Vita post infarto
Gentili Signori medici,
mio marito (61 anni gran fumatore ma per il resto sanissimo) circa 20gg fa ha avuto un infarto (diagnosi: cardiopatia ischemica. sindrome coronarica acuta troponina positiva in soggetto con malattia coronarica ostruttiva critica monovasale. ipertensione arteriosa. E' stata effettuata coronarografia ed angioplastica + impianto stent medicato su IVA). La terapia ora è:
Plavix 75 m - 1 cp die
Triatec 2,5 mg "
Peptazol 20 mg "
Crestor 10 mg "
Norvasc 5 mg "
Già per un problema di cistite post infarto ho avuto il Vostro conforto medico.
Il problema è questo ed è soprattutto un mio dilemma poichè sono io che lo curo e gestisco la dieta e la vita quotidiana.
Alla dimissione i medici ospedalieri (consegnandomi anche un decalogo e la dieta da seguire) si sono raccomandati per un mese niente guida della macchina, niente sforzi, stress, arrabbiature, niente sole al mare e soprattutto niente sale nei cibi, neanche Novosal, pane categoricamente sciapo.
A seguire c'è stata la visita di un amico cardiologo che ha avvalorato tutte queste idicazioni, così anche il medico di base.
Ieri invece siamo andati alla visita di quello che sarà il cardiologo per i prossimi anni (è quello di mia suocera) il quale dopo un'accurata visita , ECG e ecocardiogramma ha dato questa diagnosi: "asintomatico, non arimie, non segni di scmpenso- ECG: esiti di necrosi anteriore - Ecocardiogramma : buona funzione globale, ipoacinesi apicale").
Ci ha confortato dicendo che si è trattato di un "infartino" poi però tutte le linee guida dateci dai precedenti cardiologi sono saltate: la macchina poteva guidarla da subito anche nelle ore calde tanto ha l'aria condizionata(?), può prendere il sole (certo non nelle ore calde), il sale nei cibi proprio niente è impossibile (come si fa a mangiare sciapo? ha detto), pane normale quindi non sciapo, Novosal va bene. Mio marito ha la mamma convalescente da una frattura del femore: secondo il cardiologo può andare tranquillamente ad assisterla quando invece gli altri medici avevano raccomandato una vita serena e a casa, almeno per il primo mese .
Insomma tutto al rovescio di quello che sapevamo. Cosa dobbiamo pensare ? Potete confortarci?
Grazie per l'attenzione e buona serata
mio marito (61 anni gran fumatore ma per il resto sanissimo) circa 20gg fa ha avuto un infarto (diagnosi: cardiopatia ischemica. sindrome coronarica acuta troponina positiva in soggetto con malattia coronarica ostruttiva critica monovasale. ipertensione arteriosa. E' stata effettuata coronarografia ed angioplastica + impianto stent medicato su IVA). La terapia ora è:
Plavix 75 m - 1 cp die
Triatec 2,5 mg "
Peptazol 20 mg "
Crestor 10 mg "
Norvasc 5 mg "
Già per un problema di cistite post infarto ho avuto il Vostro conforto medico.
Il problema è questo ed è soprattutto un mio dilemma poichè sono io che lo curo e gestisco la dieta e la vita quotidiana.
Alla dimissione i medici ospedalieri (consegnandomi anche un decalogo e la dieta da seguire) si sono raccomandati per un mese niente guida della macchina, niente sforzi, stress, arrabbiature, niente sole al mare e soprattutto niente sale nei cibi, neanche Novosal, pane categoricamente sciapo.
A seguire c'è stata la visita di un amico cardiologo che ha avvalorato tutte queste idicazioni, così anche il medico di base.
Ieri invece siamo andati alla visita di quello che sarà il cardiologo per i prossimi anni (è quello di mia suocera) il quale dopo un'accurata visita , ECG e ecocardiogramma ha dato questa diagnosi: "asintomatico, non arimie, non segni di scmpenso- ECG: esiti di necrosi anteriore - Ecocardiogramma : buona funzione globale, ipoacinesi apicale").
Ci ha confortato dicendo che si è trattato di un "infartino" poi però tutte le linee guida dateci dai precedenti cardiologi sono saltate: la macchina poteva guidarla da subito anche nelle ore calde tanto ha l'aria condizionata(?), può prendere il sole (certo non nelle ore calde), il sale nei cibi proprio niente è impossibile (come si fa a mangiare sciapo? ha detto), pane normale quindi non sciapo, Novosal va bene. Mio marito ha la mamma convalescente da una frattura del femore: secondo il cardiologo può andare tranquillamente ad assisterla quando invece gli altri medici avevano raccomandato una vita serena e a casa, almeno per il primo mese .
Insomma tutto al rovescio di quello che sapevamo. Cosa dobbiamo pensare ? Potete confortarci?
Grazie per l'attenzione e buona serata
[#1]
Gentile utente, in genere è prassi indicare un periodo di convalescenza di circa un mese ad un paziente infartuato e progressivamente il ripristino di una vita normale con il giusto regime dietetico e terapeutico. Non mi sembra che l'ultimo collega abbia poi tanto esagerato, è stato forse meno categorico dei precedenti, ma in linea di massima passati i 30gg, dopo una visita cardiologica di controllo o un test da sforzo, si può essere un pò più tolleranti verso il paziente se risulta tutto nella norma.
Saluti
Saluti
Dr. Vincenzo MARTINO
[#2]
Utente
Gentile dr.Martino,
La ringrazio per la celere risposta alla quale non ho dato subito seguito in quanto presa da un problema dentario. Ora sono più tranquilla e spero che anche mio marito se ne renda conto. Dice di essere un uomo finito e di non avere un futuro mentre invece dalle Sue parole traspare la speranza e penso la sicurezza (avendo sempre cura di seguire un regime dietetico e terapeutico adeguato)di un futuro sereno.
La ringrazio ancora e Le auguro buon lavoro
31045
La ringrazio per la celere risposta alla quale non ho dato subito seguito in quanto presa da un problema dentario. Ora sono più tranquilla e spero che anche mio marito se ne renda conto. Dice di essere un uomo finito e di non avere un futuro mentre invece dalle Sue parole traspare la speranza e penso la sicurezza (avendo sempre cura di seguire un regime dietetico e terapeutico adeguato)di un futuro sereno.
La ringrazio ancora e Le auguro buon lavoro
31045
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.9k visite dal 24/07/2009.
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