Un fastidio addominale, al lato sinistro, sotto le costole
Stimati dottori,
Salve sono un ragazzo di Roma.
Sono qui a chiedere un consulto per la mia ragazza, di 31 anni, anch'essa di Roma.
Da circa 4 mesi lamenta un fastidio addominale, al lato sinistro, sotto le costole. Lo descrive come una sensazione di "pressione", simile a quella
che si prova quando si ha un muscolo sforzato il giorno prima, o qualcosa di gonfio dentro.
Non è un vero e proprio dolore, ma a volte descrive la sensazione diventa più intensa, altre meno, quindi è un fastidio altalenante, ma permanente.
A seguito di una visita gastroenterologica, la dottoressa,
dopo una rapida visita, le ha altrettanto rapidamente diagnosticato una "colite", e prescritto una serie di esami di rito, tra cui analisi sangue standard, dei test intolleranza lattosio e allergia al nikel, e prescritto alcuni integratori.
Gli esami del sangue, erano nella norma, cosi' come i test delle intolleranze, eccezione per una curva del lattosio accentuata (cmq, per quel che so, è un tipo di intolleranza piuttosto comune).
A distanza di 4 mesi, la situazione non è migliorata afatto, nonostante la limitazione di assunzione di latticini, la ragazza manifesta spesso anche stanchezza, difficoltà di digestione, anche dopo pranzi leggeri, e un leggero
ingiallimento del colorito, anche questo, altalenante.
Vi chiedo consiglio sulla necessità di un nuovo iter diagnostico più specifico, per poter risolvere questo problema, o almeno un suggerimento su una terapia
idonea che possa portare risultati.
Grazie mille
Salve sono un ragazzo di Roma.
Sono qui a chiedere un consulto per la mia ragazza, di 31 anni, anch'essa di Roma.
Da circa 4 mesi lamenta un fastidio addominale, al lato sinistro, sotto le costole. Lo descrive come una sensazione di "pressione", simile a quella
che si prova quando si ha un muscolo sforzato il giorno prima, o qualcosa di gonfio dentro.
Non è un vero e proprio dolore, ma a volte descrive la sensazione diventa più intensa, altre meno, quindi è un fastidio altalenante, ma permanente.
A seguito di una visita gastroenterologica, la dottoressa,
dopo una rapida visita, le ha altrettanto rapidamente diagnosticato una "colite", e prescritto una serie di esami di rito, tra cui analisi sangue standard, dei test intolleranza lattosio e allergia al nikel, e prescritto alcuni integratori.
Gli esami del sangue, erano nella norma, cosi' come i test delle intolleranze, eccezione per una curva del lattosio accentuata (cmq, per quel che so, è un tipo di intolleranza piuttosto comune).
A distanza di 4 mesi, la situazione non è migliorata afatto, nonostante la limitazione di assunzione di latticini, la ragazza manifesta spesso anche stanchezza, difficoltà di digestione, anche dopo pranzi leggeri, e un leggero
ingiallimento del colorito, anche questo, altalenante.
Vi chiedo consiglio sulla necessità di un nuovo iter diagnostico più specifico, per poter risolvere questo problema, o almeno un suggerimento su una terapia
idonea che possa portare risultati.
Grazie mille
[#1]
gentile utente,
i limiti di una valutazione a distanza dovrebbero esserle noti.
il collega che ha in cura la sua ragazza ha certamente molte più possibilità di arrivare ad una diagnosi di noi.
in più abbiamo anche il limite di non poter consigliare ne esami diagnostici e tantomeno terapie per i motivi sopra esposti.
c'è poi una anomalia in più il fatto che lei riferisce sintomi relativi ad un'altra persona che potrebbe essere un ulteriore fattore di disturbo.
in sintesi potrei condividere l'opinione della collega visto anche il risultato che lei riferisce riguardo gli esami di laboratorio (anche questi riferiti e non letti di persona, ulteriore fattore di differenza di una vera visita).
gli esami se sono stati riportati dal collega saranno stati valutati per un ulteriore step diagnostico o per un eventuale terapia se ritenuta necessaria.
il consiglio è quindi di affidarsi con fiducia al collega che al momento ha in cura la persona a lei cara.
cordiali saluti
buona domenica
i limiti di una valutazione a distanza dovrebbero esserle noti.
il collega che ha in cura la sua ragazza ha certamente molte più possibilità di arrivare ad una diagnosi di noi.
in più abbiamo anche il limite di non poter consigliare ne esami diagnostici e tantomeno terapie per i motivi sopra esposti.
c'è poi una anomalia in più il fatto che lei riferisce sintomi relativi ad un'altra persona che potrebbe essere un ulteriore fattore di disturbo.
in sintesi potrei condividere l'opinione della collega visto anche il risultato che lei riferisce riguardo gli esami di laboratorio (anche questi riferiti e non letti di persona, ulteriore fattore di differenza di una vera visita).
gli esami se sono stati riportati dal collega saranno stati valutati per un ulteriore step diagnostico o per un eventuale terapia se ritenuta necessaria.
il consiglio è quindi di affidarsi con fiducia al collega che al momento ha in cura la persona a lei cara.
cordiali saluti
buona domenica
Marco Catani
http://www.marcocatani.it
Il consulto online non può nè deve sostituire la visita reale
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 17.3k visite dal 14/05/2010.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Allergia alimentare
L'allergia alimentare è una reazione eccessiva e immediata scatenata dal sistema immunitario verso un alimento: come si manifestano e quali sono i cibi responsabili.