Esiti sub-amputazione indice sx
Buongiorno, ho bisogno di sentire un'altra opinione in merito alla mia situazione, che vi sto per esporre.
In data 14/12/2012 , al lavoro in falegnameria, ho subito la sub-amputazione del dito indice della mano sinistra all’altezza della metà superiore della 2° falange, per intenderci, una fresa mi ha asportato quasi completamente la falange centrale, lasciando intatta la falange ungueale, che è rimasta attaccata al dito per una piccola porzione di pelle.
Sono stato operato all’ospedale di Macerata da un ortopedico che mi ha riattaccato la falange ungueale sul moncone della seconda falange, praticando una artrodesi. A suo dire il tendine flessore della 2° falange era integro e una volta riabilitato avrei potuto piegarla almeno a 90 gradi rispetto alla 1° falange. Oltre al ferro per l’atrodesi delle due falangi mi è stata applicata una stecca per immobilizzare il dito. Il decorso è stato positivo, la vascolarizzazione buona, e dopo7 settimane mi è stata tolta la stecca, la settimana dopo mi hanno sfilato il ferro e mi hanno detto di iniziare a muovere le due falangi unite F2-F3 in maniera attiva e passiva, senza però mai forzare sulla giunzione delle stesse, ovviamente. La ferita è guarita bene e il gonfiore del dito è notevolmente diminuito, anche se è ancora piuttosto evidente, l’unghia cresce normalmente. Ora il dubbio che mi attanaglia è questo: al momento l’angolo tra la falange F1 e le falangi unite F2-F3 che riesco a raggiungere sia attivamente che passivamente è di circa 135 gradi, in pratica l’ampiezza del movimento è di circa 45 gradi; l’ortopedico crede che, col tempo, dovrei raggiungere i 90 gradi, recuperando una buona funzionalità, secondo Voi è possibile? Sono stato visitato anche dal Dott. Soragni, specialista in chirurgia della mano, che mi ha confermato come estremamente concreta questa possibilità. La parziale mobilità può essere dovuta al gonfiore. Qualora non dovesse migliorare è possibile intervenire successivamente?
Vi ringrazio di cuore per il tempo che Vorrete dedicarmi.
In data 14/12/2012 , al lavoro in falegnameria, ho subito la sub-amputazione del dito indice della mano sinistra all’altezza della metà superiore della 2° falange, per intenderci, una fresa mi ha asportato quasi completamente la falange centrale, lasciando intatta la falange ungueale, che è rimasta attaccata al dito per una piccola porzione di pelle.
Sono stato operato all’ospedale di Macerata da un ortopedico che mi ha riattaccato la falange ungueale sul moncone della seconda falange, praticando una artrodesi. A suo dire il tendine flessore della 2° falange era integro e una volta riabilitato avrei potuto piegarla almeno a 90 gradi rispetto alla 1° falange. Oltre al ferro per l’atrodesi delle due falangi mi è stata applicata una stecca per immobilizzare il dito. Il decorso è stato positivo, la vascolarizzazione buona, e dopo7 settimane mi è stata tolta la stecca, la settimana dopo mi hanno sfilato il ferro e mi hanno detto di iniziare a muovere le due falangi unite F2-F3 in maniera attiva e passiva, senza però mai forzare sulla giunzione delle stesse, ovviamente. La ferita è guarita bene e il gonfiore del dito è notevolmente diminuito, anche se è ancora piuttosto evidente, l’unghia cresce normalmente. Ora il dubbio che mi attanaglia è questo: al momento l’angolo tra la falange F1 e le falangi unite F2-F3 che riesco a raggiungere sia attivamente che passivamente è di circa 135 gradi, in pratica l’ampiezza del movimento è di circa 45 gradi; l’ortopedico crede che, col tempo, dovrei raggiungere i 90 gradi, recuperando una buona funzionalità, secondo Voi è possibile? Sono stato visitato anche dal Dott. Soragni, specialista in chirurgia della mano, che mi ha confermato come estremamente concreta questa possibilità. La parziale mobilità può essere dovuta al gonfiore. Qualora non dovesse migliorare è possibile intervenire successivamente?
Vi ringrazio di cuore per il tempo che Vorrete dedicarmi.
[#1]
Gentile Signore,
si, è possibile, ma deve fare di tutto per evitare un secondo intervento su un dito già traumatizzato, onde non incorrere in rischi su base vascolare.
Pertanto, deve intensificare al massimo la kinesiterapia.
Buona giornata.
si, è possibile, ma deve fare di tutto per evitare un secondo intervento su un dito già traumatizzato, onde non incorrere in rischi su base vascolare.
Pertanto, deve intensificare al massimo la kinesiterapia.
Buona giornata.
Dr. Giorgio LECCESE
NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
[#2]
Utente
Buongiorno Dr. Leccese, La ringrazio per la celere risposta.
Crede che sia meglio che mi rivolga ad un fisioterapista? Sia l'ortopedico che il chirurgo della mano mi hanno detto che non è strettamente necessario, visto che gli esercizi da fare sono estremamente semplici. Il dubbio che mi pongo è: quanto devo forzare una volta che sento che il dito è arrivato a "fine corsa"? Inoltre, quante ore al giorno di esercizi sono necessarie?
Spero di non aver approfittato troppo della Sua disponibilità.
Grazie ancora.
Buona giornata
Crede che sia meglio che mi rivolga ad un fisioterapista? Sia l'ortopedico che il chirurgo della mano mi hanno detto che non è strettamente necessario, visto che gli esercizi da fare sono estremamente semplici. Il dubbio che mi pongo è: quanto devo forzare una volta che sento che il dito è arrivato a "fine corsa"? Inoltre, quante ore al giorno di esercizi sono necessarie?
Spero di non aver approfittato troppo della Sua disponibilità.
Grazie ancora.
Buona giornata
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La cosa importante, quando è arrivato a fine corsa, è mantenere quel livello di flessione o di estensione con l'altra mano e, dopo uno o due minuti, cercare di continuare oltre, per poi mantenere nuovamente il nuovo livello raggiunto e così via.
Deve, in sostanza, allungare gradualmente capsula e legamenti che in tutto questo tempo si sono accorciati e hanno perso la loro caratteristica elasticità.
Può fare tutto da solo, purchè l'esercizio sia ripetuto almeno 3 volte al giorno e duro almeno 15-20 minuti ogni volta.
Deve, in sostanza, allungare gradualmente capsula e legamenti che in tutto questo tempo si sono accorciati e hanno perso la loro caratteristica elasticità.
Può fare tutto da solo, purchè l'esercizio sia ripetuto almeno 3 volte al giorno e duro almeno 15-20 minuti ogni volta.
[#4]
Utente
Dottore La ringrazio di cuore. Noto già dei miglioramenti, al termine della sessione di esercizi noto che l'ampiezza del movimento è aumentata. Al mattino però la ritrovo diminuita, è normale? Secondo la Sua esperienza qual è il tempo necessario, in casi simili, affinchè il dito si sgonfi e riprenda una funzionalità accettabile? A me hanno parlato di non meno di 6 mesi.
Grazie
Grazie
[#6]
Utente
Gentilissimo Dr. Leccese, mi scuso se torno ad annoiarLa con i miei problemi, ma vorrei avere la Sua autorevole opinione sulla mia situazione.
Da un mese sto svolgendo costantemente gli esercizi e devo ammettere che il movimento ha aumentato notevolmente la sua ampiezza, arrivando molto vicino ai 90 gradi, tutto questo, però, avviente solo quando mantengo bloccata la prima falange, o prossimale, come mi pare d'aver capito che si chiami. Quando non blocco con l'altra mano tale falange riesco, a malapena, a piegare le ultime due falangi di 30 gradi. Questo è normale? Il dito si sta sgonfiando molto lentamente ed il gonfiore residuo è localizzato per la maggior parte proprio all'altezza dell'articolazione che sto cercando di piegare, questo può incidere sulla mobilità di tale articolazione? Nella parte superiore di questa articolazione è come se ci fosse una piccola sfera, mentre nella parte sottostante c'è una zona molto dura. Diciamo che a livello di quella articolazione, a confronto con l'indice dx, ci sono almeno 4 mm in più.
Da un recente controllo radiografico risuta che l'adesione tra il moncone della falange intermedia e la falange distale sia a buon punto ma non ancora completo, è possibile che dopo 3 mesi i due pezzi di osso non siano ancora uniti? Il mio ortopedico dice che per le falangi ci vuole tempo a prescindere, inoltre in questo caso particolare il moncone presentava alcuni punti in cui la rettifica non era stata precisissima, quindi affinchè si riempiano certe zone ci vuole tempo e pazienza.
Capisco di aver scritto un poema epico, ma, se non Le rubo troppo tempo, gradirei una Sua opinione.
Da un mese sto svolgendo costantemente gli esercizi e devo ammettere che il movimento ha aumentato notevolmente la sua ampiezza, arrivando molto vicino ai 90 gradi, tutto questo, però, avviente solo quando mantengo bloccata la prima falange, o prossimale, come mi pare d'aver capito che si chiami. Quando non blocco con l'altra mano tale falange riesco, a malapena, a piegare le ultime due falangi di 30 gradi. Questo è normale? Il dito si sta sgonfiando molto lentamente ed il gonfiore residuo è localizzato per la maggior parte proprio all'altezza dell'articolazione che sto cercando di piegare, questo può incidere sulla mobilità di tale articolazione? Nella parte superiore di questa articolazione è come se ci fosse una piccola sfera, mentre nella parte sottostante c'è una zona molto dura. Diciamo che a livello di quella articolazione, a confronto con l'indice dx, ci sono almeno 4 mm in più.
Da un recente controllo radiografico risuta che l'adesione tra il moncone della falange intermedia e la falange distale sia a buon punto ma non ancora completo, è possibile che dopo 3 mesi i due pezzi di osso non siano ancora uniti? Il mio ortopedico dice che per le falangi ci vuole tempo a prescindere, inoltre in questo caso particolare il moncone presentava alcuni punti in cui la rettifica non era stata precisissima, quindi affinchè si riempiano certe zone ci vuole tempo e pazienza.
Capisco di aver scritto un poema epico, ma, se non Le rubo troppo tempo, gradirei una Sua opinione.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 8.7k visite dal 15/02/2013.
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