Parametri vitali e controllo
Gentilissimi professionisti, anticipo la domanda che sto per fare dicendo che sono un soggetto ansioso, ipocondriaco, con episodi di ansia e panico.
Nonostante ciò cerco di conservare una certa lucidità, e proprio per non dare a mangiare all’ansia false credenze ed informazioni errate, vorrei alcuni chiarimenti in merito ai parametri vitali (battito, pressione arteriosa, saturazione).
Carte e dati alla mano, sono un soggetto sano.
Decine di elettro ed eco cardiogrammi, quest’anno addirittura 3, ho messo holter cardiaco circa 5 anni fa, fatto una prova da sforzo sempre circa 5 anni fa, insomma, sempre responsi positivi per il cuore.
Analisi quasi sempre perfette, a parte per il fattore di Von Willebrand, che ho di Tipo 1, riconosciuto come malattia rara e difetto della coagulazione.
Visto la mia ossessione, decisamente sbagliata ma difficile da eliminare, nel controllare spesso battiti, pressione e saturazione, vorrei capire se questi parametri possano esprimere realmente lo stato di salute di una persona, e se ha senso controllarli, benché con cognizione e non compulsivamente.
Io ho sempre la saturazione tra i 97 e i 99, il battito tendenzialmente basso a riposo, sui 60bpm, ed una pressione arteriosa che da bassa (tendenzialmente 90-60) degli ultimi mesi, ora è tornata ad essere normale, sui 110-70.
Dati costanti e buoni possono essere indice di salute?
O non ha senso tenerli sotto controllo tutti i giorni?
Eppure, nonostante tutto ciò, nonostante i controlli, non riesco a definirmi e vivere come sano.
Cerco di fare sport, che mi aiuta tanto, oltre a psicoterapia e yoga.
Ma, ahimè, molti tarli restano, come tante paure.
So benissimo che ho la stessa percentuale di probabilità di morire di ogni persona sana, come dice il buon dottor Cecchini, infinitamente basse, ma non pari a zero, ma vorrei capire se tenere appunto a bada determinati parametri possa in qualche modo servire.
Ultima domanda, il fattore di Von Willebrand, di Tipo 1, quindi lieve, può in qualche modo essere considerato anche un bene?
Poiché il sangue dovrebbe essere più fluido, o no?
Al contrario, può essere un fattore di rischio per altri problemi?
Ringrazio chiunque risponderà.
So che le rassicurazioni non servono e sono deleterie per un ansioso, ma vorrei capire in scienza e coscienza determinati aspetti, proprio esorcizzando l’irrealtà che ci fa vivere l’ansia.
Buona serata.
Nonostante ciò cerco di conservare una certa lucidità, e proprio per non dare a mangiare all’ansia false credenze ed informazioni errate, vorrei alcuni chiarimenti in merito ai parametri vitali (battito, pressione arteriosa, saturazione).
Carte e dati alla mano, sono un soggetto sano.
Decine di elettro ed eco cardiogrammi, quest’anno addirittura 3, ho messo holter cardiaco circa 5 anni fa, fatto una prova da sforzo sempre circa 5 anni fa, insomma, sempre responsi positivi per il cuore.
Analisi quasi sempre perfette, a parte per il fattore di Von Willebrand, che ho di Tipo 1, riconosciuto come malattia rara e difetto della coagulazione.
Visto la mia ossessione, decisamente sbagliata ma difficile da eliminare, nel controllare spesso battiti, pressione e saturazione, vorrei capire se questi parametri possano esprimere realmente lo stato di salute di una persona, e se ha senso controllarli, benché con cognizione e non compulsivamente.
Io ho sempre la saturazione tra i 97 e i 99, il battito tendenzialmente basso a riposo, sui 60bpm, ed una pressione arteriosa che da bassa (tendenzialmente 90-60) degli ultimi mesi, ora è tornata ad essere normale, sui 110-70.
Dati costanti e buoni possono essere indice di salute?
O non ha senso tenerli sotto controllo tutti i giorni?
Eppure, nonostante tutto ciò, nonostante i controlli, non riesco a definirmi e vivere come sano.
Cerco di fare sport, che mi aiuta tanto, oltre a psicoterapia e yoga.
Ma, ahimè, molti tarli restano, come tante paure.
So benissimo che ho la stessa percentuale di probabilità di morire di ogni persona sana, come dice il buon dottor Cecchini, infinitamente basse, ma non pari a zero, ma vorrei capire se tenere appunto a bada determinati parametri possa in qualche modo servire.
Ultima domanda, il fattore di Von Willebrand, di Tipo 1, quindi lieve, può in qualche modo essere considerato anche un bene?
Poiché il sangue dovrebbe essere più fluido, o no?
Al contrario, può essere un fattore di rischio per altri problemi?
Ringrazio chiunque risponderà.
So che le rassicurazioni non servono e sono deleterie per un ansioso, ma vorrei capire in scienza e coscienza determinati aspetti, proprio esorcizzando l’irrealtà che ci fa vivere l’ansia.
Buona serata.
[#1]
Lei ha esami normali.
Penso che necessiti di una terapia farmacologica psichiatrica.
Cordialita'
cecchini
Penso che necessiti di una terapia farmacologica psichiatrica.
Cordialita'
cecchini
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 918 visite dal 10/08/2022.
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