Subamputazione del pollice mano dx

Buongiorno dottore,
sono un ragazzo di 23 anni, in data 04/04/2011 ho subito una subamputazione del pollice della mano dx (trauma da spacca legna), l'esito del P.S. è stato il seguente: frattura completa del 3° medio della falange prossimale del 1° raggio con accavallamento dei monconi e lesione completa del peduncolo neurovascolare ulnare. Sono stato trasferito in un altro ospedale dove sono stato operato e mi sono stati inseriti 2 fili di K per rimettere in sede la frattura (questi mi uscivano dall'ultima falange del dito, sopra l'articolazione).
Dopo 40 giorni sono stati rimossi i fili ed ho iniziato la riabilitazione; ad oggi, dopo circa 1 mese di riabilitazione, non riesco a muovere l'ultima falange del dito; sia il chirurgo che la fisioterapista mi dicono che è ancora presto per giudicare la guarigione e che la cicatrice ( circolare su quasi tutto il dito) inpedisce lo scorrimento dei tendini.
La mia sensazione è che l'articolazione si sia "bloccata, incollata" con l'iserimento dei fili di K; inoltre questa al tatto si presanta come se sull'osso si fosse formato un "gnocco", a formare delle aderenze, e quando la fisioterapista cerca di raddrizzarlo, io ho la sensazione che l'articolazione sia arrivata al limite del movimento e si blocca, sento proprio un impedimento osseo.
La mia domanda è: queste aderenze si possono risolvere chirurgicamente? che conseguenze puo avere il lasciar trascorrere dei mesi ( il prossimo controllo con il chirurgo ce l'ho a settembre)?
La ringrazio per la sua attenzione e mi scuso per il linguaggio poco tecnico.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signore,

i fili di K. non possono aver bloccato l'articolazione, ma è il tipo di trauma, oltre all'immobilizzazione, che hanno creato la rigidità.

L'unica cosa che ora può fare è proseguire con la kinesiterapia, per cercare, con molta pazienza, di sbloccare l'articolazione.

Può essere che non riesca a mobilizzarla completamente: molto dipende anche dalle attuali condizioni dell'articolazione (io non ho modo di saperlo).

Il movimento, oltre che dal fisioterapista, deve essere continuato da lei più volte al giorno.

Cordiali saluti.

Dr. Giorgio LECCESE

NB: il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale

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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
La ringrazio Dottore per la sua risposta e per la sua tempestivita.
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Dottore volevo porLe delle altre domande riguardanti il mio trauma.
Noto che il polpastrello del dito è come un po "raggrinzito" come se non ci fosse la giusta circolazione di sangue.
Secondo Lei la cosa migliorerà in futuro?
Possono influire sulla circolazione del sangue la frattura non ancora saldata e le aderenze cicatriziali?
Inoltre secondo Lei ritiene corretto in questa situazione l'utilizzo della tecarterapia e degli ultrasuini?
La ringrazio anticipatamente per la Sua risposta.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Non posso entrare nel merito di terapie già prescritte da altri Colleghi.

L'aspetto del dito migliorerà con il tempo.

Cordiali saluti.
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Salve Dottore,
torno a scriverLe perchè volevo porle delle altre domande; la scorsa settimana ho finito la riabilitazione e la dottoressa del centro che mi seguiva mi ha detto che secondo lei quello che c'era da recuperare è stato recuperato e continuare sarebbe uno spreco di risorse, e se voglio recuperare una maggiore mobilità dell'ultima falange bisogna intervenire chirurgicamente per "liberare" le aderenze e l'articolazione.
La riabilitazione comincerebbe 24 ore dopo l'intervento e si correrebbe il rischio di infezione e di sanguinameno.
L'ultima falange del dito ha un attaggiamento di flessione verso l'interno della mano e utilizzandolo riesco a recuperare qualche grado verso l'estensione.
La mia domanda è la seguente: con l'intervento c'è il rischio che perda ulteriore mobilità se questo non andasse a buon fine?
Un altro intervento chirurgico non comporterebbe unteriori aderenze?
Come tempistaca bisognerebbe farlo il prima possibile o si può intervenire anche in un secondo momento?
La ringrazio anticipatamente per la Sua risposta.
Cordiali saluti.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Al momento, quello che conta è mantenere una mobilità passiva delle articolazioni rigide.

Se questo viene fatto, l'intervento di lisi delle aderenze può essere fatto anche in seguito.

Come le ha già detto la Collega, iniziare una mobilizzazione precocissima dopo l'intervento, serve proprio a prevenire il formarsi di nuove e indesiderate aderenze.

Buona notte.
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Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Salve Dottore,
volevo il Suo parere riguardo a quanto mi hanno detto dei suoi colleghi.
Oggi ho fatto una visita da un chirurgo della mano per chiedergli cosa si potesse fare per il dito, esso ha concluso la visita proponendomi un intervento per liberare le aderenze e intevenire sul tendine andandolo ad accorciare facendogli delle "pences" (ha usato questo termine qui).
Mi ha detto che mi sarebbe stato inserito un filo di K per tenere in estensione l'articolazione, prospettandomi di tenerlo 10 giorni, la mia domanda è: ma non muovendo il dito per tutto quel tempo non si riformano le aderenze?
(la fisioterapista che mi ha seguito mi disse che la mobilitazione andrebbe iniziata 24 ore dopo l'intervento per non vanificarlo e trovarsi punto a capo).
Inoltre mi ha detto che andrei a recuperare quei pochi gradi di movimento passivo che ora ho in quanto l'articolazione è stata lussata e non si riesce ad andare oltre, quello che io non capisco (premetto che sono totalmente ignorante in materia di medicina e chirurgia) come mai abbia perso il movimento dell'ultima falange se il trauma non è avvenuto su di essa ma a ridosso anche se questa non è stata danneggiata.
Capisco la Sua difficoltà nell'esprimere un parere con le poche informazioni che ha e soprattuto senza aver visto delle radiografie.
La ringrazio anticipatamente per il Suo parere e per il servizio che svolge.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
L'unico specialista in Chirurgia della Mano di Chieti che è presente sul sito della Società Italiana di C.M. è:

http://www.sicm.it/regioni_soci.html?sigla=%28CH%29&re=1

Buona giornata.
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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Mi scuso per il post precedente, ma si trattava della risposta ad un altro utente...

Purtroppo, non posso inserirmi in una proposta terapeutica di un altro Collega, soprattutto se si tratta di modificarla.

Come le dicevo in precedenza, attualmente, la cosa veramente importante è mantenere la mobilità passiva di tutte le articolazioni coinvolte al massimo livello possibile.

In seguito, si potrà fare la lisi delle aderenze tendinee, non c'è alcuna fretta.

Fare una tenolisi con articolazioni parzialmente rigide, al contrario, fa rischiare un peggioramento delle rigidità e quindi un nuovo blocco dei tendini.

E' chiaro che qualsiasi tenolisi che non si accompagni ad una mobilizzazione immediata, o perlomeno molto precoce (pochi giorni), è destinata verosimilmente a fallire.

Buona giornata.
[#10]
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Buongiorno Dottore,

innanzi tutto vorrei ringraziarla perchè mi ha dato molte più risposte Lei del chirurgo che mi ha visitato (la sua mi è sembrata una operazione "commerciale"e quindi sono molto dubbioso se operarmi).

Ho fatto una ecografia al tendine estensore con il seguente esito: "a livello del primo raggio della mano destra in corrispondenza del versante dorsale della 1° falange si reperta spessa ganga ad aspetto fibrotico che si addossa e avvolge con significato cicatriziale post-traumatico il tendine estensore che non presenta peraltro interruzione della sua continuità"
Le radiografie hanno evidenziato una sinuosità dell'osso.

Mi è stato detto che il movimento dell'articolazione è limitato a causa della sublussazione.
Nelle attivita quotidiane e lavorative (lavoro come elettricista e maccanico in una azienda metalmeccanica) provo dolore, senso di forzatura all'interno dell'articolazione che scompaiono se non utilizzo il dito.

Volevo sapere se questi sintomi scompiriranno con il tempo? Oppure con l'intervento propostomi?
La sublussazione è irreversibile?

Per darle una visione più completa della situazione c'è la possibilità di inviarLe delle foto delle radriografie?

Mi scuso se sono ripetitivo ma penso capirà, vorrei valutare attentamente prima di sottopormi ad una operazione.

Grazie ancora.





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Dr. Giorgio Leccese Chirurgo generale, Chirurgo della mano 9.7k 317
Gentile Signore,

il dolore durante l'uso del dito potrebbe dipendere dalla parziale rigidità dell'articolazione (la sublussazione è attualmente irreversibile), ma anche dalla lesione del nervo collaterale digitale ulnare (che presumo sia stato riparato, ma che potrebbe aver creato un "neuroma" doloroso), oppure da entrambe le cose.

Nonostante la sublussazione, probabilmente si potrebbe ancora guadagnare qualcosa con la kinesi-terapia effettuata giornalmente, almeno 3 volte al giorno (la mia e.mail è: g.leccese@katamail.com).

Buona domenica.