Ci sono margini di recupero in una situazione simile?

Salve a tutti, ho richiesto questo consulto per avere, se possibile, un chiarimento sull'effettiva situazione di mia nonna.

Mia nonna è una donna di 87, attualmente normopeso, con diabete di tipo II.

Cardiopatica da circa 30 anni, a seguito di due infarti le sono stati fatti 3 by-pass d'urgenza.

La situazione con tutte le "magagne" del caso è rimasta stabile fino a giugno di quest'anno, mese in cui è venuto a mancare mio nonno, da allora la situazione è drasticamente peggiorata.

Nel primo ricovero avvenuto a metà giugno le è stato rilevato uno scompenso cardiaco, è stata dimessa con terapia e diuretici (mi viene in mente il LASIX, somministrato da prima in pastiglie poi mediante iniezioni)
Il cardiologo di riferimento ha spiegato che la sua fe è attualmente tra il 20% e il 25%.
Avendo anche un problema alla valvola vi è un reflusso di sangue sporco con tossine nelle arterie e cominciando ad essere compromessi i reni ha consigliato un secondo ricovero.
Terminato due giorni fa, dove per quanto possibile è stata stabilizzata.
Tornata a casa, io e la mia famiglia ci siamo trovati davanti una persona che non è mia nonna, probabilmente per la mancanza di ossigenazione adeguata al cervello, mista allo smarrimento che gli anziani provano in ospedale, ora mia nonna mostra grave compromissione neurologica oltre ad una totale astenia.
A stento ci riconosce (prima dell'ultimo ricovero, 5 giorni fa, era lucidissima).

Ora io vi chiedo, questo quadro è destinato a peggiorare ulteriormente?
C'è ancora un minimo di speranza di miglioramento quanto meno neurologico?
O è una situazione con prognosi infausta a breve termine?

(Scusatemi per la mancata previsione, non sono medico e non ho i referti sotto mano.
Sono andata a memoria.
Se aveste bisogno di dati più precisi per rispondere alla mia domanda sarò felice di fornirveli.
)
Vi ringrazio anticipatamente.

Elisa
[#1]
Dr. Maurizio Cecchini Cardiologo 112.5k 3.7k
sicuramente non migliorerà nel tempo.
Sua nonna ha una funzione di pompa al limite della sopravvivenza ed una insufficienza mitralica preoccupante.
L unica arma e la terapia medica mirata. Il lasix da solo può essere deleterio e va sempre associato ad un antialdosteronico.
Non conosco la terapia precisa della paziente ( ecografia cardiaca completa e neppure gli esami del,sangue incluse funzionalità renale ed elettroliti e pertanto non le posso essere utile più di tanto

cecchini

Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso

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