Complicanze a seguito di colecistectomia
Buonasera,
Scrivo in quanto al momento nutro serie preoccupazioni nei confronti di mio padre di 63 anni e nonostante i vari consulti non siamo ancora riusciti a trovare chi possa aiutarci.
Mio padre ha sofferto per diversi anni di sabbia biliare che nel 2015 ha portato alla formazione di calcoli con conseguenti e sempre più frequenti coliche biliari. Dopo ripetute insistenze ed un'analisi del sangue allarmante (tra gli altri valori una gammaGT di circa 1600) si convince a sottoporsi ad intervento di colecistectomia laparoscopica che presenta però complicanze a causa di calcoli nel dotto biliare seppur evidenziati nella colangioRM effettuata 5 giorni prima. Piuttosto che convertire l'intervento il chirurgo decide di continuare praticando un taglio longitudinale sul dotto del coledoco per rimuovere ogni calcolo laparoscopicamente. Il drenaggio a caduta raccoglie circa 600 cc/die per 6 giorni finché non decidono di praticare CPRE con inserimento di uno stent. Dopo un mese, alla rimozione, vengono posizionati questa volta ben due stent di 9cm uno accanto all'altro per stenosi biliare evidentemente peggiorata. Nel mese di settembre (a meno di 60 gg dall'ultimo posizionamento) mio padre ha episodi ricorrenti di febbre fino a 40° con brivido scuotente e dolore a barra a livello epigastrico. Sospettano una colangite avvalorata anche da livelli di gammaGT di circa 300 e PCR pari a 1.40. Si sottopone a CPRE per la terza ed ultima volta con la raccomandazione di tenere sotto controllo la stenosi ancora presente ma tollerabile. Le analisi del sangue ripetute mensilmente iniziano a rientrare nei limiti ma l'ecografia epatica del 28/12/2016 presenta una stenosi con una riduzione del lume giunto a 4 mm. Ripete le analisi il 16/02/17 dopo 4 giorni circa da un nuovo episodio di febbre e dolori, e i valori fuori range sono i seguenti:
RBC: 4,34
MCH: 33,14
Neutrofili: 49,20%
GOT: 135
GPT: 234
GAMMA GT: 609
Riporto altri valori sempre stati alti ma rientrati dopo l’ultimo intervento:
Bilirubina TOTALE: 0,91
Bilirubina diretta: 0,30
Amilasi: 49
Lipasi: 51
Il suo medico di base gastroenterologo suggerisce la probabile presenza di un’epatite acuta per cui prescrive le analisi dei vari antigeni che risultano negativi e consiglia a mio padre il ricovero presso una struttura non per un nuovo intervento chirurgico quanto per una ricostituzione terapeutica e fisica.
Faccio presente che a seguito della colecistectomia mio padre ha continuato ad avere fitte persistenti all'addome senza miglioramenti, motivo per cui pensavamo ad una possibile pancreatite.
Abbiamo sempre pensato che il chirurgo abbia sottovalutato ogni nostra comunicazione di sintomi anomali e valori alterati e dunque ora non abbiamo più ben chiaro a chi rivolgerci. Mi scuso per essermi dilungata, spero di ricevere qualche rassicurazione in merito.
Cordiali saluti
Scrivo in quanto al momento nutro serie preoccupazioni nei confronti di mio padre di 63 anni e nonostante i vari consulti non siamo ancora riusciti a trovare chi possa aiutarci.
Mio padre ha sofferto per diversi anni di sabbia biliare che nel 2015 ha portato alla formazione di calcoli con conseguenti e sempre più frequenti coliche biliari. Dopo ripetute insistenze ed un'analisi del sangue allarmante (tra gli altri valori una gammaGT di circa 1600) si convince a sottoporsi ad intervento di colecistectomia laparoscopica che presenta però complicanze a causa di calcoli nel dotto biliare seppur evidenziati nella colangioRM effettuata 5 giorni prima. Piuttosto che convertire l'intervento il chirurgo decide di continuare praticando un taglio longitudinale sul dotto del coledoco per rimuovere ogni calcolo laparoscopicamente. Il drenaggio a caduta raccoglie circa 600 cc/die per 6 giorni finché non decidono di praticare CPRE con inserimento di uno stent. Dopo un mese, alla rimozione, vengono posizionati questa volta ben due stent di 9cm uno accanto all'altro per stenosi biliare evidentemente peggiorata. Nel mese di settembre (a meno di 60 gg dall'ultimo posizionamento) mio padre ha episodi ricorrenti di febbre fino a 40° con brivido scuotente e dolore a barra a livello epigastrico. Sospettano una colangite avvalorata anche da livelli di gammaGT di circa 300 e PCR pari a 1.40. Si sottopone a CPRE per la terza ed ultima volta con la raccomandazione di tenere sotto controllo la stenosi ancora presente ma tollerabile. Le analisi del sangue ripetute mensilmente iniziano a rientrare nei limiti ma l'ecografia epatica del 28/12/2016 presenta una stenosi con una riduzione del lume giunto a 4 mm. Ripete le analisi il 16/02/17 dopo 4 giorni circa da un nuovo episodio di febbre e dolori, e i valori fuori range sono i seguenti:
RBC: 4,34
MCH: 33,14
Neutrofili: 49,20%
GOT: 135
GPT: 234
GAMMA GT: 609
Riporto altri valori sempre stati alti ma rientrati dopo l’ultimo intervento:
Bilirubina TOTALE: 0,91
Bilirubina diretta: 0,30
Amilasi: 49
Lipasi: 51
Il suo medico di base gastroenterologo suggerisce la probabile presenza di un’epatite acuta per cui prescrive le analisi dei vari antigeni che risultano negativi e consiglia a mio padre il ricovero presso una struttura non per un nuovo intervento chirurgico quanto per una ricostituzione terapeutica e fisica.
Faccio presente che a seguito della colecistectomia mio padre ha continuato ad avere fitte persistenti all'addome senza miglioramenti, motivo per cui pensavamo ad una possibile pancreatite.
Abbiamo sempre pensato che il chirurgo abbia sottovalutato ogni nostra comunicazione di sintomi anomali e valori alterati e dunque ora non abbiamo più ben chiaro a chi rivolgerci. Mi scuso per essermi dilungata, spero di ricevere qualche rassicurazione in merito.
Cordiali saluti
[#1]
Gentile signore il papà ha una stenosi della via biliare (4 mm) in evoluzione e le febbri sono da colangite. La situazione è destinata a peggiorare. Non ci sono segni di epatite ma di infezione delle vie biliari da restringimento del coledoco. Il papà deve essere visto da un chirurgo e deve essere rifatta rapidamente una CPRE per controllare la situazione e se possibile mettere nuovamente le protesi per allargare il più possibile la via biliare. Se la cosa non viene risolta rapidamente il papà dovrà essere rioperato per attaccare la via biliare ad una ansa intestinale. Mi raccomando non faccia passare altro tempo.
Cari saluti
Gerunda
Cari saluti
Gerunda
Prof.Giorgio Enrico Gerunda Professore Ordinario di Chirurgia Generale Università di Modena e Reggio Emilia
[#2]
Utente
Buonasera Professore,
La ringrazio per la Sua risposta seppur abbastanza preoccupante. Abbiamo visto un nuovo chirurgo raccomandatoci per la grande esperienza nella giornata di giovedì 23 che ha affermato che febbre e dolori,purché non troppo frequenti (2-3 volte l'anno) sono compatibili con un decorso postoperatorio nella norma anche se non consueto. Riconduce i dolori a "piccole colangiti" per cui non dovremmo darci troppa pena, ed anche ad un'ernia inguinale di cui non eravamo al corrente. Consiglia di assumere DEURSIL per fluidificare la bile ed evitare la risalita di batteri lungo il coledoco, la ColangioRM solo se gli episodi febbrili diventeranno ricorrenti in quanto un lume biliare fino a 3 mm può essere considerato accettabile, e di ripetere le analisi ematiche mensilmente. Ci saluta rassicurandoci e considerandoci eccessivamente ansiosi, e a questo punto non sappiamo più cosa pensare.
La ringrazio per la Sua risposta seppur abbastanza preoccupante. Abbiamo visto un nuovo chirurgo raccomandatoci per la grande esperienza nella giornata di giovedì 23 che ha affermato che febbre e dolori,purché non troppo frequenti (2-3 volte l'anno) sono compatibili con un decorso postoperatorio nella norma anche se non consueto. Riconduce i dolori a "piccole colangiti" per cui non dovremmo darci troppa pena, ed anche ad un'ernia inguinale di cui non eravamo al corrente. Consiglia di assumere DEURSIL per fluidificare la bile ed evitare la risalita di batteri lungo il coledoco, la ColangioRM solo se gli episodi febbrili diventeranno ricorrenti in quanto un lume biliare fino a 3 mm può essere considerato accettabile, e di ripetere le analisi ematiche mensilmente. Ci saluta rassicurandoci e considerandoci eccessivamente ansiosi, e a questo punto non sappiamo più cosa pensare.
[#3]
Gentile signora mi occupo di queste patologie da oltre 40 anni e le assicuro che la situazione non è normale ma pericolosa. se desidera le consiglio uno o più chirurghi a Roma che possono occuparsi del problema. Ma non lasci perdere assolutamente. Non si tratta di ansia ma di una patologia progressiva. Cari saluti
gerunda
gerunda
[#4]
Utente
Certamente, se potesse fornirci il contatto di qualche chirurgo affidabile Le saremmo davvero grati. Le chiedo inoltre se nella Sua opinione sarebbe opportuna una visita anche ad un epatologo che possa seguire il tutto in maniera continuativa, e se anche in questo caso abbia delle Sue conoscenze.
Mi sono iscritta da poco e nel caso di invio di contatti non so esattamente come procedere, ma confido nella Sua disponibilità e La ringrazio.
Mi sono iscritta da poco e nel caso di invio di contatti non so esattamente come procedere, ma confido nella Sua disponibilità e La ringrazio.
[#5]
gentile signora può contattare a nome mio se vuole il Prof. Giuseppe Tisone dipartimento chirurgico presso l'università di tor vergata (tisone@med.uniroma2.it), oppure il Prof. Pasquale Bertocco alla Clinica Chirurgica del Policlinico. Queste persone sono sicuramente il meglio a Roma e può andare a nome mio senza problemi. cari saluti
gerunda
gerunda
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 7.9k visite dal 20/02/2017.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.