Nocca rialzata
Egregi Dottori presenti su Medicitalia.it buonasera.
Riassumo brevemente l'accaduto che porta a formulare la mia domanda; un mese e mezzo fa circa, un pezzo di barattolo di vetro spesso e tagliente mi è caduto da uno scaffale in alto, dritto sulla mano, all' altezza della nocca del dito indice procurandomi un taglio e forte dolore.
Ho preso la cosa sotto banco e ho aspettato guarisse da sola, ma a distanza di due mesi quasi mi ritrovo la nocca dell' indice della mano notevolmente rialzata e ingrandita\ingrossata, la zona inoltre presenta un colore bluastro ,al tatto a mano aperta sento la presenza di un pallino molto duro come un osso e la pelle in zona risulta inspessita, la mobilità è buona ma nell' iperestensione verso l'alto e verso il basso, provo come una fitta abbastanza dolorosa.
Potreste darmi qualche indicazione in merito e orientarmi verso una visita specialistica, grazie.
Cordialità.
Riassumo brevemente l'accaduto che porta a formulare la mia domanda; un mese e mezzo fa circa, un pezzo di barattolo di vetro spesso e tagliente mi è caduto da uno scaffale in alto, dritto sulla mano, all' altezza della nocca del dito indice procurandomi un taglio e forte dolore.
Ho preso la cosa sotto banco e ho aspettato guarisse da sola, ma a distanza di due mesi quasi mi ritrovo la nocca dell' indice della mano notevolmente rialzata e ingrandita\ingrossata, la zona inoltre presenta un colore bluastro ,al tatto a mano aperta sento la presenza di un pallino molto duro come un osso e la pelle in zona risulta inspessita, la mobilità è buona ma nell' iperestensione verso l'alto e verso il basso, provo come una fitta abbastanza dolorosa.
Potreste darmi qualche indicazione in merito e orientarmi verso una visita specialistica, grazie.
Cordialità.
[#1]
Gentile Signore,
deve farsi visitare da un chirurgo della mano:
https://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html
per capire se si tratta solo di un problema legato alla cicatrizzazione oppure se c'è qualcosaltro (ad esempio, un corpo estraneo).
BUona giornata.
deve farsi visitare da un chirurgo della mano:
https://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html
per capire se si tratta solo di un problema legato alla cicatrizzazione oppure se c'è qualcosaltro (ad esempio, un corpo estraneo).
BUona giornata.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Dr Leccese la ringrazio per la tempestiva risposta e per il consiglio dispensatomi.
Volevo chiederle in ultimo, dunque se si trattasse di un problema cicatriziale col tempo la presenza sottocutanea , il dolore e il gonfiore potrebbero andar via da soli oppure in ogni caso per rimediare occorrerebbe comunque un intervento chirurgico?
Un amico farmacista mi ha consigliato di provare ad utilizzare per una settimana clarema crema.
Volevo aggiungere che l'evento traumatico è avvenuto circa due mesi fa ma solo in un secondo momento, dopo qualche settimana, si è formato questo rialzo duro sopra la nocca.
Le rinnovo i miei ringraziamenti.
Volevo chiederle in ultimo, dunque se si trattasse di un problema cicatriziale col tempo la presenza sottocutanea , il dolore e il gonfiore potrebbero andar via da soli oppure in ogni caso per rimediare occorrerebbe comunque un intervento chirurgico?
Un amico farmacista mi ha consigliato di provare ad utilizzare per una settimana clarema crema.
Volevo aggiungere che l'evento traumatico è avvenuto circa due mesi fa ma solo in un secondo momento, dopo qualche settimana, si è formato questo rialzo duro sopra la nocca.
Le rinnovo i miei ringraziamenti.
[#4]
Utente
Egregi Dottori, oggi ho avuto l'esito dell'ecografia, ma il medico ecografo non ha saputo darmi nessun tipo di indicazione, ed io non ho capito assolutamente di cosa si tratta;
"L'esame ecografico evidenzia in corrispondenza dell'articolazione metacarpo-falangea del II dito della mano destra, sede sottocutanea, piccola area ipoecogena, disomogenea, diametro circa 7mm, di verosimile natura flogistica - cronica.
In corrispondenza della suddetta neoformazione il tendine estensore del II dito appare assottigliato e disomogeneo, come da verosimile pregressa lacerazione (parziale?)"
Attualmente sono ancora più confuso e disorientato, non avendo mai per fortuna problemi di salute questa vicenda mi sta spaventando molto e vorrei capire in qualche modo "anche chirurgicamente" esista una soluzione a questo mio problema che continua a limitare parzialmente con dolore la mobilità del dito.
Potreste darmi qualche indicazione per farmi capire in parole semplici di cosa si tratta?
Vi ringrazio di cordialmente di cuore.
"L'esame ecografico evidenzia in corrispondenza dell'articolazione metacarpo-falangea del II dito della mano destra, sede sottocutanea, piccola area ipoecogena, disomogenea, diametro circa 7mm, di verosimile natura flogistica - cronica.
In corrispondenza della suddetta neoformazione il tendine estensore del II dito appare assottigliato e disomogeneo, come da verosimile pregressa lacerazione (parziale?)"
Attualmente sono ancora più confuso e disorientato, non avendo mai per fortuna problemi di salute questa vicenda mi sta spaventando molto e vorrei capire in qualche modo "anche chirurgicamente" esista una soluzione a questo mio problema che continua a limitare parzialmente con dolore la mobilità del dito.
Potreste darmi qualche indicazione per farmi capire in parole semplici di cosa si tratta?
Vi ringrazio di cordialmente di cuore.
[#5]
La ferita ha certamente prodotto una cicatrice, che ha coinvolto verosimilmente, oltre alla cute, anche il tendine sottostante e forse anche parzialmente la capsula articolare.
Se continua ad avere disturbi, l'unica soluzione sensata è farsi visitare da un chirurgo della mano:
https://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html
Se continua ad avere disturbi, l'unica soluzione sensata è farsi visitare da un chirurgo della mano:
https://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html
[#6]
Utente
Dott. Leccese la ringrazio nuovamente per i suoi consigli.
Tramite il suo link, il medico chirurgo della mano più vicino a me è il Dr .D'angelo chirurgo plastico.
Volevo chiederle se potrebbe essere utile presentarmi al chirurgo anche con una radiografia.
Volevo chiederle inoltre, avendo io una situazione economica non florida, se questo tipo di operazione sono convenzionate.
Rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti.
Tramite il suo link, il medico chirurgo della mano più vicino a me è il Dr .D'angelo chirurgo plastico.
Volevo chiederle se potrebbe essere utile presentarmi al chirurgo anche con una radiografia.
Volevo chiederle inoltre, avendo io una situazione economica non florida, se questo tipo di operazione sono convenzionate.
Rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti.
[#8]
Utente
Egregio Dr. Leccese, volevo chiederle un ultimo parere.
Sono stato ieri dall'ortopedico chirurgo, leggendo molto velocemente l'ecografia, mi ha detto che si tratta di una cisti tendinea da trauma, mi ha proposto l' escissione.
Secondo lei operare è l'unica strada percorribile?
Cordialità.
Sono stato ieri dall'ortopedico chirurgo, leggendo molto velocemente l'ecografia, mi ha detto che si tratta di una cisti tendinea da trauma, mi ha proposto l' escissione.
Secondo lei operare è l'unica strada percorribile?
Cordialità.
[#10]
Utente
Buonasera Dott. Leccese, ieri mattina sono stato operato, dalla cartella di dimissione risulta, cisti tendinea.
Non so se ho ben capito ma credo fossero due neoformazioni, almeno per come mi è parso di sentire in sala operatoria.
Il chirurgo nel dimettermi mi ha consigliato di tenere alta la mano ma non mi ha detto se è possibile muovere le dita e la mano stessa.
Attualmente ad un giorno dall' operazione risulta molto dolorante e gonfia ma credo sia normale, volevo chiederle se man mano che passa il dolore, posso muovere la mano e le dita, quantomeno per piccoli movimenti di vita quotidiana.
Dott. Leccese la ringrazio sentitamente, i suoi consigli mi hanno aiutato molto, a parer mio, incontrare medici come lei, ben disposti verso i pazienti, aiuta molto, soprattutto per chi come me, non avendo mai affrontato malattie o operazioni , si trova spaesato e impaurito, grazie di cuore.
Non so se ho ben capito ma credo fossero due neoformazioni, almeno per come mi è parso di sentire in sala operatoria.
Il chirurgo nel dimettermi mi ha consigliato di tenere alta la mano ma non mi ha detto se è possibile muovere le dita e la mano stessa.
Attualmente ad un giorno dall' operazione risulta molto dolorante e gonfia ma credo sia normale, volevo chiederle se man mano che passa il dolore, posso muovere la mano e le dita, quantomeno per piccoli movimenti di vita quotidiana.
Dott. Leccese la ringrazio sentitamente, i suoi consigli mi hanno aiutato molto, a parer mio, incontrare medici come lei, ben disposti verso i pazienti, aiuta molto, soprattutto per chi come me, non avendo mai affrontato malattie o operazioni , si trova spaesato e impaurito, grazie di cuore.
[#12]
Utente
Buonasera Dottore, mi scuso se torno a contattarla.
Sono passati cinque giorni dall' intervento, la rimozione punti è prevista per il 13 di questo mese.
Ieri mattina nel vestirmi, ho notato che il dito indice della mano operata, ha assunto un colore tendente al viola, spostando leggermente la garza che lo ricopre, ho notato anche che è come se avesse perso i tratti distintivi e le pieghe della pelle, come se fosse un pezzo unico, e toccando la parte carnosa sotto le falangi e come se non toccassi il mio dito , non so come spiegarle, come se lo sentissi estranio.
In sala operatoria hanno utilizzato un laccio pneumatico, non so per quello che ho letto se sia corretto oggigiorno utilizzarlo ancora..
Volevo chiederle se questi sono normali sintomi o devo allarmarmi, la ringrazio.
Sono passati cinque giorni dall' intervento, la rimozione punti è prevista per il 13 di questo mese.
Ieri mattina nel vestirmi, ho notato che il dito indice della mano operata, ha assunto un colore tendente al viola, spostando leggermente la garza che lo ricopre, ho notato anche che è come se avesse perso i tratti distintivi e le pieghe della pelle, come se fosse un pezzo unico, e toccando la parte carnosa sotto le falangi e come se non toccassi il mio dito , non so come spiegarle, come se lo sentissi estranio.
In sala operatoria hanno utilizzato un laccio pneumatico, non so per quello che ho letto se sia corretto oggigiorno utilizzarlo ancora..
Volevo chiederle se questi sono normali sintomi o devo allarmarmi, la ringrazio.
[#13]
Il laccio si usa sempre per dare l'ischemia alla mano.
Il suo disturbo va interpretando visitando la mano. Potrebbe essere legato a un coinvolgimento dei nervi sensitivi locali, ma solo una visita diretta può chiarire di che si tratta.
Noi non possiamo interpretare a distanza.
Il suo disturbo va interpretando visitando la mano. Potrebbe essere legato a un coinvolgimento dei nervi sensitivi locali, ma solo una visita diretta può chiarire di che si tratta.
Noi non possiamo interpretare a distanza.
[#14]
Utente
Buonasera Dott. Leccese, volevo aggiornarla.
Ho sentito il medico che mi ha operato e mi ha consigliato di prendere per 5gg Fleben 1000.
Stasera ho sostituito la fasciatura e il cerotto che ormai dopo 10 giorni circa si erano completamente allargati.
Ho vito la prima volta la cicatrice che mi sembra davvero grande, è a forma di S e ho contato 9 punti di sutura.
Ho notato che in corrispondenza della cicatrice, teoricamente dove vi era il rialzo cistico, continua ad esserci una sorta di rialzo che addirittura sembra maggiore rispetto a prima dell' operazione.
Volevo chiederle se è normale che a 10giorni circa, questo rialzo possa essere ancora un gonfiore dovuto all' intervento o sia sintomo di altro.
Le chiedo scusa se la contatto spesso, ma il medico a cui mi sono rivolto mi ha lasciato quasi in balia di me stesso.
La ringrazio infinitamente per l'attenzione.
Ho sentito il medico che mi ha operato e mi ha consigliato di prendere per 5gg Fleben 1000.
Stasera ho sostituito la fasciatura e il cerotto che ormai dopo 10 giorni circa si erano completamente allargati.
Ho vito la prima volta la cicatrice che mi sembra davvero grande, è a forma di S e ho contato 9 punti di sutura.
Ho notato che in corrispondenza della cicatrice, teoricamente dove vi era il rialzo cistico, continua ad esserci una sorta di rialzo che addirittura sembra maggiore rispetto a prima dell' operazione.
Volevo chiederle se è normale che a 10giorni circa, questo rialzo possa essere ancora un gonfiore dovuto all' intervento o sia sintomo di altro.
Le chiedo scusa se la contatto spesso, ma il medico a cui mi sono rivolto mi ha lasciato quasi in balia di me stesso.
La ringrazio infinitamente per l'attenzione.
[#16]
Utente
Egregi Dottori ,chiedo scusa ma ancora una volta mi vedo costretto a chiedere anche un vostro parere.
Il 13 mi hanno tolto i punti, probabilmente per disattenzione dell' infermiere che andava di fretta, due dei nove punti si sono immediatamente riaperti lasciando il taglio completamente non cicatrizzato ed esposto fino al grasso sottocutaneo ma del tutto privo di sangue.
Mi hanno applicato una farfallina e un cerotto liquidandomi dicendomi di tornare il 19 raccomandando di continuare a tenere ferma la mano.
In tutto questo, la zona è ancora gonfia ho dolore e limitazione motoria nel chiudere la mano.
E' un modo normale di trattare la cosa? Devo rivolgermi ad un altra struttura? Potreste darmi indicazioni, Grazie.
Il 13 mi hanno tolto i punti, probabilmente per disattenzione dell' infermiere che andava di fretta, due dei nove punti si sono immediatamente riaperti lasciando il taglio completamente non cicatrizzato ed esposto fino al grasso sottocutaneo ma del tutto privo di sangue.
Mi hanno applicato una farfallina e un cerotto liquidandomi dicendomi di tornare il 19 raccomandando di continuare a tenere ferma la mano.
In tutto questo, la zona è ancora gonfia ho dolore e limitazione motoria nel chiudere la mano.
E' un modo normale di trattare la cosa? Devo rivolgermi ad un altra struttura? Potreste darmi indicazioni, Grazie.
[#17]
Utente
Probabilmente non avrò più risposte ma volevo dire una cosa; abitualmente chi lavora e commette errori paga.
Sono un ingegnere e se sbaglio nel progettare qualcosa ne pago le conseguenze.
Sono stato da un altro specialista, probabilmente il chirurgo che mi ha operato ha commesso errori, ad oggi dopo quasi un mese non riesco più a flettere l'indice per chiudere la mano.
E' facile per i medici nascondersi dietro un "potrebbe, deve aspettare e vedere come evolve, sono complicanze rare ma possibili.."
A voi medici ci si affida quasi come foste un emanazione divina, ricordate sempre qual è il vostro ruolo e abbiate sempre presente che con la vita delle persone non si scherza, che amarezza!
Sono un ingegnere e se sbaglio nel progettare qualcosa ne pago le conseguenze.
Sono stato da un altro specialista, probabilmente il chirurgo che mi ha operato ha commesso errori, ad oggi dopo quasi un mese non riesco più a flettere l'indice per chiudere la mano.
E' facile per i medici nascondersi dietro un "potrebbe, deve aspettare e vedere come evolve, sono complicanze rare ma possibili.."
A voi medici ci si affida quasi come foste un emanazione divina, ricordate sempre qual è il vostro ruolo e abbiate sempre presente che con la vita delle persone non si scherza, che amarezza!
[#18]
Certo, ha ragione, chi sbaglia dovrebbe "pagare", come dice lei, ma non considera una sostanziale differenza tra il suo lavoro e il nostro: lei ha a che fare con dei calcoli numerici e, si sa, i conti, alla fine, devono sempre tornare.....
2 + 2 fa sempre 4 nel suo mestiere, mentre nel nostro, talvolta, fa 3 o 5.....
Voglio dire che quando si "manipola" un tessuto biologico, intervengono talmente tanti fattori esterni, talvolta imprevedibili, che condizionano l'esito finale, cioè il risultato; oppure fattori "interni", cioè una particolare biologia di quel singolo paziente: un esempio paradigmatico è dato dalla formazione dei cheloidi, cioè cicatrici patologiche, bruttissime a vedersi, che di norma si verificano su un certo paziente senza poterlo prevedere e più si "toccano", più diventano abnormi (parlo dei veri cheloidi, non quelle cicatrici ipertrofiche "spacciate" erroneamente per cheloidi).
Con questo, non sto dicendo che nel suo caso specifico i medici non abbiano alcuna responsabilità, che la sutura sia stata ben eseguita o altro: non conosco nel dettaglio la situazione e mi astengo da esprimere un giudizio definitivo.
Se il suo chirurgo non le dà soddisfazioni, deve necessariamente consultare un secondo specialista.
Non dimentichi, però, che ha comunque subìto una ferita da taglio su una urticolazione (soggetta a continui movimenti) e non può certo ottenere una "restitutio ad integrum": una cicatrice resta comunque.
Sotto alla cicatrice passano minuscoli rami nervosi sensitivi, che facilmente restano "incollati" alla cicatrice profonda (interna), dando disturbi locali.
Diverso è se i nervi sono stati recisi dal trauma, ma in tal caso, è molto complesso cercare di ripararli, essendo molto piccoli e di importanza secondaria (rispetto ad altri rami nervosi).
Buona domenica.
2 + 2 fa sempre 4 nel suo mestiere, mentre nel nostro, talvolta, fa 3 o 5.....
Voglio dire che quando si "manipola" un tessuto biologico, intervengono talmente tanti fattori esterni, talvolta imprevedibili, che condizionano l'esito finale, cioè il risultato; oppure fattori "interni", cioè una particolare biologia di quel singolo paziente: un esempio paradigmatico è dato dalla formazione dei cheloidi, cioè cicatrici patologiche, bruttissime a vedersi, che di norma si verificano su un certo paziente senza poterlo prevedere e più si "toccano", più diventano abnormi (parlo dei veri cheloidi, non quelle cicatrici ipertrofiche "spacciate" erroneamente per cheloidi).
Con questo, non sto dicendo che nel suo caso specifico i medici non abbiano alcuna responsabilità, che la sutura sia stata ben eseguita o altro: non conosco nel dettaglio la situazione e mi astengo da esprimere un giudizio definitivo.
Se il suo chirurgo non le dà soddisfazioni, deve necessariamente consultare un secondo specialista.
Non dimentichi, però, che ha comunque subìto una ferita da taglio su una urticolazione (soggetta a continui movimenti) e non può certo ottenere una "restitutio ad integrum": una cicatrice resta comunque.
Sotto alla cicatrice passano minuscoli rami nervosi sensitivi, che facilmente restano "incollati" alla cicatrice profonda (interna), dando disturbi locali.
Diverso è se i nervi sono stati recisi dal trauma, ma in tal caso, è molto complesso cercare di ripararli, essendo molto piccoli e di importanza secondaria (rispetto ad altri rami nervosi).
Buona domenica.
[#19]
Utente
Dr. Leccese Buonasera, torno a scriverle per raccontarle di quanto purtroppo ho dovuto subire e di come fortunatamente avendo un carattere positivo, tra una visita medica e l'altra riesca a riderci su, cercando di risolvere.
Dopo l'operazione per diagnosi di "cisti tendinea" come le dissi ho passato due mesi infernali, con un dito e una mano che non voleva saperne di riprendere a muoversi normalmente, fortunatamente grazie alla FKT, mobilitazione attiva\passiva, ho recuperato una buona flessione\estensione.
Ad oggi tre mesi dall'intervento purtroppo ho una cicatrice completamente aderente che non sto qui a descriverle ma procura non pochi fastidi.
Il lato buio di questa storia è che a detta di più di un medico che ho consultato in seguito, ho subito un intervento inutile con una diagnosi sbagliata "fatta affidandosi solo alla palpazione della zona per qualche secondo" e che in più mi ha portato un danno estetico e funzionale.
A riprova , l'esame ecografico fatto ieri, oltre alla situazione attuale, riporta la medesima formazione anecoica che avevo prima del' intervento.
Ieri proprio quando il medico che mi ha visitato ha letto l'eco che feci di mia iniziativa prima di essere operato ha esclamato sconcertato "perbacco io non vedo nessunissima cisti tendinea qui"
Insomma Dr. Leccese, una parentesi buia della mia vita e non solo e la cosa che più mi porta sconforto e che ad oggi non so realmente cosa potesse essere quel piccolo rialzo che avevo prima dell' intervento e che ho tutt'ora.
Attualmente dovrei su consiglio dell' ultimo medico ,seguire un ciclo di terapia con pompa diamagnetica che dovrebbe a quanto ho capito, aiutare a riassorbire l'edema e forse aiutare anche per l'aderenza.
Sono tornato a scriverle perché in qualche modo, i suoi consigli mi hanno aiutato, e dato conforto e perché so che se mi fossi rivolto a lei di certo non avrei subito questa ingiustizia per cosi chiamarla.
In ultimo vorrei chiederle un parere su questa terapia che mi è stata consigliata e se Dr. Leccese nel caso dovessi avere bisogno di re intervenire chirurgicamente, possa rivolgermi a lei in prima persona.
La ringrazio e le auguro buona giornata.
Cordialità.
Dopo l'operazione per diagnosi di "cisti tendinea" come le dissi ho passato due mesi infernali, con un dito e una mano che non voleva saperne di riprendere a muoversi normalmente, fortunatamente grazie alla FKT, mobilitazione attiva\passiva, ho recuperato una buona flessione\estensione.
Ad oggi tre mesi dall'intervento purtroppo ho una cicatrice completamente aderente che non sto qui a descriverle ma procura non pochi fastidi.
Il lato buio di questa storia è che a detta di più di un medico che ho consultato in seguito, ho subito un intervento inutile con una diagnosi sbagliata "fatta affidandosi solo alla palpazione della zona per qualche secondo" e che in più mi ha portato un danno estetico e funzionale.
A riprova , l'esame ecografico fatto ieri, oltre alla situazione attuale, riporta la medesima formazione anecoica che avevo prima del' intervento.
Ieri proprio quando il medico che mi ha visitato ha letto l'eco che feci di mia iniziativa prima di essere operato ha esclamato sconcertato "perbacco io non vedo nessunissima cisti tendinea qui"
Insomma Dr. Leccese, una parentesi buia della mia vita e non solo e la cosa che più mi porta sconforto e che ad oggi non so realmente cosa potesse essere quel piccolo rialzo che avevo prima dell' intervento e che ho tutt'ora.
Attualmente dovrei su consiglio dell' ultimo medico ,seguire un ciclo di terapia con pompa diamagnetica che dovrebbe a quanto ho capito, aiutare a riassorbire l'edema e forse aiutare anche per l'aderenza.
Sono tornato a scriverle perché in qualche modo, i suoi consigli mi hanno aiutato, e dato conforto e perché so che se mi fossi rivolto a lei di certo non avrei subito questa ingiustizia per cosi chiamarla.
In ultimo vorrei chiederle un parere su questa terapia che mi è stata consigliata e se Dr. Leccese nel caso dovessi avere bisogno di re intervenire chirurgicamente, possa rivolgermi a lei in prima persona.
La ringrazio e le auguro buona giornata.
Cordialità.
[#20]
L'ipotesi che l'intervento non fosse sufficientemente giustificato, a giudicare dalle sue parole (non ho altri elementi di valutazione) esiste.
Ciò detto, ormai è stato fatto.
Si tratta ora di valutare l'evoluzione della cicatrice e dei suoi disturbi.
Le cicatrici sibiscono progressive trasformazioni per circa 6 mesi, trascorsi i quali, noi consideriamo la situazione stabilizzata.
Solo allora, pertanto, si può fare un reale bilancio e decidere se e cosa conviene fare.
Buona domenica.
Ciò detto, ormai è stato fatto.
Si tratta ora di valutare l'evoluzione della cicatrice e dei suoi disturbi.
Le cicatrici sibiscono progressive trasformazioni per circa 6 mesi, trascorsi i quali, noi consideriamo la situazione stabilizzata.
Solo allora, pertanto, si può fare un reale bilancio e decidere se e cosa conviene fare.
Buona domenica.
[#21]
Utente
Dr. Leccese buonasera, torno ad aggiornarla.
Sono passati cinque mesi dal primo intervento.
La scorsa settimana ho effettuato una nuova visita da un altro medico, questa volta un chirurgo della mano presente anche su "SICM"
Mi ha visitato e confrontando la situazione attuale con l' ecografia fatta prima del primo intervento, ha riscontrato una simile situazione a quella di partenza, aggravata però dall' aderenza cicatriziale della cicatrice operatoria, che ad oggi nonostante fiisioterapia anche strumentale, non sono riuscito ad eliminare.
La nuova eco recita cosi;
ipoecogenicità della guaina sinovale del tendine estensore radiale lungo del carpo con lieve disorganizzazione, parcellare della struttura fibrillante come per tenosinovite, concomita imbibizione edematosa peritendinea.
Legamento metacarpale trasverso superficiale lievemente ipertrofico.
Il chirurgo ha proposto di aspettare fino a settembre e poi intervenire con un esplorazione chirurgica per artrolisi.
Vorrebbe re incidere la stessa cicatrice.
Avendo avuto già un esperienza negativa, vorrei evitarne altre.
Volevo chiederle Dr. Leccese, se secondo lei possa la prassi proposta sia corretta, ed un suo parere sul ecografia.
Volevo chiedere anche se possa contattarla privatamente per un eventuale visita presso il suo studio.
La ringrazio cordialmente.
Sono passati cinque mesi dal primo intervento.
La scorsa settimana ho effettuato una nuova visita da un altro medico, questa volta un chirurgo della mano presente anche su "SICM"
Mi ha visitato e confrontando la situazione attuale con l' ecografia fatta prima del primo intervento, ha riscontrato una simile situazione a quella di partenza, aggravata però dall' aderenza cicatriziale della cicatrice operatoria, che ad oggi nonostante fiisioterapia anche strumentale, non sono riuscito ad eliminare.
La nuova eco recita cosi;
ipoecogenicità della guaina sinovale del tendine estensore radiale lungo del carpo con lieve disorganizzazione, parcellare della struttura fibrillante come per tenosinovite, concomita imbibizione edematosa peritendinea.
Legamento metacarpale trasverso superficiale lievemente ipertrofico.
Il chirurgo ha proposto di aspettare fino a settembre e poi intervenire con un esplorazione chirurgica per artrolisi.
Vorrebbe re incidere la stessa cicatrice.
Avendo avuto già un esperienza negativa, vorrei evitarne altre.
Volevo chiederle Dr. Leccese, se secondo lei possa la prassi proposta sia corretta, ed un suo parere sul ecografia.
Volevo chiedere anche se possa contattarla privatamente per un eventuale visita presso il suo studio.
La ringrazio cordialmente.
Questo consulto ha ricevuto 22 risposte e 5.6k visite dal 28/12/2017.
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