Fibrillazione atriale rvr
Gentili Dottori inanzitutto mi complimento per il servizio che offrite, ho 34 anni, a marzo di quest'anno, dopo pranzo, a seguire di una strana extrasistole (forse una serie ma comunque nulla che avessi mai sentito prima) il cuore comincia a battere velocemente con un ritmo completamente scoordinato.
Vado in ps dove riscontrano fibrillazione atriale ad alta risposta ventricolare (i battiti andavano tra i 170 e i 190 al minuto) mi vengono eseguite le analisi di routine, ecg, eco, somministrati via flebo farmaci per rallentare la frequenza ed antiaritmici, più una puntura di anticoagulante.
Dopo cinque ore torno in ritmo sinusale.
L'ultimo ecg in ritmo sinusale, l'ecocardiogramma e le analisi del sangue effettuate risulatavano tutte nella norma.
Dopo questo episodio ho ridotto di molto il vizio del fumo, sto cercando di smettere, inoltre ho eseguito holter delle 24 ore, test da sforzo al cicloergomentro, un ulteriore eco, analisi per tiroide ed elettroliti, tutto risulta negativo.
Mi metto l'anima in pace pensando che sia stato un episodio isolato dato che da tutti i controlli risulto sano, finche due giorni fa si presenta un secondo episodio, prima di pranzo.
Fortunatamente non con le stesse frequenze, i battiti arrivavano al massimo a 140/150 bpm.
Chiamo il cardiologo, mi propone di provare a prendere tre compresse di almarytm 100mg una a distanza di 3/4 ore dall'altra e solo se non fosse passato di andare in ps, accetto di provare e dopo 12 ore torno in ritmo sinusale.
Secondo voi è il caso di valutare l'ablazione?
Ho letto pareri discordanti, c'è chi ha risolto con un tentativo e chi ha dovuto farne più di uno ed in alcuni casi aggravando la situazione, l'incertezza della riuscita mi spaventa, chiederei gentilmente un vostro parere.
Facendo attività fisica se mi venisse un altro episodio mentre il cuore si trova già ad una frequenza modesta o alta, sarebbe pericoloso se subentrasse la fibrillazione atriale?
chiedo perchè nel primo episodio passai da una situazione di calma sui 60/70 bpm a quasi 200, mi viene quindi da pensare che se mi trovassi già ad una frequenza sostenuta potrei arrivare a frequenze pericolose, è un idea sbagliata?
C'è insomma un meccanismo per cui il cuore si "autolimita" diciamo?
Non sono uno sportivo, ma facendo un lavoro di ufficio cerco di fare attività fisica nel tempo libero.
Ho un pectus excavatum di cui nessun dottore si è mai preoccupato, di conseguenza non ho fatto mai accertamenti per verificare se il cuore risulti compresso dalla malformazione, nel caso potrebbe essere causa o concausa di quello che mi sta succedendo?
In fine, nei momenti di stress e/o ansia, percepisco più extrasistoli del solito, prendere del magnesio le diminuisce di molto (non sono tante ma fastidiose), non so se sia effetto placebo o meno, chiedo se potesse essere utile a diminuire o mitigare gli episodi di fibrillazione.
Ringrazio anticipatamente per il consulto che vorrete fornirmi, vi auguro una buona giornata.
Vado in ps dove riscontrano fibrillazione atriale ad alta risposta ventricolare (i battiti andavano tra i 170 e i 190 al minuto) mi vengono eseguite le analisi di routine, ecg, eco, somministrati via flebo farmaci per rallentare la frequenza ed antiaritmici, più una puntura di anticoagulante.
Dopo cinque ore torno in ritmo sinusale.
L'ultimo ecg in ritmo sinusale, l'ecocardiogramma e le analisi del sangue effettuate risulatavano tutte nella norma.
Dopo questo episodio ho ridotto di molto il vizio del fumo, sto cercando di smettere, inoltre ho eseguito holter delle 24 ore, test da sforzo al cicloergomentro, un ulteriore eco, analisi per tiroide ed elettroliti, tutto risulta negativo.
Mi metto l'anima in pace pensando che sia stato un episodio isolato dato che da tutti i controlli risulto sano, finche due giorni fa si presenta un secondo episodio, prima di pranzo.
Fortunatamente non con le stesse frequenze, i battiti arrivavano al massimo a 140/150 bpm.
Chiamo il cardiologo, mi propone di provare a prendere tre compresse di almarytm 100mg una a distanza di 3/4 ore dall'altra e solo se non fosse passato di andare in ps, accetto di provare e dopo 12 ore torno in ritmo sinusale.
Secondo voi è il caso di valutare l'ablazione?
Ho letto pareri discordanti, c'è chi ha risolto con un tentativo e chi ha dovuto farne più di uno ed in alcuni casi aggravando la situazione, l'incertezza della riuscita mi spaventa, chiederei gentilmente un vostro parere.
Facendo attività fisica se mi venisse un altro episodio mentre il cuore si trova già ad una frequenza modesta o alta, sarebbe pericoloso se subentrasse la fibrillazione atriale?
chiedo perchè nel primo episodio passai da una situazione di calma sui 60/70 bpm a quasi 200, mi viene quindi da pensare che se mi trovassi già ad una frequenza sostenuta potrei arrivare a frequenze pericolose, è un idea sbagliata?
C'è insomma un meccanismo per cui il cuore si "autolimita" diciamo?
Non sono uno sportivo, ma facendo un lavoro di ufficio cerco di fare attività fisica nel tempo libero.
Ho un pectus excavatum di cui nessun dottore si è mai preoccupato, di conseguenza non ho fatto mai accertamenti per verificare se il cuore risulti compresso dalla malformazione, nel caso potrebbe essere causa o concausa di quello che mi sta succedendo?
In fine, nei momenti di stress e/o ansia, percepisco più extrasistoli del solito, prendere del magnesio le diminuisce di molto (non sono tante ma fastidiose), non so se sia effetto placebo o meno, chiedo se potesse essere utile a diminuire o mitigare gli episodi di fibrillazione.
Ringrazio anticipatamente per il consulto che vorrete fornirmi, vi auguro una buona giornata.
[#1]
Se lei ha ripetuti episodi di f.a. ha davanti a se le seguenti strade:
1- assumere antiaritmici ed anticoagulanti orali "a vita"
2- tentare una ablazione che la liberi da questo problema che nella stragande maggioranza dei casi le risolverebbe il problema
cecchini
1- assumere antiaritmici ed anticoagulanti orali "a vita"
2- tentare una ablazione che la liberi da questo problema che nella stragande maggioranza dei casi le risolverebbe il problema
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
[#2]
Utente
Dottor Cecchini grazie per la risposta, mi chiedo però come sia possibile a 34 anni avere un problema del genere quando analisi e test vari effettuati indicano che all'apparenza non ho nessun problema di salute. L'idea di antiaritmici e anticoagulanti a vita a quest'età certo non mi diverte, consulterò comunque a breve un aritmologo per capire meglio la situazione. Per quanto riguarda il p.e. e un ipotetica insorgenza di f.a. durante attività fisica non mi ha risposto, devo intenderla come risposte negative ad entrambi?
[#3]
Pectus excavatum e f.a.?
Nessuna relazione
Per ciò che riguarda la sua risposta alle mie osservazioni consulto pure un altro aritmologo .
Ma cosa scrive a fare qui facendomi perdere tempo ?
Faccia come crede ovviamente
La saluto definitivamente
Nessuna relazione
Per ciò che riguarda la sua risposta alle mie osservazioni consulto pure un altro aritmologo .
Ma cosa scrive a fare qui facendomi perdere tempo ?
Faccia come crede ovviamente
La saluto definitivamente
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.1k visite dal 12/10/2022.
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