Morbo di dupuytren

Buona sera sono affetto dal morbo di dupuytren da circa 20 anni ora ho 67 anni, in questo ultimo periodo nella mano dx il morbo è alla fase 1 , nella sx è fra la fase 0 e la 1. Per il momento non mi dà disturbi, vista la lentezza della evoluzione della malattia preferirei non intervenire anche se mi è stata consigliata la aponeurotomia.
La ringrazio molto per i consigli che potrà darmi.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signore,

se a dx dovesse notare un incremento della flessione del dito in un periodo relativamente breve (mesi), conviene provvedere.

Se invece resta stabile, può aspettare.

Buona serata.

Dr. Giorgio LECCESE

NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Buon giorno molte grazie dottor Leccese, il Suo consulto mi è stato molto utile.
Ma Lei cosa ne pensa dell'intervento con l'ago?
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
A mio parere, ha senso solo nelle forma avanzate, con dito molto flesso o quando ci siano rischi a fare l'intervento tradizionale.

Dato che lascia tutto il tessuto fibroso patologico in situ e si limita a consentire una certa estensione del dito, la recidiva è di norma scontata, quindi non va considerato come un intervento risolutivo, ma solo palliativo oppure come propedeutico all'aponevrosectomia palmare selettiva, che resta l'intervento principe.
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Attivo dal 2011 al 2014
Ex utente
Un'ultima domanda Dottore , la cura locale con Verapamil e Clobetazol associata alla vitaminoterapia E può essere utile?
Molte grazie per la Sua cortesia
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Personalmente la ritengo inutile.

Le uniche terapie concrete sono: l'intervento "tradizionale", quello con l'ago e quello con l'infiltrazione locale di collagenasi.

Questi ultimi due non possono essere considerati nè definitivi nè radicali, perche lasciano in sede palmare tutto il tessuto patologico tipico di questa malattia ereditaria.

Si tratta, in buona sostanza, di personalizzare il trattamento in base all'età e all'attività lavorativa (o sportiva o hobbistica) del paziente, alle sue aspettative circa le possibili recidive, circa il decorso post-operatorio, ecc.

Fondamentale anche lo stadio della malattia.