Ischemia intestinale
Buon giorno dottore,
avrei gentilmente bisogno di un parere in merito alla situazione clinica di mio padre, 68 anni.
È da diversi anni che soffre di una arteriosclerosi grave, che lo hanno portato ad avere diversi interventi per arterie ostruite alle gambe. In più soffre di una forte anemia, sine causa, che lo porta regolarmente ad essere ricoverato e a ricevere trasfusioni di sangue. In aggiunta è un forte fumatore.
Nell’ultimo anno i sintomi sono peggiorati, fino a portarlo ad avere forti dolori al petto che però i medici non hanno mai potuto ricondurre a problemi cardiaci.
19 giorni fa mio padre si è nuovamente sentito male e questa volta, ringraziando la prontezza del medico d’urgenza dell’ambulanza è stato portato in un altro ospedale invece che in quello dove è in cura, dove vista la gravità lo hanno trasportato in ancora un altro ospedale specializzato.
Diagnosi: operato d’urgenza per coronaria destra ostruita con conseguenti tre bypass.
Tutto fila liscio, si riprende e dopo 5 gg riesce già a fare qualche debole passo dal letto alla sedia. Quella notte iniziano nuovamente dolori alla pancia (dolori che ha più volte riferito nei mesi passati ai medici nel nostro ospedale, ma che non hanno mai dato nessun esito).
La mattina va in sala operatoria per accertamenti e ne esce con la diagnosi di ischemia intestinale. Per noi una doccia fredda.
Ne segue l’asportazione di tutto l’intestino tenue e sepsi. Dopo qualche giorno la sepsi sembra essere superata e il minore dei problemi, ma il suo cuore ora, dicono, ha perso il ritmo ed è debole.
Ieri finalmente, dopo 6 giorni, hanno richiuso l’addome e tolto la spugna che avevano lasciato.
Nessuno si sbilancia a darci una qualche prognosi. Sappiamo che è in pericolo di vita, ma non riusciamo a capire per quanto tempo ancora dobbiamo avere paura di perderlo.
Quando in questi casi un paziente si ritiene fuori pericolo? A quali rischi ancora va incontro? Cosa aspettarsi?
So che senza precisi dati diagnostici non potete dare risposte certe, ma ogni risposta è benaccetta.
avrei gentilmente bisogno di un parere in merito alla situazione clinica di mio padre, 68 anni.
È da diversi anni che soffre di una arteriosclerosi grave, che lo hanno portato ad avere diversi interventi per arterie ostruite alle gambe. In più soffre di una forte anemia, sine causa, che lo porta regolarmente ad essere ricoverato e a ricevere trasfusioni di sangue. In aggiunta è un forte fumatore.
Nell’ultimo anno i sintomi sono peggiorati, fino a portarlo ad avere forti dolori al petto che però i medici non hanno mai potuto ricondurre a problemi cardiaci.
19 giorni fa mio padre si è nuovamente sentito male e questa volta, ringraziando la prontezza del medico d’urgenza dell’ambulanza è stato portato in un altro ospedale invece che in quello dove è in cura, dove vista la gravità lo hanno trasportato in ancora un altro ospedale specializzato.
Diagnosi: operato d’urgenza per coronaria destra ostruita con conseguenti tre bypass.
Tutto fila liscio, si riprende e dopo 5 gg riesce già a fare qualche debole passo dal letto alla sedia. Quella notte iniziano nuovamente dolori alla pancia (dolori che ha più volte riferito nei mesi passati ai medici nel nostro ospedale, ma che non hanno mai dato nessun esito).
La mattina va in sala operatoria per accertamenti e ne esce con la diagnosi di ischemia intestinale. Per noi una doccia fredda.
Ne segue l’asportazione di tutto l’intestino tenue e sepsi. Dopo qualche giorno la sepsi sembra essere superata e il minore dei problemi, ma il suo cuore ora, dicono, ha perso il ritmo ed è debole.
Ieri finalmente, dopo 6 giorni, hanno richiuso l’addome e tolto la spugna che avevano lasciato.
Nessuno si sbilancia a darci una qualche prognosi. Sappiamo che è in pericolo di vita, ma non riusciamo a capire per quanto tempo ancora dobbiamo avere paura di perderlo.
Quando in questi casi un paziente si ritiene fuori pericolo? A quali rischi ancora va incontro? Cosa aspettarsi?
So che senza precisi dati diagnostici non potete dare risposte certe, ma ogni risposta è benaccetta.
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Gentilissima, mi disposti e per la grave situazione in cui versa suo padre ma, come può intuire, è impossibile esprimere via web un parere sulla prognosi. Solo i curanti, con una attenta e continua valutazione, possono esprimersi. Ovviamente la situazione è molto delicata.
Cordialmente
Cordialmente
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.1k visite dal 29/05/2019.
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