Necrosi semilunare
Salve,
mi scuso per la lunghezza del quesito da me posto, ma l'ho scritto per aver miglior comprensibilità della mia situazione.Sono un ragazzo di 23 anni e all'incirca due anni fa(Aprile 2016),in seguito ad attività sportiva (sollevamento pesi con manubri,scivolato dalla mano) ho subito un piegamento del polso sx non naturale, e nella stessa settimana ho iniziato ad avvertire dolori fortissimi che mi rendevano difficile anche aprire un tappo di bottiglia,tanto da scambiarla per una sospetta tendinite. Successivamente dopo circa 3 mesi, tramite RM consigliatomi, mi è stato riscontrato una possibile epicondilite, ma in particolare una sospetta malattia di Kienbock al semilunare non in fase avanzata, in particolare il referto recitava "modeste aree di iperintesità a carta geografica dell'osso spongioso del semilunare da iperemia/edema trabecolare con associate sottili strie ipointense a decorso orizzontale". Da lì, sotto consiglio di specialista, ho iniziato una magnetoterapia per circa 40 gg (a domicilio per 8h al giorno) abbinato a utilizzo di un tutore e riposo totale. Tuttavia poichè dopo circa un'anno(parliamo di marzo 2017) "si osserva solo una minima riduzione dell'intensità dell'edema che caratterizza la spongiosa ossea dell'osso semilunare, persistono alcune componenti francamente ipointense,sospette per fratture intratrabecolari". Dunque tramite consiglio di uno specialista della chirurgia della mano, mi sono sottoposto a un intervento in artroscopia(luglio 2017), con perforazione del radio, per stimolare la vascolarizzazione del semilunare.Successivamente ho ripraticato di nuovo la magnetoterapia, sempre per 40 gg. Tuttavia ogni qual volta esercito pressione sul polso, dopo un po inizio di nuovo ad accusare dolore al polso, che in un certo qual modo mi reca fastidio fino al gomito. In pratica è come se la necrosi del semilunare si fosse stoppata(e a questo punto suppongo che in realtà si tratti di una microfrattura al semilunare ma molto tardiva nella consolidazione), tuttavia non riesco comunque ad esercitare alcun tipo di sforzo senza avvertire dolore.Volevo chiedere se fosse mai possibile dopo tutti questi trattamenti, che una microfrattura dopo 2 anni faccia ancora così fatica a consolidarsi, o se è possibile che in realtà la causa si posso trovare in altre cose(parlo di lesioni articolari,tendini o epicondilite cronica).Faccio presente che non saprei localizzare in un punto il dolore, bensì è una condizione di fastidio che riguarda parzialmente avambraccio e soprattutto la mano, in particolare anulare e mignolo.Sono a riposo praticamente da due anni, fatta eccezioni per brevi periodi in cui ho provato a praticare qualche sforzo settimanalmente per valutare la risposta del polso.Vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
mi scuso per la lunghezza del quesito da me posto, ma l'ho scritto per aver miglior comprensibilità della mia situazione.Sono un ragazzo di 23 anni e all'incirca due anni fa(Aprile 2016),in seguito ad attività sportiva (sollevamento pesi con manubri,scivolato dalla mano) ho subito un piegamento del polso sx non naturale, e nella stessa settimana ho iniziato ad avvertire dolori fortissimi che mi rendevano difficile anche aprire un tappo di bottiglia,tanto da scambiarla per una sospetta tendinite. Successivamente dopo circa 3 mesi, tramite RM consigliatomi, mi è stato riscontrato una possibile epicondilite, ma in particolare una sospetta malattia di Kienbock al semilunare non in fase avanzata, in particolare il referto recitava "modeste aree di iperintesità a carta geografica dell'osso spongioso del semilunare da iperemia/edema trabecolare con associate sottili strie ipointense a decorso orizzontale". Da lì, sotto consiglio di specialista, ho iniziato una magnetoterapia per circa 40 gg (a domicilio per 8h al giorno) abbinato a utilizzo di un tutore e riposo totale. Tuttavia poichè dopo circa un'anno(parliamo di marzo 2017) "si osserva solo una minima riduzione dell'intensità dell'edema che caratterizza la spongiosa ossea dell'osso semilunare, persistono alcune componenti francamente ipointense,sospette per fratture intratrabecolari". Dunque tramite consiglio di uno specialista della chirurgia della mano, mi sono sottoposto a un intervento in artroscopia(luglio 2017), con perforazione del radio, per stimolare la vascolarizzazione del semilunare.Successivamente ho ripraticato di nuovo la magnetoterapia, sempre per 40 gg. Tuttavia ogni qual volta esercito pressione sul polso, dopo un po inizio di nuovo ad accusare dolore al polso, che in un certo qual modo mi reca fastidio fino al gomito. In pratica è come se la necrosi del semilunare si fosse stoppata(e a questo punto suppongo che in realtà si tratti di una microfrattura al semilunare ma molto tardiva nella consolidazione), tuttavia non riesco comunque ad esercitare alcun tipo di sforzo senza avvertire dolore.Volevo chiedere se fosse mai possibile dopo tutti questi trattamenti, che una microfrattura dopo 2 anni faccia ancora così fatica a consolidarsi, o se è possibile che in realtà la causa si posso trovare in altre cose(parlo di lesioni articolari,tendini o epicondilite cronica).Faccio presente che non saprei localizzare in un punto il dolore, bensì è una condizione di fastidio che riguarda parzialmente avambraccio e soprattutto la mano, in particolare anulare e mignolo.Sono a riposo praticamente da due anni, fatta eccezioni per brevi periodi in cui ho provato a praticare qualche sforzo settimanalmente per valutare la risposta del polso.Vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
[#1]
Gentile Signore,
in medicina, tutto è possibile....
Le lesioni del semilunare sono sempre complicate e difficili da trattare e spesso riservano sorprese.
Va valutata la funzionalità residua del polso, compatibilmente con la sua normale attività lavorativa (da escludere assolutamente attività sportive che sollecitino il polso, tipo tennis) e l'aspetto alla RM del semilunare.
Se si conclude che i deficit algo-funzionali o la morfologia definitiva dell'osso sono incompatibili con lo svolgimento di una soddisfacente attività (questo lo può valutare solo lei), giocoforza va fatto un ulteriore intervento più drastico (protesi, artrodesi, resezione della prima filiera del carpo, ecc.), in base alle sue specifiche necessità funzionali (ad esempio, lavori manuali pesanti) e all'esperienza del chirurgo.
Buona giornata.
in medicina, tutto è possibile....
Le lesioni del semilunare sono sempre complicate e difficili da trattare e spesso riservano sorprese.
Va valutata la funzionalità residua del polso, compatibilmente con la sua normale attività lavorativa (da escludere assolutamente attività sportive che sollecitino il polso, tipo tennis) e l'aspetto alla RM del semilunare.
Se si conclude che i deficit algo-funzionali o la morfologia definitiva dell'osso sono incompatibili con lo svolgimento di una soddisfacente attività (questo lo può valutare solo lei), giocoforza va fatto un ulteriore intervento più drastico (protesi, artrodesi, resezione della prima filiera del carpo, ecc.), in base alle sue specifiche necessità funzionali (ad esempio, lavori manuali pesanti) e all'esperienza del chirurgo.
Buona giornata.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Dottore buonasera, la ringrazio innanzittutto per la risposta che mi ha dato,le rispondo solo adesso poichè da poco ho effettuato un nuovo controllo RM e volevo sapere un suo parere al riguardo. Nel referto che mi è stato dato mi viene detto "Alterazioni di segnale e morfologia della fibro-cartilagine triangolare con fissurazioni del versante ulnare e tendenza alla sublussazione del capo polmonare.Modesto versamento articolare radio-carpico ed inter carpico.Incipienti segni di tenosinovite dell'estensore ulnare del carpo e in minor misura dell'estensore lungo e breve del pollice.Presenza di piccole aree di alterato segnale in prima ipotesi di significato distrofico pseudocistico alle ossa del carpo". Ho portato i risultati al mio dottore che ha effettuato l'artroscopia a luglio, e ha riscontrato che il semilunare è praticamente tornato allo stato originale( non vi è più nessuna differenza di luminosità rispetto alle altre ossa del polso) e ha scongiurato invece qualsiasi anomalia alla fibro cartilagine triangolare. Tuttavia il dolore che ho accennato nel post rimane, esclusivamente quando effettuo sforzi (anche banali) con sensazioni di indolenzimento alle ultime tre dita, che risale fino all'avambraccio (ma gomito escluso). Il dottore ha concluso dicendomi che non vi è una diagnosi chiara a questo punto del problema, e di riprendere a fare attività normali e ripassare a controllo dopo un anno. Le volevo chiedere, per quanto sommariamente lei possa valutare la cosa, non avendo i referti, un parere al riguardo, se la causa di questo continuo fastidio a questo punto è imputabile a altro.Le ricordo che ormai ho questo problema da più di 2 anni e non conosco nemmeno più la causa di questo malessere. La ringrazio anticipatamente per la risposta.
[#3]
Non si tratta di un polso normale, ma di un polso "patologico", anche se probabilmente non ci sono fatti significativi.
Pertanto, la sintomatologia dolorosa residua è assolutamente compatibile con il quadro radiologico.
Mi limiterei a usare saltuariamente un tutore rigido di polso (dita libere) e fare terapie fisiche (tecar, laser, ultrasuoni, ecc.), oltre a non sollecitare particolarmente il polso con attività sportive o lavorative.
Pertanto, la sintomatologia dolorosa residua è assolutamente compatibile con il quadro radiologico.
Mi limiterei a usare saltuariamente un tutore rigido di polso (dita libere) e fare terapie fisiche (tecar, laser, ultrasuoni, ecc.), oltre a non sollecitare particolarmente il polso con attività sportive o lavorative.
[#4]
Utente
Buongiorno dottore, la ringrazio innanzitutto per la risposta. Io ai tempi ho già effettuato diverse terapie tra cui tecar, onde d'urto, magnetoterapia e la difficoltà che ho riscontrato era anche poter individuare esattamente il punto dove applicarle per renderle efficaci il più possibile, non essendo possibile identificare un punto ben preciso dove avevo male. Secondo lei, è possibile che tutto ciò è compatibile sempre con il problema al semilunare? Parte tutto da lì? La ringrazio moltissimo per le sue risposte.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.9k visite dal 20/03/2018.
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