Terapia anticoagulante orale
Ieri mia nonna 94 anni, affetta da demenza in stadio avanzato, ipertensione arteriosa, IRC IV stadio, gammapatia monoclonale, è stata soccorsa dalla Mike per respiro rantolante; al loro arrivo FA ad alta risposta ventricolare con desaturazione per cui è stata praticata Seloken 1fl in 100cc.
All'arrivo in PS presentava all’ECG fibrillazione atriale, fvm 130/min, morfologia ai limiti; PA 85/50 mmHg.
Dopo circa 4 ore ripristino del RS, 90/min, morfologia nei limiti, frequenti BESV.
Esami ematochimici nei limiti; lieve leucocitosi neutrofila; creatinina 1, 15, elettroliti in ordine.
E' stato richiesto, quindi, consulto cardiologico.
Esame obiettivo: paziente non collaborante; non risponde agli stimoli verbali, scarsamente agli stimoli dolorosi; SpO2 100% in O2 2L/m; toni cardiaci ritmici, normofrequenti, SS1/6 su cc; torace (auscultazione anteriore) non stasi polmonare; non edemi declivi; urine concentrate.
Diagnosi: fibrillazione atriale di primo riscontro ad alta risposta ventricolare con ripristino spontaneo del RS.
Terapia consigliata: paziente con indicazione a terapia anticoagulante orale (CHADS-VASC score pari a 3) tuttavia in considerazione dello stato clinico della pz, si opta per una migliore valutazione rischio/beneficio presso medico curante; si consiglia Sequacor 1, 25mg 1cp/die (titolabile secondo FC e PA); continuare con karvezide (se PA max inferiore a 130 ridurre a 1/2 cp, se inferiore a 120 PA max non somministrare).
E' stata dimessa questa mattina con codice giallo e inviata al medico curante.
Volevamo capire meglio questi rischi/benefici sulla terapia anticoagulante orale e, se possibile un parere, poiché non ci hanno fatto entrare in ospedale per il protocollo COVID e non abbiamo potuto chiedere spiegazioni al cardiologo che l'ha visitata.
Grazie
All'arrivo in PS presentava all’ECG fibrillazione atriale, fvm 130/min, morfologia ai limiti; PA 85/50 mmHg.
Dopo circa 4 ore ripristino del RS, 90/min, morfologia nei limiti, frequenti BESV.
Esami ematochimici nei limiti; lieve leucocitosi neutrofila; creatinina 1, 15, elettroliti in ordine.
E' stato richiesto, quindi, consulto cardiologico.
Esame obiettivo: paziente non collaborante; non risponde agli stimoli verbali, scarsamente agli stimoli dolorosi; SpO2 100% in O2 2L/m; toni cardiaci ritmici, normofrequenti, SS1/6 su cc; torace (auscultazione anteriore) non stasi polmonare; non edemi declivi; urine concentrate.
Diagnosi: fibrillazione atriale di primo riscontro ad alta risposta ventricolare con ripristino spontaneo del RS.
Terapia consigliata: paziente con indicazione a terapia anticoagulante orale (CHADS-VASC score pari a 3) tuttavia in considerazione dello stato clinico della pz, si opta per una migliore valutazione rischio/beneficio presso medico curante; si consiglia Sequacor 1, 25mg 1cp/die (titolabile secondo FC e PA); continuare con karvezide (se PA max inferiore a 130 ridurre a 1/2 cp, se inferiore a 120 PA max non somministrare).
E' stata dimessa questa mattina con codice giallo e inviata al medico curante.
Volevamo capire meglio questi rischi/benefici sulla terapia anticoagulante orale e, se possibile un parere, poiché non ci hanno fatto entrare in ospedale per il protocollo COVID e non abbiamo potuto chiedere spiegazioni al cardiologo che l'ha visitata.
Grazie
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LA PAZIENTE IN QUESTIONE E' A RISCHIO TROMBOEMBOLICO E PERTANTO VA SOTTOPOSTA A TERAPIA ANTICAOGULANTE ORALE, OLTRE CHE ANTI ARITMICA
LA ANTICOAGULAZIONE IN QUESTI PAZIENTI ANZIANI SI ESEGUE CON APIXABAN 2,5 MG OGNI 12 ORE
UN'ALTERNATIVA E' LA SOMMINISTRAZIONE QUOTIDIANA DI EPARIN SOTTO CUTE A SECONDA DEL PESO, OVVIAMENTE A VITA
ARRIVEDERCI
LA ANTICOAGULAZIONE IN QUESTI PAZIENTI ANZIANI SI ESEGUE CON APIXABAN 2,5 MG OGNI 12 ORE
UN'ALTERNATIVA E' LA SOMMINISTRAZIONE QUOTIDIANA DI EPARIN SOTTO CUTE A SECONDA DEL PESO, OVVIAMENTE A VITA
ARRIVEDERCI
Dr. Maurizio Cecchini - Cardiologo - Universita' di Pisa
www.cecchinicuore.org
Medicina di Emergenza ed Urgenza e Pronto Soccorso
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.7k visite dal 01/06/2022.
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