendo!) per le cure preoperatorie servono a condure il suo babbo all'itnervento nelle migliori condizioni.
Le metastasi non si sviluppano in pochi giorni. Purtroppo devo dirle che alcune volte, quando si scopre il tumore "primitivo" con la TAC, le metastasi al fegato o ai tessuti peritoneali non si vedono perchè sono ancora troppo piccole. E magari si rendono manifeste alcuni mesi dopo l'intervento.
Quarto, la certezza della "operabilità". Anche su questo punto purtroppo non ci sono certezze assolute perchè non esistono esami preoperatori in grado di indicare al 100% l'operabilità ed alcune volte si deve "esplorare" il paziente in sala operatoria decidendo solo allora se si può asportare il tumore.
Quinto punto, le aspettative di guarigione. Il tumore del pancreas è in genere molto aggressivo. I fattori che regolanpo la prognosi del malato sono molti ma in particolare è importante la dimensione del tumore al momento della diagnosi, se ha o meno invaso le ghiandole linfatiche e la presenza di metastasi.
Solo dopo l'esame istologico si può fare un bilancio che comunque rimane per questi tumori sempre severo. Non dimentichi comunque la chemioterapia postoperatoria che con gli ultimi protocolli stanno dando qualche risultato.
La duodenocefalopancreatectomia rimane comunque un intervento con rischio di complicazioni operatorie e perioperatorie alto.
Da quello che ci racconta credo che il percorso intrapreso dai colleghi che hanno in cura il suo babbo sia più che giusto. Purtroppo è la malattia ad essere aggressiva.
Spero di esserle stata d'aiuto con questi pochi chiarimenti e le auguro le cose migliori.
rispondo alle sue domande una per una, sperando di poterle fornire le risposte che cerca.
Primo punto, l'ittero. I colleghi che curano suo padre hanno giustamente "drenato" la via biliare per far scendere i valori della bilirubina.
La bilirubina aumenta nel sangue (e quindi i tessuti e la pelle diventano gialli) perchè il tumore crescendo ha ostruito il coledoco, che porta la bile dal fegato all'intestino. Per questa ostruzione e questo "ristagno" di bile nelle vie biliari il fegato smette piano piano di funzionare, e tutte le sue funzioni piano piano calano. Produrrà meno proteine del sangue ed in particoalre meno fattori della coagulazione. Quindi è importante che la bilirubina cali prima dell'intervento per evitare in primis i rischi di sanguinamento postoperatorio ed anche per permettere al fegato di "riprendersi" e poter funzionare bene nel post-operatorio.
E spesso servono alcuni giorni perchè lo stent faccia il suo lavoro; non sono comunque giorni persi.
Secondo, la biopsia. In genere per i tumori del pancreas, salvo casi eccezionali e forme tumorali particolari, non si esegue la biopsia preoperatoria sia perchè tecnicamente difficile da eseguire sia per l'elevato rischio di provocare pancreatiti e fistole pancreatiche nonchè di "disseminare" cellule maligne durante la procedura.
Terzo, i tempi. Posso rassicurarla sul fatto che una neoplasia del pancreas non evolve in pochi giorni e il tempo che i colleghi stanno prendendo (e non perdendo!) per le cure preoperatorie servono a condure il suo babbo all'itnervento nelle migliori condizioni.
Le metastasi non si sviluppano in pochi giorni. Purtroppo devo dirle che alcune volte, quando si scopre il tumore "primitivo" con la TAC, le metastasi al fegato o ai tessuti peritoneali non si vedono perchè sono ancora troppo piccole. E magari si rendono manifeste alcuni mesi dopo l'intervento.
Quarto, la certezza della "operabilità". Anche su questo punto purtroppo non ci sono certezze assolute perchè non esistono esami preoperatori in grado di indicare al 100% l'operabilità ed alcune volte si deve "esplorare" il paziente in sala operatoria decidendo solo allora se si può asportare il tumore.
Quinto punto, le aspettative di guarigione. Il tumore del pancreas è in genere molto aggressivo. I fattori che regolanpo la prognosi del malato sono molti ma in particolare è importante la dimensione del tumore al momento della diagnosi, se ha o meno invaso le ghiandole linfatiche e la presenza di metastasi.
Solo dopo l'esame istologico si può fare un bilancio che comunque rimane per questi tumori sempre severo. Non dimentichi comunque la chemioterapia postoperatoria che con gli ultimi protocolli stanno dando qualche risultato.
La duodenocefalopancreatectomia rimane comunque un intervento con rischio di complicazioni operatorie e perioperatorie alto.
Da quello che ci racconta credo che il percorso intrapreso dai colleghi che hanno in cura il suo babbo sia più che giusto. Purtroppo è la malattia ad essere aggressiva.
Spero di esserle stata d'aiuto con questi pochi chiarimenti e le auguro le cose migliori.
Dr. Massimo Calistri
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 7.5k visite dal 16/02/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.