Rottura miotendinea(?) a carico del tendine distale del bicipite brachiale destro
Buonasera,
espongo il mio caso: un incidente domestico abbastanza banale mi ha provocato la rottura miotendinea a carico del tendine distale del bicipite brachiale destro.
Ho deciso di sottopormi ad intervento presso l'Ist Rizzoli di Bologna: il tendine è stato ricollegato alla tuberosità radiale mediante due ancorette in titanio inserite nell'osso.
Mi hanno detto che per la guarigione completa ci sarebbero voluti 6 MESI.
Ho seguito SCRUPOLOSAMENTE tutte le istruzioni di medici e fisioterapisti.
Per i 3 mesi successivi ho indossato un tutore articolato giorno e notte e ho fatto fisioterapia di mobilizzazione passiva (con braccio "a peso morto", insieme al fisioterapista).
Dopo l'intervento pareva che il muscolo bicipite fosse perfettamente in sede, come prima dell'incidente; invece già dopo 2 mesi il muscolo (ovviamente quasi del tutto atrofizzato) era chiara una DEFORMITA' del profilo anteriore del braccio, in quanto il bicipite si era ACCORCIATO vistosamente risalendo verso la spalla, come se il tessuto connettivo del tendine in guarigione si stesse allungando molto durante la guarigione.
Dopo 3 mesi mi è stato tolto il tutore e mi è stato detto di fare riabilitazione a casa con pesi assai leggeri, a crescere, iniziando con mezzo kg e aumentando gradualmente ogni 15 giorni.
Al termine dei 6 mesi i medici mi hanno rassicurato che ero guarito e che l'intervento era stato un "capolavoro di gioielleria chirurgica".
Non quadrava: il braccio era deforme e il bicipite era accorciato, nell'incavo in corrispondenza del gomito c'era un buco scavato orribile (il tendine in tensione c'era, s'intende, a cercarlo ficcando le dita) e i dolori al braccio erano fortissimi, anche solo a sollevare una bottiglia d'acqua, e duravano settimane.
Ho fatto presente questi problemi ma mi hanno liquidato (poco gentilmente e molto seccati) sostenendo che tutto sarebbe tornato a posto entro qualche settimana, con un po' di esercizio.
Sono passati più di due anni e mi sono rassegnato ad essere "monco" del braccio destro.
Gli esercizi non sono serviti a nulla.
Il muscolo resta rattrappito, deforme, sempre dolorante.
Uso ormai solo il braccio sinistro per le mansioni più comuni: per fare la spesa, per portare fuori il mio cane, se devo spostare qualche mobile o sollevare il materasso per rifare il letto.
E altre cose in cui occorre un minimo di forza.
Il braccio destro è da buttare.
Per me non si tratta della deformità del braccio - che sarebbe un trascurabile aspetto estetico, ma il grosso problema è il DOLORE quasi persistente.
Le pochissime volte che lo uso, in maniera blanda, mi tocca poi passare giorni e giorni imbottito di antidolorofici per il dolore.
Cosa posso fare?
Grazie.
(chiedo scusa per il lungo messaggio)
---
P.S. Un fisioterapista mi ha proposto l'elettrostimolazione, ma onestamente non sono convinto e non vorrei provocare danni e peggiorare la situazione.
espongo il mio caso: un incidente domestico abbastanza banale mi ha provocato la rottura miotendinea a carico del tendine distale del bicipite brachiale destro.
Ho deciso di sottopormi ad intervento presso l'Ist Rizzoli di Bologna: il tendine è stato ricollegato alla tuberosità radiale mediante due ancorette in titanio inserite nell'osso.
Mi hanno detto che per la guarigione completa ci sarebbero voluti 6 MESI.
Ho seguito SCRUPOLOSAMENTE tutte le istruzioni di medici e fisioterapisti.
Per i 3 mesi successivi ho indossato un tutore articolato giorno e notte e ho fatto fisioterapia di mobilizzazione passiva (con braccio "a peso morto", insieme al fisioterapista).
Dopo l'intervento pareva che il muscolo bicipite fosse perfettamente in sede, come prima dell'incidente; invece già dopo 2 mesi il muscolo (ovviamente quasi del tutto atrofizzato) era chiara una DEFORMITA' del profilo anteriore del braccio, in quanto il bicipite si era ACCORCIATO vistosamente risalendo verso la spalla, come se il tessuto connettivo del tendine in guarigione si stesse allungando molto durante la guarigione.
Dopo 3 mesi mi è stato tolto il tutore e mi è stato detto di fare riabilitazione a casa con pesi assai leggeri, a crescere, iniziando con mezzo kg e aumentando gradualmente ogni 15 giorni.
Al termine dei 6 mesi i medici mi hanno rassicurato che ero guarito e che l'intervento era stato un "capolavoro di gioielleria chirurgica".
Non quadrava: il braccio era deforme e il bicipite era accorciato, nell'incavo in corrispondenza del gomito c'era un buco scavato orribile (il tendine in tensione c'era, s'intende, a cercarlo ficcando le dita) e i dolori al braccio erano fortissimi, anche solo a sollevare una bottiglia d'acqua, e duravano settimane.
Ho fatto presente questi problemi ma mi hanno liquidato (poco gentilmente e molto seccati) sostenendo che tutto sarebbe tornato a posto entro qualche settimana, con un po' di esercizio.
Sono passati più di due anni e mi sono rassegnato ad essere "monco" del braccio destro.
Gli esercizi non sono serviti a nulla.
Il muscolo resta rattrappito, deforme, sempre dolorante.
Uso ormai solo il braccio sinistro per le mansioni più comuni: per fare la spesa, per portare fuori il mio cane, se devo spostare qualche mobile o sollevare il materasso per rifare il letto.
E altre cose in cui occorre un minimo di forza.
Il braccio destro è da buttare.
Per me non si tratta della deformità del braccio - che sarebbe un trascurabile aspetto estetico, ma il grosso problema è il DOLORE quasi persistente.
Le pochissime volte che lo uso, in maniera blanda, mi tocca poi passare giorni e giorni imbottito di antidolorofici per il dolore.
Cosa posso fare?
Grazie.
(chiedo scusa per il lungo messaggio)
---
P.S. Un fisioterapista mi ha proposto l'elettrostimolazione, ma onestamente non sono convinto e non vorrei provocare danni e peggiorare la situazione.
[#1]
Gentile Signore,
ma in tutto questo tempo, sono stati eseguiti dei controlli ecografici?
Dalla sua descrizione, infatti, sembrerebbe (dico sembrerebbe) che, oltre a una fisiologica atrofia muscolare da non uso, suscettibile in parte di miglioramento con gli esercizi attivi, ci possa essere satato anche un cedimento (parziale? completo?) degli ancoraggi distali.
Buona giornata.
ma in tutto questo tempo, sono stati eseguiti dei controlli ecografici?
Dalla sua descrizione, infatti, sembrerebbe (dico sembrerebbe) che, oltre a una fisiologica atrofia muscolare da non uso, suscettibile in parte di miglioramento con gli esercizi attivi, ci possa essere satato anche un cedimento (parziale? completo?) degli ancoraggi distali.
Buona giornata.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Gentile Dr. Leccese
la ringrazio per il suo consulto.
Circa 7 mesi dopo l'intervento sono stato sottoposto ad ecografia, da cui risultava che non c'erano anomalie e che l'operazione chirurgica era perfettamente riuscita.
In seguito, a causa dei persistenti dolori, mi sono rivolto ad uno specialista della spalla-gomito che ha constatato che il tendine era ben in tensione e che la mobilità del braccio e i movimenti di pronazione/supinazione non presentavano problemi.
Ha ipotizzato che la risalita del muscolo verso la spalla poteva essere dovuta (sebbene sia un fatto raro, mi ha detto) ad un eccesso di tessuto cicatriziale formatosi a partire dalla tuberosità radiale durante il processo di guarigione.
Sicché il muscolo si sarebbe "allentato".
Quanto al dolore persistente, lo specialista era del parere che si trattava comunque di un tendine rotto e ricucito chirurgicamente, per cui il dolore era da mettere in conto, in specie quando il braccio veniva sottoposto ad uno sforzo di discreta entità, come ad esempio portare una pesante busta della spesa.
Inoltre mi ha sconsigliato vivamente di abusare del braccio con pesi importanti, in quanto un tendine "rigenerato" non avrebbe la stessa elasticità che aveva quando era "sano".
A questo punto ho accettato la situazione, anche per timore che il tendine si rompesse nuovamente.
La ringrazio infinitamente per la sua risposta.
Buona giornata
la ringrazio per il suo consulto.
Circa 7 mesi dopo l'intervento sono stato sottoposto ad ecografia, da cui risultava che non c'erano anomalie e che l'operazione chirurgica era perfettamente riuscita.
In seguito, a causa dei persistenti dolori, mi sono rivolto ad uno specialista della spalla-gomito che ha constatato che il tendine era ben in tensione e che la mobilità del braccio e i movimenti di pronazione/supinazione non presentavano problemi.
Ha ipotizzato che la risalita del muscolo verso la spalla poteva essere dovuta (sebbene sia un fatto raro, mi ha detto) ad un eccesso di tessuto cicatriziale formatosi a partire dalla tuberosità radiale durante il processo di guarigione.
Sicché il muscolo si sarebbe "allentato".
Quanto al dolore persistente, lo specialista era del parere che si trattava comunque di un tendine rotto e ricucito chirurgicamente, per cui il dolore era da mettere in conto, in specie quando il braccio veniva sottoposto ad uno sforzo di discreta entità, come ad esempio portare una pesante busta della spesa.
Inoltre mi ha sconsigliato vivamente di abusare del braccio con pesi importanti, in quanto un tendine "rigenerato" non avrebbe la stessa elasticità che aveva quando era "sano".
A questo punto ho accettato la situazione, anche per timore che il tendine si rompesse nuovamente.
La ringrazio infinitamente per la sua risposta.
Buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.8k visite dal 06/05/2020.
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