Emicolectomia sinistra: intervento necessario o esagerato?

Ho 51 anni e circa due mesi fa sono stato ricoverato per occlusione intestinale da volvolo del sigma. Sono stato sottoposto, dopo vari accertamenti, ad esame endoscopico (colonscopia) che permetteva la derotozione del volvolo. Dopo una decina di giorni, a seguito di ulteriori esami tra cui un clisma opaco con doppio contra, sono stato sottoposto ad intervento chirurgico di emicolectomia sinistra per via laparoscopica. L'intervento è riuscito perfettamente, il decorso post-operatorio si è svolto senza complicanze e in V° giornata sono stato dimesso.
In questi giorni mi sono messo a curiosare su internet, inserendo il nome dell'operazione a cui ero stato sottoposto, ed ho scoperto, con mia grande sorspresa e sbalordimento, che l'intervento in questione consisteva nell'asportazione del sigma, del colon discendente e del colon trasverso distale!
Nessuno dei medici che mi aveva in cura mi ha mai descritto l'intervento in questi termini: mi hanno sempre parlato di "riduzione delle dimensioni del mio intestino insolitamente lungo (dovuto a fattori congeniti)" e di "asportazione di un tratto di intestino per evitare recidive". Ed ora scopro che ho perso il 50% dell'intestino crasso!
Al di là della lacunose (!?!) informazioni che mi sono state fornite, era necessario un intervento così "drastico"?
Non ho mai avuto problemi all'intestino che non fossero quelli dati da stitichezza, il volvolo non aveva dato origine a complicazioni rilevanti, non ho assolutamente problemi di diverticolite (come hanno appurato i vari esami) e nemmeno di tipo oncologico: era necessario asportarmi metà dell'intestino?
Tantopiù che la terapia da adottare in casi simili al mio, così ho letto, è inizialmente medica (antibiotici e fermenti lattici associati ad una dieta ricca di scorie) e poi, eventualmente, si dovrebbe passare all'intervento chirurgico.
E adesso?
Le funzioni del colon sono di assorbire i liquidi e dare consistenza alle feci ed io non faccio che defecare solo roba semi-liquida: sono condannato ad essere sempre in uno stato di diarrea permanente?
E se in futuro avessi altri problemi all'apparato digerente? Ho letto che un intestino dimensionalmente ridotto può dare severe limitazioni o complicanze, nel caso siano necessari interventi chirurgici in questa parte dell'organismo.
La prossima settima avrò una visita di controllo presso il nosocomio in cui sono stato operato e, ovviamente, chiederò spiegazioni.
Sarei comunque sinceramente molto grato se qualcuno, più esperto di me, potesse fornirmi un parere autorevole che possa chiarirmi un po' le idee e, magari, darmi anche maggiore tranquillità.
Grazie.
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Senza entrare nel merito di situazioni a me non note, sono certo che comunque lei avra' firmato un consenso all'intervento, dichiarando che era stato ben informato su cosa le sarebbe stato fatto: era dunque suo pieno diritto chiedere eventualmente ulteriori spiegazioni.
Ovviamente non so dirle se nel suo caso sia stata fatta la scelta giusta, ma tenga conto che si tratta in ogni caso di una decisione estrema, alla quale solitamente si giunge dopo una serie di valutazioni che abbiano dimostrato come la strada chirurgica sia quella che offre maggiori garanzie. Indubbiamente siamo di fronte ad un intervento cosiddetto "maggiore", senz'altro demolitivo: c'e' pero' da dire che lei aveva gia' precedentemente avuto un serio episodio di occlusione, per il quale era stato ricoverato e che per fortuna non le aveva causato immediate e gravi conseguenze. Chi le ha consigliato l'intervento avra' dunque messo sul piatto della bilancia entrambe le cose, e ne avra' tratto la conclusione che sappiamo. Solo a posteriori (forse) si potra' fare un bilancio sul caso: al momento sappiamo soltanto che dopo l'intervento lei sta benone, ma certo non possiamo sapere cosa sarebbe successo senza l'operazione.
Rimane comunque una buona idea quella di chiedere maggiori spiegazioni, al prossimo controllo, all'equipe chirurgica che si e' occupata del suo caso.
Cordiali saluti

dott. Stefano Spina
www.stefanospina.com

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Utente
Utente
La ringrazio per la sollecita e cortesissima risposta.
E' verissimo che ho firmato il consenso informato all'intervento, ma capisce anche Lei che se non è il medico ad entrare nei dettagli, dirmi che devo subire un intervento di emicolectomia o, che sò, di appendicite, per un profano come me è più o meno la stessa cosa. Ho sbagliato a non chiedere ulteriori dettagli, ma, in base anche a quello mi avevano detto in precedenza, non pensavo si trattasse di una cosa così radicale e, perciò, ho soffermato la mia attenzione solamente sul tipo di anestesia, sul decorso post-operatorio e sugli eventuali effetti che potevano esserci sulla mia vita quotidiana.
Ad ogni modo chiederò sicuramente spiegazioni al prossimo controllo ed, eventualmente, Le farò sapere.
Mi permetta comunque di approfittare ancora della Sua disponibilità con un paio di domande.
Anche se ridotto del 50%, il colon rimasto riesce comunque ad espletare tutte le sue funzioni (assorbimento dei liquidi, ecc.) come se fosse completo oppure sarà necessario seguire per sempre una dieta particolare ed evitare certi cibi?
E per quanto riguarda il fatto di produrre solamente feci semi-liquide, è una cosa transitoria e col tempo si tornerà ad uno stato di normalità oppure è una situazione che rimarrà stabile nel tempo?
RingraziandoLa nuovamente, Le porgo i miei più cordiali saluti
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Ovviamente il paziente puo' sempre chiedere ulteriori spiegazioni, ma in linea di principio sono perfettamente d'accordo con lei sul fatto che e' compito del tecnico (il Medico) spiegare con parole comprensibili al profano (il Paziente) che tipo di procedura viene proposta.
Il problema delle feci liquide tendera', con il tempo, a normalizzarsi, perche' il colon si adeguera' prima o poi alla nuova condizione. Anche se ovviamente nei primi tempi sara' bene farsi indicare qualche accorgimento dietetico per minimizzare, nel breve termine, questo inconveniente.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie di nuovo per la chiarezza delle Sue risposte.
Cordiali saluti
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Dr. Stefano Spina Chirurgo generale, Colonproctologo 12.5k 250
Di nulla. Auguri!
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Dr. Lucio Piscitelli Chirurgo vascolare, Chirurgo generale 6.2k 234
Nel condividere pienamente le corrette indicazioni fornite dal Collega Spina, mi permetto di inserirmi nella discussione solo per offrire un ulteriore contributo chiarificatore, poiché leggo:
"il volvolo non aveva dato origine a complicazioni rilevanti".
Il volvolo E' GIA' DI PER SE' UNA COMPLICAZIONE MOLTO rilevante di una malformazione che si chiama dolicocolon (eccessiva lunghezza del colon); se non tempestivamente risolta (ed in questo caso ci si è fortunatamente riusciti con manovre endoscopiche senza dover far discorso a intervento in urgenza) essa può mettere in serio pericolo la vita del paziente per l'evoluzione inevitabile verso la perforazione e la peritonite stercoracea.
La recidiva di volvolazione di un dolicocolon non trattato è frequentissima per non dire certa.
Pur con i limiti di una valutazione a distanza è quindi da ritenersi corretta la sequenza di procedure cui è stato sottoposto e che le ha salvato la vita.

Lucio Piscitelli - Napoli - 338 6503365
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