Frattura scomposta iv dito mano sx
Buongiorno Dottori.
Ho 27 anni. Ho subito un infortunio il 16 marzo 2015 che mi ha provocato una frattura scomposta all'anulare della mano sinistra alla 1* falange. L'osso si é rotto in due pezzi.
Il giorno seguente mi sono recata in ps e mi hanno confermato la frattura e mi hanno fasciato con una stecca rigida in attesa dell'intervento.
Il primario mi ha confermato l'intervento nel giro di pochi giorni parlandomi dell'inserimento di due mini viti in titanio apposte in orizzontale per riunire l'osso.
Sono stata operata in anestesia locale (fatta direttamente sulla mano....mai provato un dolore così grande) e l'intervento dalle foto é andato molto bene. A parer del chirurgo dopo 30 giorni avrei dovuto riacquistare il controllo della mano.
Ho tolto la stecca la fasciatura e i punti dopo 15 giorni.
Il dito si muoveva poco ed era gonfissimo.
Ho iniziato di mia spontanea volontà fisioterapia per 4/5 mesi andando una volta a settimana e poi mi son fermata perché non vedevo più miglioramenti.
É passato un anno dall'infortunio.
Non riesco a chiudere a pugno la mia mano ne ad aprire come prima la mano stendendo al 100% l'anulare.
Ogni volta che (come faceva il fisio) mano a mano massaggio i tendini/nervi e piano piano mi alleno a fare i movimenti il dito diventa meno duro ma comunque provo dolore nella prima falange dove ci sono le viti e muovere il dito é una grande sudata e impresa colossale.
Si gonfia,diventa rosso come se muovendolo andassi ad infiammare il tendine/nervo sopra la frattura.
Già da fermo si nota una montagnola di gonfiore dura sopra la parte rotta per capirci (sopra la cicatrice sopra le viti).
Mi sono rivolta ad un chirurgo della mano in sede privata dalla preoccupazione è per avere un parere diverso.
Ad occhi nudo e vedendo le lastre fatte nei primi mesi mi diceva che può essere siano le viti a creare il problema poiché potrebbero fuoriuscire dell'osso, strano che io mi ritrovi così "bloccata".
Ho ripetuto i raggi ma io a occhio nudo non vedo le viti uscire.
Il 25 marzo ho fissato visita ortopedica di controllo presso l'ospedale dove mi sono operata.
Sono depressa triste e ho paura di non riavere più la mia mano come prima.
É come se in quel punto io non senta bene come comandare, come intorpidita.
Domanda per capire:se vado rioperata e vanno tolte le mini viti non é il caso che io faccia un esame strumentale apposito per vedere cosa sia quel gonfiore???
Per vedere il tendine che esame va fatto?tac?ecografia?
Riacquistare l'uso della mano per me sarà davvero importante.
Vi ringrazio tantissimo per le risposte.
Alessia
Ho 27 anni. Ho subito un infortunio il 16 marzo 2015 che mi ha provocato una frattura scomposta all'anulare della mano sinistra alla 1* falange. L'osso si é rotto in due pezzi.
Il giorno seguente mi sono recata in ps e mi hanno confermato la frattura e mi hanno fasciato con una stecca rigida in attesa dell'intervento.
Il primario mi ha confermato l'intervento nel giro di pochi giorni parlandomi dell'inserimento di due mini viti in titanio apposte in orizzontale per riunire l'osso.
Sono stata operata in anestesia locale (fatta direttamente sulla mano....mai provato un dolore così grande) e l'intervento dalle foto é andato molto bene. A parer del chirurgo dopo 30 giorni avrei dovuto riacquistare il controllo della mano.
Ho tolto la stecca la fasciatura e i punti dopo 15 giorni.
Il dito si muoveva poco ed era gonfissimo.
Ho iniziato di mia spontanea volontà fisioterapia per 4/5 mesi andando una volta a settimana e poi mi son fermata perché non vedevo più miglioramenti.
É passato un anno dall'infortunio.
Non riesco a chiudere a pugno la mia mano ne ad aprire come prima la mano stendendo al 100% l'anulare.
Ogni volta che (come faceva il fisio) mano a mano massaggio i tendini/nervi e piano piano mi alleno a fare i movimenti il dito diventa meno duro ma comunque provo dolore nella prima falange dove ci sono le viti e muovere il dito é una grande sudata e impresa colossale.
Si gonfia,diventa rosso come se muovendolo andassi ad infiammare il tendine/nervo sopra la frattura.
Già da fermo si nota una montagnola di gonfiore dura sopra la parte rotta per capirci (sopra la cicatrice sopra le viti).
Mi sono rivolta ad un chirurgo della mano in sede privata dalla preoccupazione è per avere un parere diverso.
Ad occhi nudo e vedendo le lastre fatte nei primi mesi mi diceva che può essere siano le viti a creare il problema poiché potrebbero fuoriuscire dell'osso, strano che io mi ritrovi così "bloccata".
Ho ripetuto i raggi ma io a occhio nudo non vedo le viti uscire.
Il 25 marzo ho fissato visita ortopedica di controllo presso l'ospedale dove mi sono operata.
Sono depressa triste e ho paura di non riavere più la mia mano come prima.
É come se in quel punto io non senta bene come comandare, come intorpidita.
Domanda per capire:se vado rioperata e vanno tolte le mini viti non é il caso che io faccia un esame strumentale apposito per vedere cosa sia quel gonfiore???
Per vedere il tendine che esame va fatto?tac?ecografia?
Riacquistare l'uso della mano per me sarà davvero importante.
Vi ringrazio tantissimo per le risposte.
Alessia
[#1]
In genere dopo un intervento di osteosintesi di una falange i controlli clinici non possono finire con la rimozione della sutura. Mi sarei aspettato che avesse eseguito un controllo con rx a un mese dall'intervento, con prescrizione di riabilitazione mirata, da eseguire, almeno inizialmente, tutti i giorni, e poi successivamente controlli periodici per valutare l'evoluzione e modificare al bisogno le terapie fisiche. Impossibile dire a distanza quale sia la causa del gonfiore e della limitazione funzionale (callo osseo? tessuto cicatriziale? aderenze capsulo legamentosa? aderenze tendinee?), e quindi anche quale sia il trattamento appropriato. Il chirurgo della mano che La visiterà deciderà quali accertamenti siano necessari e poi, una volta visti anche questi, deciderà il da farsi. Questo è il percorso corretto, ancora 10 giorni e saprà qual è il quadro clinico specifico del Suo dito.
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
Umberto Donati, MD
www.ortopedicoabologna.it
[#3]
Utente
Gentilissimi Dottori,
ho eseguito visita di controllo il 25/03/16.
Il Dottore di Ortopedia dell'Ospedale che in teoria e in pratica aspettavo mi visitasse come si deve...ha esordito guardando i raggi confermandomi che l'osso è perfettamente guarito. Bene, questo già lo sapevo.
Gli ho spiegato che il dito lo muovo al 60% e ho bisogno di curarlo e guarire e capire dove sia il problema e cosa devo fare in tal senso.
Lo ha guardato 3 secondi, ha provato a chiudermi a pugno la mano e ovviamente non ci siamo riusciti e farmi riaprire la mano al massimo e anche l'estensione non avviene del tutto.
Il tendine sopra la frattura è come incollato e mi tira facendomi molto male se lo sforzo, sembra accorciato o appunto rimasto infiammato dalle miniviti. Sono intorpidita e il parziale controllo del dito.
Mi ha liquidato senza darmi spiegazioni, dicendomi che mi mette in lista di attesa per farmi rioperare, che probabilmente la colpa è delle miniviti e che ho subito una "tendinovite"/tendinite.
Io gli ho chiesto spiegazioni, chiarimenti, dribblava le mie domande stando sempre vago, dicendomi che non ha sicurezza che post secondo intervento la cosa si risolva ma non ha altre idee.
Sono rimasta allibita e sono molto delusa e arrabbiata per la superficialità con cui sono stata trattata.
Com'è possibile che non mi abbia prescritto ulteriori controlli per verificare lo stato dei tessuti molli del dito???
Voglio approfondire la cosa, per cui chiedo gentilmente a Voi Dottori quale esame strumentale fare per fare una foto al mio tendine per capire cosa sia successo nel dettaglio ed essere sicura sul tipo di intervento debba fare.
Ecografia o risonanza magnetica?
IN OGNI CASO ho deciso di cambiare ospedale se fosse necessaria davvero la seconda operazione visto il trattamento che mi è stato riservato.
Grazie mille per il Vs aiuto prezioso.
Cordiali saluti
Alessia
ho eseguito visita di controllo il 25/03/16.
Il Dottore di Ortopedia dell'Ospedale che in teoria e in pratica aspettavo mi visitasse come si deve...ha esordito guardando i raggi confermandomi che l'osso è perfettamente guarito. Bene, questo già lo sapevo.
Gli ho spiegato che il dito lo muovo al 60% e ho bisogno di curarlo e guarire e capire dove sia il problema e cosa devo fare in tal senso.
Lo ha guardato 3 secondi, ha provato a chiudermi a pugno la mano e ovviamente non ci siamo riusciti e farmi riaprire la mano al massimo e anche l'estensione non avviene del tutto.
Il tendine sopra la frattura è come incollato e mi tira facendomi molto male se lo sforzo, sembra accorciato o appunto rimasto infiammato dalle miniviti. Sono intorpidita e il parziale controllo del dito.
Mi ha liquidato senza darmi spiegazioni, dicendomi che mi mette in lista di attesa per farmi rioperare, che probabilmente la colpa è delle miniviti e che ho subito una "tendinovite"/tendinite.
Io gli ho chiesto spiegazioni, chiarimenti, dribblava le mie domande stando sempre vago, dicendomi che non ha sicurezza che post secondo intervento la cosa si risolva ma non ha altre idee.
Sono rimasta allibita e sono molto delusa e arrabbiata per la superficialità con cui sono stata trattata.
Com'è possibile che non mi abbia prescritto ulteriori controlli per verificare lo stato dei tessuti molli del dito???
Voglio approfondire la cosa, per cui chiedo gentilmente a Voi Dottori quale esame strumentale fare per fare una foto al mio tendine per capire cosa sia successo nel dettaglio ed essere sicura sul tipo di intervento debba fare.
Ecografia o risonanza magnetica?
IN OGNI CASO ho deciso di cambiare ospedale se fosse necessaria davvero la seconda operazione visto il trattamento che mi è stato riservato.
Grazie mille per il Vs aiuto prezioso.
Cordiali saluti
Alessia
[#4]
Per capire qual è il motivo per cui è residuata una limitazione funzionale in genere è sufficiente un attento esame clinico. È possibile che si siano formate delle aderenze tra tendine e callo osseo, per esempio, tuttavia non è facile evidenziarle con un esame strumentale. Le ricordo in ogni caso che qualsiasi accertamento radiologico non serve MAI al paziente, che ovviamente non ha gli strumenti per servirsene, ma serve SOLO ED ESCLUSIVAMENTE al medico che l'ha prescritto, e MAI "tanto per vedere se c'è qualcosa", ma SOLO ED ESCLUSIVAMENTE per confermare o escludere un'ipotesi diagnostica oppure per approfondire una diagnosi già fatta. È quindi lo specialista a decidere, dopo averLa interrogata, ascoltata e visitata, se e quale accertamento gli (=al medico) serva, e sarà lo stesso specialista a prendere visione dell'esame prescritto per completare la visita. Prima di cambiare ospedale per l'intervento, è bene accertare che sia "necessaria davvero la seconda operazione", acquisendo un secondo parere facendosi visitare da un ortopedico esperto in chirurgia della mano, che Le dirà anche se sia necessario uno specifico accertamento . Può trovare qui http://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/i-soci/mappa-soci-sicm.html (zoomando sulla mappa) gli Specialisti più vicini, anche se limitatamente a quelli iscritti alla Società, con indicate anche le strutture pubbliche presso le quali lavorano, oppure vedere qui i Centri di Riferimento per la Chirurgia della Mano. http://www.sicm.it/it/chirurghi-e-professionisti/centri/elenco-centri-mano-italia.html
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#5]
Utente
Grazie Dottore per il suo prezioso aiuto.
Mi sono recata presso la Chirurgia della MANO dell'Ospedale di Camposampiero (Pd) e ho eseguito visita con il Dott.Brunato Fabio.
Il Suo collega mi ha visitato con cura e attenzione. Pare si tratti di un aderenza del tendine al tessuto cicatriziale.
Il Dottore ha eseguito una serie di piccole infiltrazioni con un liquido composto da acqua,anestesia e bicarbonato.
Dice potrebbe essere una soluzione non invasiva per staccare l'aderenza.
Consiglia di non eseguire l'intervento al momento le viti non creano problemi.
Ho app.to con lui domani per la seconda infiltrazione.
Cosa ne pensa di questa tecnica?
Grazie mille.
Alessia
Mi sono recata presso la Chirurgia della MANO dell'Ospedale di Camposampiero (Pd) e ho eseguito visita con il Dott.Brunato Fabio.
Il Suo collega mi ha visitato con cura e attenzione. Pare si tratti di un aderenza del tendine al tessuto cicatriziale.
Il Dottore ha eseguito una serie di piccole infiltrazioni con un liquido composto da acqua,anestesia e bicarbonato.
Dice potrebbe essere una soluzione non invasiva per staccare l'aderenza.
Consiglia di non eseguire l'intervento al momento le viti non creano problemi.
Ho app.to con lui domani per la seconda infiltrazione.
Cosa ne pensa di questa tecnica?
Grazie mille.
Alessia
[#6]
Queste infiltrazioni hanno lo scopo di ricreare un piano di scorrimento fra tendine e osso. Per esprimere un parere su una terapia, visto che questa dipende strettamente dalla diagnosi, dovrei averLa visitata. Spero che sia arrivato il momento di risolvere finalmente il problema.
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
Cordiali saluti
Umberto Donati, MD
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 8.9k visite dal 14/03/2016.
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