Termoablazione noduli al fegato in paziente con cardiopatia dilatativa e diabetico
Salve a tutti,
Vorrei porvi una domanda su una questione che riguarda mio zio.
Premetto che mio zio, 66 anni, e’ diabetico, ha una cardiopatia dilatativa ed ha defibrillatore sottocutaneo, le capacita’ del cuore sono circa al 30%.
Lo scorso anno, facendo dei controlli di routine, si sono evidenziati 3 noduli al fegato.
L’epatologo e l’oncologo hanno ritenuto opportuno rimuovere almeno uno dei tre noduli (quello piu’ grande) con la tecnica della termoablazione in quanto non hanno ritenuto opportuno intervenire chirurgicamente a causa delle altre patologie di mio zio.
Tutto ando’ bene e ha continuato a controllare gli altri due noduli.
Lo scorso mese, pero’, un nodulo e’ aumentato di 4 millimetri (da 1, 4 cm a 1, 8 cm) e il dottore che ha praticato la termoablazione lo scorso anno ha ritenuto opportuno rimuovere anche il secondo nodulo.
A questo punto, pero’, i pareri dei medici e anestesisti e’ parso contrastante in quanto ritengono che il cuore di mio zio potrebbe non reggere l’anestesia e hanno fatto intendere che non si assumerebbero questa responsabilita’.
Ora, mio zio si e’ rivolto ad altre strutture (sempre nella provincia di Napoli) e sembrerebbe che il problema sia da un lato questo cuore mal concio e la mancanza di sale operatore adatte ai problemi cardiaci di mio zio (nel caso in cui dovessero rianimarlo ecc).
Quello che vi chiedo in conclusione, e’ una questione plausibile?
In effetti anche un operazione in termoablazione puo’ rappresentare un rischio cosi alto di morte?
O secondo le
Vostre esperienze, e’ solo questione di strutture adeguate?
Cosa ci consigliate di fare?
Grazie a tutti e chiedo scusa se sono stato lungo nel tentativo di esporre bene tutta la situazione.
Vorrei porvi una domanda su una questione che riguarda mio zio.
Premetto che mio zio, 66 anni, e’ diabetico, ha una cardiopatia dilatativa ed ha defibrillatore sottocutaneo, le capacita’ del cuore sono circa al 30%.
Lo scorso anno, facendo dei controlli di routine, si sono evidenziati 3 noduli al fegato.
L’epatologo e l’oncologo hanno ritenuto opportuno rimuovere almeno uno dei tre noduli (quello piu’ grande) con la tecnica della termoablazione in quanto non hanno ritenuto opportuno intervenire chirurgicamente a causa delle altre patologie di mio zio.
Tutto ando’ bene e ha continuato a controllare gli altri due noduli.
Lo scorso mese, pero’, un nodulo e’ aumentato di 4 millimetri (da 1, 4 cm a 1, 8 cm) e il dottore che ha praticato la termoablazione lo scorso anno ha ritenuto opportuno rimuovere anche il secondo nodulo.
A questo punto, pero’, i pareri dei medici e anestesisti e’ parso contrastante in quanto ritengono che il cuore di mio zio potrebbe non reggere l’anestesia e hanno fatto intendere che non si assumerebbero questa responsabilita’.
Ora, mio zio si e’ rivolto ad altre strutture (sempre nella provincia di Napoli) e sembrerebbe che il problema sia da un lato questo cuore mal concio e la mancanza di sale operatore adatte ai problemi cardiaci di mio zio (nel caso in cui dovessero rianimarlo ecc).
Quello che vi chiedo in conclusione, e’ una questione plausibile?
In effetti anche un operazione in termoablazione puo’ rappresentare un rischio cosi alto di morte?
O secondo le
Vostre esperienze, e’ solo questione di strutture adeguate?
Cosa ci consigliate di fare?
Grazie a tutti e chiedo scusa se sono stato lungo nel tentativo di esporre bene tutta la situazione.
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Non vedo controindicazioni a tale tipo di intervento
arrivederci
arrivederci
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 825 visite dal 26/07/2023.
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