L'indomani mattina non riuscivo a muovere il polso ed in via precauzionale sono andato al ps del

Buongiorno a tutti, mi chiamo Piero e sono residente a Torino. Vi disturbo per chidere un Vs. parere al mio caso.
La sera dell'11/02/2010, in seguito ad una banale caduta, mi sono procurato la frattura allo scafoide del polso sx. In modo un po' innaturale ho caricato tutto il peso del corpo e delle due borse che portavo a spalla sul polso sx, ho sentito immediatamente una fitta ma per tutta la sera ho continuato ad usare la mano leggermente indolenzita. L'indomani mattina non riuscivo a muovere il polso ed in via precauzionale sono andato al PS del CTO di Torino dove mi facevano i raggi e mi diagnosticavano la frattura. Il dottore mi faceva applicare un gesso con pollice, gomito fino a sotto all'ascella inclusi. Il protocollo consigliato è stato: 40 gg di gesso, poi RX e possibili altri 90 gg di gesso ma solo dall'avambraccio, e se non va a posto intervento (senza spiegarmi che tipo di intervento).
Una volta a casa, ho fatto parecchie ricerche in merito e ho capito che, questo ossicino ribattezzato come "schifoide" dagli stessi dottori, sono incappato in un problema rognoso, che può portare potenzialmente, con tutti i limiti del caso, ad un calvario.
Dunque vi chiedevo appunto, siccome ora ho il gesso (il dolore a distanza di 10 gg è quasi scomparso, solo qualche piccola fitta) e 40 gg me li devo fare, il 23/3 quando farò nuovamente delle lastre e saprò a che punto sono: se mi consigliano la seconda fase di ulteriori 90gg di gesso posso chiedere di fare subito l'intervento della vite di Hebert o innesto osseo (non mi piace il discorso della protesi visto che la frattura dovrebbe essere di tipo composto) visto e considerato che non posso permettermi di fermarmi ulteriori 90 gg per il lavoro (e comunque sarebbero insopportabili) e considerato che potrebbe non essere sufficiente?
Nel prossimo post Vi invio anche le immagini dei RX del polso.
Vi ringrazio per un Vs. consiglio e per aiutarmi a capire cosa fare nel prossimo futuro per tentare di guarire "bene" e nel miglior modo possibile in termini di tempo.
Cordiali saluti.
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Dr. Giuseppe Internullo Ortopedico, Chirurgo della mano 780 25
Guardi il trattamento può essere chirurgico o non. L'indicazione al trattamento chirurgico va data in base al quadro radiografico e alle eventuali necessità del paziente a riprendere prima possibile la propria attività professionale.

Dr. Giuseppe  INTERNULLO
www.chirurgiadellamanocatania.com

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Utente
Utente
Intanto La ringrazio molto per la risposta.

Allego gli RX

http://img535.imageshack.us/img535/3453/11piero6101.jpg

http://img707.imageshack.us/img707/1690/10piero609.jpg

Si vede bene la frattura?
Si riesce a capire se è cronico (pseudoartrosoi) visto che prima di questo trauma ogni tanto da anni sentivo delle fitte senza ulteriori dolori e/o conseguenze?

L'indicazione dopo questi 40 gg, se tutto fosse rimasto invariato, mi piacerebbe che mi venisse data in base alla perfetta guarigione dello scafoide, considerando che, l'intervento con la vite di Hebert per esempio, consta di mezza giornata di degenza e 20 gg di bloccaggio con guarigione definitiva (da quello che ho letto).
Per cui mi chiedevo che cosa poteva impedire e quali sono gli aspetti negativi di un intervento come quello della vite, rispetto ad un'ulteriore immobilizzazione di altri 3 mesi e poi non essere sicuri che vada a posto, oltre ovviamente al fatto di riprendere la vita normale e professionale in tempi molto più brevi.
Vi ringrazio ancora per ulteriori pareri.
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Dr. Giuseppe Internullo Ortopedico, Chirurgo della mano 780 25
una frattura si indica e si considera in pseudoartrosi quando sono passati 6-7 mesi dal trauma come minimo. Ora la sua è una semplice frattura che può essere trattata in un modo o nell'altrocome già scritto.