Lesione vegetante del sigma
In agosto 2017 viene diagnosticato a mia madre, tramite uro-tac e pielo-rm, un tumore delle pelvi renali (rene sx). A settembre 2017 subisce una nefroureterctomia. Sempre a settembre, dopo l'operazione mentre era ancora ricoverata, la tac evidenzia in sede pelvica una formazione ipodensa di 5 cm, riferibile a raccolta in fase di organizzazione. Ci dicono che si sarebbe riassorbita.
L'istologico sembra incoraggiante T1N0Mx
A)Sezioni di uretereintramurale sx esenti da neoplasia
B)Sezione di uretere esente da neoplasia
C)Sette linfonodi paraortici sx esenti da neoplasia
D)Rene sede di carcinoma a cellule uroteliali di alto grado G2/3 sec. la WKO, con focolai di infiltrazione della lamina propria. Strutture ilari indenni.
La consulenza oncologica non indica la necessità di terapie e prescrive il follow up a sei mesi con tac total body. Chiediamo però una nuova consulenza oncologica in un importante centro. L'oncologo ritiene che l'esame istologico sia buono e che sia necessario solamente che mia madre sia seguita da un urologo. Le prescrive una tac-pet che viene effettuatal a novembre 2017. La pet evidenzia captazione in corrispondenza della formazione ipodensa in emipelvi di sx già evidenzita nella tac successiva all'intervento (stesse dimensioni). L'urologo è certo che si tratti della raccolta (stessa sede, stesse dimensioni). A gennaio 2018 viene effettuata una ecografia pelvica e transvaginale, la quale non evidenzia nulla tranne la raccolta fluida laterale che pare si stia riassoberndo (2,5 com anziché 5cm).
A febbraio 2018 la cistoscopia non rileva nulla. Mia madre continua però ad avere i fastidi legati alla raccolta che ad aprile 2018 si intensificano. L'urologo la visita e le prescrive una tac total body, la quale evidenzia una formazione prevalentemente solida di 7cm a livello della fossa iliaca sx, adagiata sul muscolo iliaco-psoas che ingloba il colon all'altezza del sigma. Il radiologo confronta la tac con quella precedente all'intervento e con quella fatta subito dopo e ritiene non possa trattarsi di un tumore, ipotizzando che si tratti di una massa di tipo infiammatorio, evoluzione della precedente raccolta.
Arriviamo alla colonscopia di maggio 2018 che indica una eteroformazione substenosante del sigma. L'esame istologico della biopsia recita "frammenti di mucosa del grosso intestino sede di infiltrazione da parte di neoplasia, in prima ipotesi e in considerazione della storia clinica, ad origine uroteliale". Durante l'esame istologico mi hanno richiesto l'istologico dell'intevento perché non riuscivano ad identificare il tipo cellulare.
Come è possibile ritrovarsi una massa di ben 7 cm senza che nessuno l'abbia vista prima, nonostante tutti questi esami?
L'istologico sembra incoraggiante T1N0Mx
A)Sezioni di uretereintramurale sx esenti da neoplasia
B)Sezione di uretere esente da neoplasia
C)Sette linfonodi paraortici sx esenti da neoplasia
D)Rene sede di carcinoma a cellule uroteliali di alto grado G2/3 sec. la WKO, con focolai di infiltrazione della lamina propria. Strutture ilari indenni.
La consulenza oncologica non indica la necessità di terapie e prescrive il follow up a sei mesi con tac total body. Chiediamo però una nuova consulenza oncologica in un importante centro. L'oncologo ritiene che l'esame istologico sia buono e che sia necessario solamente che mia madre sia seguita da un urologo. Le prescrive una tac-pet che viene effettuatal a novembre 2017. La pet evidenzia captazione in corrispondenza della formazione ipodensa in emipelvi di sx già evidenzita nella tac successiva all'intervento (stesse dimensioni). L'urologo è certo che si tratti della raccolta (stessa sede, stesse dimensioni). A gennaio 2018 viene effettuata una ecografia pelvica e transvaginale, la quale non evidenzia nulla tranne la raccolta fluida laterale che pare si stia riassoberndo (2,5 com anziché 5cm).
A febbraio 2018 la cistoscopia non rileva nulla. Mia madre continua però ad avere i fastidi legati alla raccolta che ad aprile 2018 si intensificano. L'urologo la visita e le prescrive una tac total body, la quale evidenzia una formazione prevalentemente solida di 7cm a livello della fossa iliaca sx, adagiata sul muscolo iliaco-psoas che ingloba il colon all'altezza del sigma. Il radiologo confronta la tac con quella precedente all'intervento e con quella fatta subito dopo e ritiene non possa trattarsi di un tumore, ipotizzando che si tratti di una massa di tipo infiammatorio, evoluzione della precedente raccolta.
Arriviamo alla colonscopia di maggio 2018 che indica una eteroformazione substenosante del sigma. L'esame istologico della biopsia recita "frammenti di mucosa del grosso intestino sede di infiltrazione da parte di neoplasia, in prima ipotesi e in considerazione della storia clinica, ad origine uroteliale". Durante l'esame istologico mi hanno richiesto l'istologico dell'intevento perché non riuscivano ad identificare il tipo cellulare.
Come è possibile ritrovarsi una massa di ben 7 cm senza che nessuno l'abbia vista prima, nonostante tutti questi esami?
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E' difficile rispondere (soprattutto via web) e bisognerebbe valutare attentamente tutti i referti per capire quanto accaduto.
Cordialmente
Cordialmente
Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 25/05/2018.
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