Colecistite e rettocolite ulcerosa e laparocele
Salve.
Sono un paziente che dal 1992 è affetto da rettocolite ulcerosa sempre curata con asacol e cortisone.
Altre mie patologie sono Vitiligine dal 1984 e Lichen Scleroatrofico dal 1995.
Attualmente sono in fase attiva con la RCU dal luglio 2012.
Dieci giorni fa vado in pronto soccorso con dolori al petto e vengo ricoverato con diagnosi di colecistite acuta senza compromissione pancreatica.
La colangiografia rivela colecisti ispessita ed infiammata, calcoli biliari e fango. Dotti biliari e coledoco normali. Pancreas normale.
Le analisi pancreatiche sono normali, mentre quelle epatiche tutte sballate.
Vengo tenuto a digiuno e sotto antibiotici per 5 giorni passati i quali le analisi migliorano anche se non si normalizzano.
Sono stato dimesso con una cura di dieci giorni di antibiotici e deursil oltre alla mia solita terapia con asacol e cortisone con un appuntamento tra due settimane per rimuovere la colecisti in day-surgery e laparoscopia quando la colecisti sarà meno infiammata.
Da quando sono a casa e ho ricominciato ad alimentarmi (5 pasti pro die molto leggeri o liquidi) la mia colite è diventata incontrollabile. Anche 10 ore al giorno.
La gastroenterologa contattata attribuisce il fatto al deursil ed all'antibiotico dicendomi di aspettare la fine della cura.
La questione che mi tormenta è questo day-surgery:
Tolta la colecisti e tornato a casa dovrò riprendere ad alimentarmi e temo che la mia colite possa tornare forte come adesso e in un attacco farmi rompere i punti o addirittura provocarmi un laparocele.
La mia RCU ha sempre avuto una componente crampiforme e violenta. Durante gli attacchi più forti io vedo la mia pancia muoversi da sola.
Non sarebbe opportuno dopo l'operazione rimanere in ospedale fino alla chiusura dei punti e continuare l'alimentazione via endovenosa per evitare il presentarsi di attacchi violenti di colite che potrebbero avere come conseguenza la rottura dei punti o il laparocele ?
La mia paura è fondata o i punti interni sono abbastanza forti da resistere a dieci ore di crampi da colite come mi accade spesso durante i miei attacchi ?
Esiste un protocollo operativo per casi del genere ?
Devo far presente questa problematica al chirurgo ?
E come posso spiegargli bene la questione ed il dubbio che mi attanaglia.
Vi ringrazio per qualsiasi consiglio che vogliate fornirmi e mi congratulo per la meritevole iniziativa che questo sito e i medici che lo fanno vivere ha posto in essere.
Paolo.
Sono un paziente che dal 1992 è affetto da rettocolite ulcerosa sempre curata con asacol e cortisone.
Altre mie patologie sono Vitiligine dal 1984 e Lichen Scleroatrofico dal 1995.
Attualmente sono in fase attiva con la RCU dal luglio 2012.
Dieci giorni fa vado in pronto soccorso con dolori al petto e vengo ricoverato con diagnosi di colecistite acuta senza compromissione pancreatica.
La colangiografia rivela colecisti ispessita ed infiammata, calcoli biliari e fango. Dotti biliari e coledoco normali. Pancreas normale.
Le analisi pancreatiche sono normali, mentre quelle epatiche tutte sballate.
Vengo tenuto a digiuno e sotto antibiotici per 5 giorni passati i quali le analisi migliorano anche se non si normalizzano.
Sono stato dimesso con una cura di dieci giorni di antibiotici e deursil oltre alla mia solita terapia con asacol e cortisone con un appuntamento tra due settimane per rimuovere la colecisti in day-surgery e laparoscopia quando la colecisti sarà meno infiammata.
Da quando sono a casa e ho ricominciato ad alimentarmi (5 pasti pro die molto leggeri o liquidi) la mia colite è diventata incontrollabile. Anche 10 ore al giorno.
La gastroenterologa contattata attribuisce il fatto al deursil ed all'antibiotico dicendomi di aspettare la fine della cura.
La questione che mi tormenta è questo day-surgery:
Tolta la colecisti e tornato a casa dovrò riprendere ad alimentarmi e temo che la mia colite possa tornare forte come adesso e in un attacco farmi rompere i punti o addirittura provocarmi un laparocele.
La mia RCU ha sempre avuto una componente crampiforme e violenta. Durante gli attacchi più forti io vedo la mia pancia muoversi da sola.
Non sarebbe opportuno dopo l'operazione rimanere in ospedale fino alla chiusura dei punti e continuare l'alimentazione via endovenosa per evitare il presentarsi di attacchi violenti di colite che potrebbero avere come conseguenza la rottura dei punti o il laparocele ?
La mia paura è fondata o i punti interni sono abbastanza forti da resistere a dieci ore di crampi da colite come mi accade spesso durante i miei attacchi ?
Esiste un protocollo operativo per casi del genere ?
Devo far presente questa problematica al chirurgo ?
E come posso spiegargli bene la questione ed il dubbio che mi attanaglia.
Vi ringrazio per qualsiasi consiglio che vogliate fornirmi e mi congratulo per la meritevole iniziativa che questo sito e i medici che lo fanno vivere ha posto in essere.
Paolo.
[#1]
Colicistectomia in Day surgery, sembra una forzatura , specialmente in pazienti affetti da patologie concomitanti e non per il rischio remoto di laparoceli.
Nella mia esperienza professionale tale intervento lo abbiamo eseguito in one day surgery(una sola notte in ospedale)per anni per poi abbandonare tale procedura nel rispetto delle linee guida della ACOI(associazione chirurghi ospedalieri italiani).
Nella mia esperienza professionale tale intervento lo abbiamo eseguito in one day surgery(una sola notte in ospedale)per anni per poi abbandonare tale procedura nel rispetto delle linee guida della ACOI(associazione chirurghi ospedalieri italiani).
Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta chiara e sollecita.
Adesso vorrei andare a parlare con il chirurgo per definire meglio le modalità dell'intervento, ma vorrei prima capire se il mio timore/dubbio (operazione, colite, laparocele) è fondato o remoto.
Un periodo prolungato di alimentazione endovenosa per mettere a riposo l'intestino ed evitare ipotesi di forti attacchi di colite è un ipotesi valida o eccessiva. Ed in caso affermativo quanto prolungato.
Grazie, Paolo.
Adesso vorrei andare a parlare con il chirurgo per definire meglio le modalità dell'intervento, ma vorrei prima capire se il mio timore/dubbio (operazione, colite, laparocele) è fondato o remoto.
Un periodo prolungato di alimentazione endovenosa per mettere a riposo l'intestino ed evitare ipotesi di forti attacchi di colite è un ipotesi valida o eccessiva. Ed in caso affermativo quanto prolungato.
Grazie, Paolo.
[#3]
Un intervento chirurgico può essere causa di una riacutizzazione di una RCU,ma questa, anche se accompagnata dalla sintomatologia che riferisce, non è causa, nello specifico(colicistectomia VLP) di laparocele.Anche per quanto riguarda la nutrizione parenterale(endovenosa) questa potrà utilizzata solo in caso di una riacutizzazione delle lesioni ulcerose.
Stia tranqillo e ne parli con il suo curante.
Stia tranqillo e ne parli con il suo curante.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5.6k visite dal 20/11/2012.
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