Fistola intestinale dopo intervento per neoplasia al duodeno
Mio padre, 61 anni, ha avuto dopo 2 colectomie in passato per neoplasie familiare, e quest'anno ha subito un'operazione per una neoplasia dello stesso tipo al duodeno. A causa della posizione della neoplasia, in sede operatoria è stato lasciato un moncone cieco a livello dell'intestino tenue ed è stata creata una nuova via per la digestione.
Nel postoperatorio, purtroppo, si è creata una perforazione nell'intestino proprio in corrispondenza del moncone cieco. Il Primario preferì non operare considerando mio padre un soggetto a rischio operatorio per peso ed aderenze. Quindi si è preferito aspettare in ospedale che la perforazione si rimarginasse da sola. E così sembrava fosse andato, mio padre è stato dimesso e siamo tornati a casa.
In realtà, dopo mesi, al sorgere di febbre e di infezioni si è notata la presenza di una raccolta addominale. Qui l'intestino riversa una piccolissima quantità giornaliera che a lungo andare ha creato una raccolta diventata poi purulenta.
Per fortuna si è creata una fistola che parte dall'intestino e porta all'esterno il liquido in eccesso. Il liquido purulento è stato tutto espulso all'esterno, la febbre non è più presente e l'antibiogramma odierno è negativo. Tuttora esce dalla fistola solo del liquido più chiaro di natura intestinale, ed è stata applicata una bustina per raccoglierlo all'altezza del torace.
I medici dove mio padre si è operato ritengono il rischio operatorio troppo elevato, e la situazione attuale accettabile, ma purtroppo la fistola potrebbe chiudersi e far sorgere infezioni, o il liquido non uscire e trovare altre strade facendo sorgere altri tipi di problemi. Infatti gli infettivologi spingono per una soluzione chirurgica che chiuda la fistola.
Ora mio padre è stato di nuovo dimesso con questa spada di Damocle e sono alla ricerca di un consulto con persone specializzate per avere una seconda opinione.
Ci sono altre possibili soluzioni?
Ci sono specialisti che affrontano le fistole in maniera differente?
Vi ringrazio anche solo per la disponibilità alla lettura di questo mio rapidissimo riassunto e per un eventuale risposta.
Saluti
Nel postoperatorio, purtroppo, si è creata una perforazione nell'intestino proprio in corrispondenza del moncone cieco. Il Primario preferì non operare considerando mio padre un soggetto a rischio operatorio per peso ed aderenze. Quindi si è preferito aspettare in ospedale che la perforazione si rimarginasse da sola. E così sembrava fosse andato, mio padre è stato dimesso e siamo tornati a casa.
In realtà, dopo mesi, al sorgere di febbre e di infezioni si è notata la presenza di una raccolta addominale. Qui l'intestino riversa una piccolissima quantità giornaliera che a lungo andare ha creato una raccolta diventata poi purulenta.
Per fortuna si è creata una fistola che parte dall'intestino e porta all'esterno il liquido in eccesso. Il liquido purulento è stato tutto espulso all'esterno, la febbre non è più presente e l'antibiogramma odierno è negativo. Tuttora esce dalla fistola solo del liquido più chiaro di natura intestinale, ed è stata applicata una bustina per raccoglierlo all'altezza del torace.
I medici dove mio padre si è operato ritengono il rischio operatorio troppo elevato, e la situazione attuale accettabile, ma purtroppo la fistola potrebbe chiudersi e far sorgere infezioni, o il liquido non uscire e trovare altre strade facendo sorgere altri tipi di problemi. Infatti gli infettivologi spingono per una soluzione chirurgica che chiuda la fistola.
Ora mio padre è stato di nuovo dimesso con questa spada di Damocle e sono alla ricerca di un consulto con persone specializzate per avere una seconda opinione.
Ci sono altre possibili soluzioni?
Ci sono specialisti che affrontano le fistole in maniera differente?
Vi ringrazio anche solo per la disponibilità alla lettura di questo mio rapidissimo riassunto e per un eventuale risposta.
Saluti
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La gestione delle fistole intestinali specialmente di quelle delle prime porzioni duodenali e digiunali è molto difficile. Esistono possibilità di affrontarle con dispositivi di aspirazione continua che certamente i medici che hanno in cura il papà avranno valutato. Purtroppo senza conoscere la situazione e la valutazione diretta del paziente non è possibile dare un parere corretto.
Dr. Roberto Rossi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7.9k visite dal 30/10/2012.
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